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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Racconto - Anna












🌹 - 1

Un rumore di cantiere inappropriato nel silenzio della nebbia, un fremito improvviso e sinistro del terreno, poi un colpo al cipresso che si inclina di lato, sorpreso. 
La benna è in posizione. 
Un colpo deciso, irriverente. 
Uno solo. 
Adesso non c'è più nulla davanti al cipresso. Come un castello di carte, le pietre sono cadute giù, senza volontà. 
Con tenacia, con pervicacia, la benna raccoglie la terra e la deposita più in là. 
E ancora e ancora. Ancora un po'. Non si vede più il fondo. 
Non pensavo che fosse necessario andare tanto in profondità. 

Anna ebbe un colpo al cuore. 
Si allontanò in fretta dal teatro dell'azione. Non poteva assolutamente andare oltre. 
In fondo farsi quella violenza non era necessario. Si poteva evitare e l'avrebbe fatto. 
Come sempre le era difficile vincere le sue paure e andare oltre. 
Anche se stava malissimo e razionalmente comprendeva che sarebbe stato meglio affrontare quel buio dentro di lei, la sua volontà era troppo debole per farle fare il salto necessario. 
Così viveva costantemente imprigionata in situazioni che non la facevano evolvere e, appena aveva l'impressione di sentirsi meglio, inciampava sempre in qualcosa che la riportava inesorabilmente indietro. 

Nella nebbia del mattino, il gruppetto era ora fermo intorno al cipresso. 
Anna da sola sul vialetto, si muoveva a piccolissimi passi, irrigidita nei suoi pensieri. 



🌹- 2

Già l'olio cominciava a sfrigolare.
Le appetitose fettine di caciottina erano affogate nella pastella morbida di farina e acqua.
“Spostati, Anna! L'olio bollente è pericoloso. Potrebbe schizzarti addosso, lo sai. Guarda che bello! Verranno buonissime!”.

La nonna cominciò ad afferrare le fette di formaggio, ben avviluppate e sgocciolanti, e le tuffò nell'olio, che lanciò un urlo roco.
La produzione di bollicine roventi si intensificò al massimo dentro la grande padella nera di ferro e qualche schizzo saltò anche fuori.
Anna fece un ulteriore passo indietro.
“Che belle! Che buone!” si diceva la bambina.
Non vedeva l'ora di poterle mangiare.

Era quello un rito abituale.
Quando capitavano dalla nonna senza preavviso, sapeva già che, male che fosse andata, avrebbero fatto merenda con quella delizia.
Sua madre non ci pensava proprio a friggere il formaggio, forse non sapeva neppure  come fare, ma la nonna era instancabile e aveva sempre qualcosa di buono da preparare per loro.

Intanto le prime fettine erano pronte sulla carta paglia della busta del pane.
Allora non c'era ancora la carta bianca dell'asciugatutto, ma questo era del tutto ininfluente.
Ci sarebbero rimaste poco, perché lei e i suoi fratellini ci si sarebbero gettati sopra e se le sarebbero mangiate tutte con gusto, in un battibaleno.



🌹 -  3

La benna adesso si era fermata.
Anna sentì gli operai parlottare un po' tra loro.
Non comprendeva bene le loro parole, ma non ne voleva neanche sapere il significato.

Poi il motore ricominciò a salire di giri. Di nuovo azione.
La benna afferrò i lembi del grande sacco di plastica malamente steso laggiù in fondo e li avvicinò stretti, chiudendoli. Quindi lo sollevò con una certa prudenza e lo lasciò cadere sul prato.
Per un attimo si ebbe l'impressione di vedere, rivedere, un'immagine nota.
Solo un attimo,  perché poi tutto rovinò in disordine. La parte posteriore di un cranio con tutti i capelli giallo-arancione, un femore, un'ulna…

Anna non vide niente.
Era immersa nel profumo della caciotta filante ben dorata che stava gustando. 



