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lunedì 10 aprile 2017

Tag:

Cose e persone










Ciao!
Benvenuti intorno alla panchina!
Avevo davvero voglia di incontrarvi.
È confortante per me ritrovarci qui a scambiare due parole.

Nel mondo reale oggi è un giorno sospeso.
Tutto è pulito, ogni cosa è al suo posto, tutto brilla nel sole che si affaccia sui tetti.
Non c’è vita però, non c’è naturalezza.
Le saracinesche abbassate di molti negozi, peraltro imbrattate dagli streetwriters, danno un senso di tristezza che sciupa la bellezza di questo luogo incantevole.
Nelle strade una o due persone si affrettano un po’ frastornate a raggiungere la loro destinazione.

Volevo riflettere con voi sul fatto che le cose da sole, pur bellissime e affascinanti, sono davvero morte, come in un certo senso vengono classificate.
Se non c’è la presenza dell’uomo che si muove, corre, parla, litiga o sorride, vende, compra, contratta, si ferma a salutare un conoscente, spettegola della gente intorno... anche la pura bellezza estetica degli edifici magnifici si appanna, si offusca, sembra non avere più senso, perde vita.

Questo mi conferma che l’uomo ha bisogno dei suoi simili intorno.
Oltre a ricercare il silenzio e se stesso, l’uomo è un animale sociale che ha bisogno anche del gruppo.
Egli ha comunque necessità che i suoi simili lo sostengano nello spazio vuoto, che gli diano pur solo una sensazione di essere in una comunità viva, che possa colorare di vita una piazza vuota o un paesaggio sullo sfondo.
Eppure spiacevomente è necessario rinunciare a tutto questo, perché questa stessa folla a volte può essere pericolosa, irriflessiva e dannosa per il suo stesso bene.

Per fortuna qui intorno alla panchina c’è sempre un confortante movimento, un via vai tranquillo di persone ben disposte che rendono sicuro questo luogo di parole.
A pensarci non è certamente poco e questa verità ci dà la certezza che a questo mondo si potrebbe vivere anche in santa pace, se solo riuscissimo a contagiare sempre un po’ di più chi ci sta intorno con le nostre azioni ed il nostro esempio garbato che non vuole forzature.

Prenderne coscienza è già un grande passo in avanti, perché può  farci sentire maggiormente utili, appagati nelle nostre scelte, anche noi in un gruppo virtuale che è però espressione di un momento di vita collettiva in un gruppo che ci appartiene.

Che ne pensate? Mi piacerebbe sentire anche il vostro punto di vista.
Vi abbraccio  con affetto e vi aspetto, sempre qui, sulla panchina!



❤❤❤❤❤❤❤❤




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Per allenare i muscoli della mente e del cuore

2 commenti:

  1. Non sono d'accordo.
    Anche i paesaggi urbani hanno la loro bellezza privi del caos umano. Quelli naturali non c'è storia adoro quelli selvaggi senza traccia dell'uomo.
    Quando le città si svuotano d'estate è il momento migliore, in cui decido di viverle.
    Gli esseri umani sono troppi, arroganti e dannosi.

    RispondiElimina
  2. Grazie, VoraceMente, di aver partecipato a questa riflessione sull'essenza della città vuota e solitaria.
    Anche se forse ho lasciato la cosa un po' in secondo piano, a me la pace e la solitudine piacciono molto. Anzi sono convinta che sarebbe una buona idea rieducare i bimbi fin da piccoli al silenzio e alla solitudine appunto.
    Peraltro anch'io ho girato nelle strade vuote per ore, respirando lo spazio a pieni polmoni.
    Quello che in realtà intendevo dire è che la mia città blindata e chiusa, ieri, aveva perduto anche la sua personalità.
    Nel paesaggio naturale la solitudine ti rimanda colori, profumi, rumori, sopratutto fremiti di vita nascosti in un filo d'erba, nel bianco cristallino dei ghiacciai, nel movimento ritmico del mare.
    Nella mia città, fatta soprattutto di angolini, botteghe e negozietti, ieri, non c'era niente di tutto questo.
    La città era muta.
    Non era certo la folla che mancava, ma l'apertura e le luci garbate dei negozi, l'odore del pane nel forno, il tintinnio delle tazze nel piccolo bar, il ronzio del mezzo elettrico della postina che distribuisce la posta, in una mattina normale.
    Quindi ieri la città non era se stessa, mentre la facciata istoriata della chiesa appariva "confusa"... non sapeva più in quale tempo stesse vivendo.
    Grazie ancora per aver scambiato con me il tuo pensiero.
    Torna ancora qui sulla panchina!

    RispondiElimina

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