 |
| Salvator Dalì |
Salve, amici de "La Panchina"!
Ci siete tutti? Grazie per essere qui!
Per quanto ci riguarda, eccoci di nuovo riunite, intente a sconfiggere il freddo reale del mondo con il tepore carezzevole della nostra panchina del martedì.
E sì, è questo uno degli argomenti principe oggi.
Del resto è impossibile ignorare del tutto il rumoreggiare della guerra, l'odore sgradevole delle difficoltà economiche, per non parlare di quello della vera e propria indigenza di tanti, poi nemmeno troppo lontani da noi.
E che dire di influenze e Covid e malattie e perdite di lavoro e... inutile continuare l'elenco, non è vero?
Il Natale è alle porte ed anche lui non può essere ignorato.
Questa è una buona occasione per riportare la riflessione su temi fondamentali che viviamo nella realtà e che ci creano un'angoscia diffusa nell'incalzare del grigio sui colori della luce.
Oggi voglio sfruttare appieno la magia della nostra panchina, richiamando mente e cuore nel mondo immenso, infinito, delle parole. La strada si snoda da qui, dalla nostra panchina, attraverso il linguaggio poetico, ma non solo.
C'è un interessante confronto da fare sugli stili, che appaiono influenzati dal tempo storico in cui si scrive, sia nel modo che nei contenuti.
E poi... e poi c'è sempre il fatto che ognuno di noi è unico e deve esprimersi solo per se stesso senza lasciarsi influenzare dai modelli, dagli standard.
A questo proposito vi segnalo la pagina "Lucca Insieme - Natale: visioni personali".
C'è profonda partecipazione intorno a questi argomenti.
Ne risulta un pomeriggio frizzante, scoppiettante sì, ma soprattutto utile per far evaporare tutta l'ansia e la tensione che avrebbero voluto avere la meglio su di noi.
Adesso ci sentiamo meglio, stiamo bene.
Mettiamo a punto gli ultimi aspetti organizzativi per una presentazione de "Il Gorgo" che faremo a breve.
Ci faremo sentire presto per questo e magari forse avremo un'occasione per incontrarci.
Grazie della vostra presenza!
Continuiamo ad allenare insieme i muscoli della mente e del cuore come sempre.
Alla prossima!
 |
| Salvator Dalì |