🌹 - 4

"Dai, passami la pallina rosa e quell’uccellino… stai attenta a non far cadere niente!”. Lisa, ancora una volta, cercava di stimolare la sorella ad uscire da quel noto torpore che l'aveva colta nuovamente e ne aveva spento il bel sorriso.

Mentre parlava, salì ancora un altro gradino e sistemò il modesto puntale che era arrivato fin li dall'albero di Natale di quando era piccola.
Si sentiva un po' stropicciata dentro.
Non sapeva quanto avrebbe resistito in quel continuo ruolo di supporto.
Era rimasta solo lei a tenere le fila dei caratteri un po' sgangherati che la circondavano.
Così era continuamente impegnata a tirare su il morale, a rassicurare, a darsi da fare per facilitare la routine giornaliera sotto tutti gli aspetti.
E dire che a lei, poi, non era che la vita avesse sempre riservato tutte rose e fiori! Tutt'altro.
Lavoro impegnativo e lontano, qualche malattia, qualche intervento chirurgico di troppo, solo per rimanere nell'ambito delle cose terra terra.

Anna le porse la pallina con la solita espressione troppo seria e forse triste.
Fu in quel momento che, all'improvviso, si animò e un sorriso le illuminò gli occhi. “Ti ricordi? Nonna aveva un uccellino simile a questo che si fissava al ramo come una molletta… il vetro colorato era così sottile che sembrava rompersi solo a guardarlo. E poi la coda… te la ricordi? Una coda incredibile fatta di fili trasparenti di chissà quale vecchio materiale… Quanto mi piacerebbe averlo ancora qui!”.
“Non c'era solo quello… io mi ricordo che i primi tempi, nella scatola delle meraviglie, c'era anche qua,che pezzetto di neve fatta con la lana di vetro… Lei non voleva che la toccassimo perché diceva che era pericoloso se l'avessimo inalata o ingoiata…”.

Le due sorelle si persero qualche secondo nei ricordi dei piacevoli momenti infantili che avevano fatto della nonna una figura indimenticabile.
Intorno al nuovo albero adesso l'atmosfera si era fatta calda e accogliente.
Magia delle emozioni!
“Dunque niente è mai perduto di ciò che di bello il cuore ha vissuto.” esclamò Lisa.
Con questa riflessione le due lasciarono l'albero e sedettero a bere una tisana, ovviamente rilassante. Sgranocchiarono anche un biscotto secco secco, ma nell'aria avvertivano ancora il profumo di dolci lontani appena sfornati.



🌹 - 5

Il Natale avanzava a grandi passi, ma ancora l'atmosfera non era quella dorata e rassicurante che sempre finiva col pervadere tutto.
Se ne aveva il sentore solo dalla parte più becera delle festività, quella del marketing, che voleva vendere di tutto e più di tutto.
La pubblicità martellante era già ripartita con una insistenza che ad Anna dava persino un fastidio fisico. Era troppo ripetitiva, pur studiata per irretire e condurre al consumo.
Solo in pochissimi casi ci si imbatteva in immagini belle, in qualche modo artistiche.

Per il resto sembrava un Natale particolarmente sotto tono.
Il mondo era pieno di problemi e di discussioni, che si ripetevano inutilmente all'infinito.
Rabbia, tristezza, senso di impotenza si percepivano dai discorsi che le arrivavano addosso come un pugno e le sue riflessioni non erano da meno.

Lisa l'aveva trascinata nell'allestimento dell'albero.
Conveniva che malgrado tutto, con i suoi colori un po' sbiaditi e le piccole luci, cercava di fare del suo meglio per rallegrare il loro soggiorno.
Quell'albero, però, era già decisamente datato.
Sembrava ormai d'altri tempi, un po' appannato come quello della nonna.
Infatti era lì quasi uguale da tanti tanti anni, proprio da quando facevano quello con le decorazioni che un tempo erano state della mamma, a casa dei nonni.

Inutile illudersi.
Era vecchia anche lei.
Tutti loro erano già vecchi, anche se non volevano confessarlo neppure a se stessi.
La sua vita era volata via in attesa di imparare a vivere.
Rimandare ogni cosa in attesa di poterla fare senza fatica emotiva l'aveva molto limitata negli ultimi venticinque anni.
Unico faro in questa ricerca continua di equilibrio era stato incontrare un compagno dolce e buono che l'amava per quello che era, una donna intelligente ed altruista.
Si riconosceva un'intelligenza vivace ed era piena ď interessi profondi, che soddisfaceva con letture, scritture, argomentazioni.
Questa parte di sé, intuitiva, logica e razionale, le piaceva molto e le dava quell'indispensabile sicurezza per trovare una sua collocazione nella realtà che viveva.

Questo che stava per finire, era stato un anno davvero troppo duro e troppo complesso.
Non riusciva proprio a capire come facesse Lisa a tenere la barra sempre dritta.
Per fortuna avevano il sostegno l'una dell'altra e alla fine era questo quello che contava veramente, la sorellanza, che loro vivevano come poche persone erano in grado di fare. 



🌹 - 6

Lisa afferra le chiavi con impazienza e si avvia decisa alla porta.
“Sei prontaaa? Muoviamoci! Si sta facendo tardi!” grida alla volta della sorella che si sta preparando al piano di sopra.
“Arrivo! Un attimo…”.
La sua voce giunge al piano terra piuttosto confusa,
“Ti aspetto in macchina! Sbrigati!" taglia corto Lisa, accingendosi ad uscire in giardino.

Anna si sposta da un punto all'altro della stanza, torcendosi le mani. È ormai fuori controllo. Sembra un calabrone in un bicchiere capovolto.
“Ecco, mi sento male di nuovo! Non voglio uscire... Perché poi dovrei farlo?  Mi manca il fiato... non riesco a respirare. Cosa faccio adesso? Cosa faccio? Ho paura... Oggi il peso sullo stomaco è insopportabile! Il cuore batte impazzito! Come posso farlo smettere? Così mi scoppia! Aiuto…. non respiro! Muoio, muoio!”.
Più si muove, più si agita, più il pensiero le si confonde in un buco nero.

“Anna, Anna! Sei pronta? Si fa notte!”.
Lisa è spazientita. In quella casa tutto è complesso. Quasi niente è in sintonia con i suoi ritmi.
Sì, i suoi ritmi sono assai veloci, proprio come quelli della nonnetta del cuore.
Quando era piccola, zampettava ore e ore dietro a lei, mentre fratelli e cugini facevano il diavolo a quattro in giochi senza senso.
Lei è sempre la stessa. Anche ora, vorrebbe andare più veloce del pensiero. Cosa del tutto impossibile. Sono già venti minuti che aspetta.
Sua sorella è letteralmente il suo opposto. Si muove lentamente, preferisce restarsene ferma per ore e non ama molto perdersi in faccende. Fosse per lei oltre che lavare in continuazione indumenti puliti e sentenziare categoricamente su tutto con parole ed argomenti complessi, non si farebbe mai niente.
Si mangerebbe sempre, come in effetti fa, un pezzetto di mozzarella di gomma o un triste yogurt sempre allo stesso gusto fragola.

Il cuore di Anna batte impazzito. Il respiro spezzato.
Si avvicina, non sa neppure lei come, alla borsa sulla poltrona.
Fruga dentro per un attimo alla ricersca spasmodica di qualcosa.
In qualche modo riesce ad ingurgitare delle gocce incolori da una bottiglietta.
Incapace di sostenere tutto quel disagio, siede sulla poltrona ad aspettare.
Spera che anche questa volta ci sia il risultato agognato.

Spazientita, Lisa suona ripetutamente il clacson.



🌹 - 7

“Qui ci vorrebbe un pezzettino di crostata.” borbotta Anna seduta sul divano.
In questo momento, a casa sua, si sente bene e stranamente rilassata.
Lisa scatta subito in piedi. In cucina c'è sempre un dolce di quel tipo.
Ritorna di lì a poco con un vassoietto, sul quale sono disposte quattro piccole losanghe di crostata con marmellata di ciliegia. Ha preparato anche il tè.
Li gustano con piacere, mentre i pensieri ancora una volta corrono via.

La frutta si deteriora rapidamente nel mercato rionale.
Fa molto caldo in questa città d'estate.
Possibile che tutto questo ben di dio si debba buttare?
La nonna guarda lontano.
Per pochi soldi si fa dare dalla sua amica fruttivendola la frutta già un po' rovinata.
Nessuno più la comprerebbe in questo periodo di boom economico.
Ben presto il carrello della spesa è pieno all'inverosimile.
Anna le cammina accanto e osserva ciò che accade intorno a lei.

“Lisa, se vuoi aiutarmi, metti il tuo grembiulino.”.
Lisa non se lo fa dire due volte e si annoda il grembiulino che la nonna ha fatto proprio per lei. Non vede l'ora di fare qualcosa.
Sbucciare la frutta e togliere le parti annerite, che non sono più buone.
No, questo la nonna non glielo lascia fare perché potrebbe farsi male.
È però affascinante vedere come quella frutta, brutta e tutta rovinata, si trasformi nella ciotola in mille colori di vita. Il giallo delle pesche e l'arancio delle albicocche risaltano sull'avorio dei pezzi di mela.
La nonna le ha dato un coltello che taglia poco e le ha detto che dai grossi pezzi di pesca può ricavare dei dadini più piccoli.
Il succo bagna tutto. Scorre copioso sul tagliere e un profumo delizioso riempie la cucina.
Che divertimento!
Lisa mangia uno, poi due, tre dadolini di pesca che ha tagliato.
Poi la pentola sul fuoco borbotta piano piano.
Lei non si deve avvicinare.
La nonna invece mescola e rimescola la marmellata che è ormai quasi pronta.

È l'ora di merenda.
La nonna le fa scegliere un fettina di crostata tra i due gusti disponibili.
Lisa sa bene che la torta è sempre suddivisa in due parti.
Infatti, si devono accontentare i diversi e numerosi nipotini che ruotano in casa della nonna.
Oggi sono disponibili frutti misti e fichi e noci.
Lisa si sente molto fiera: queste sono le marmellate che “hanno preparato" loro l’estate precedente.   



🌹 - 8

Dall’estate giorni ne sono passati parecchi, tra alti e bassi. Più bassi che alti a dire la verità. Forse è per questo che non ha voglia di fare niente.
Queste giornate così corte non aiutano affatto.
Infatti l'umore risente maggiormente delle emozioni negative che i cieli plumbei e il buio continuano ad evocare.
Persino la fantasia si blocca sul nascere.
E sopra l'asse da stiro ci sono due camicie da stirare.

Anna sente il malessere aumentare.
“Lasciati alle spalle i cattivi pensieri! Pensa a qualcosa di bello!” avrebbe suggerito la nonna con un sorriso rassicurante.
Sarà meglio accendere la luce.
Anna si alza dalla poltrona e pigia l'interruttore collegato al lampadario centrale, quello della lampada sul cassettone tra le due porte e non dimentica la piantana con la lampada alogena.
Già che c'è accende anche la radio.
Una cascata di note si libera subito nella stanza.

Anna si ferma di colpo.
Ha riconosciuto la canzoncina che da piccola ha cantato un milione di volte, da sola o in coro con la sua famiglia.
Che coincidenza!
Quante emozioni ha provato con la storia che essa raccontava!
Le torna in mente con una chiarezza straordinaria.
Ricorda benissimo che parlava di una fiera dove per due soldi si poteva comprare un topolino… e un gatto e un cane e molto altro.

Anna ha un guizzo al cuore che le strappa finalmente un sorriso.
Apre la ribaltina dello scrittoio.
Prende una delle numerose matite ben temperate, che ha lì sempre pronte.
Poi cerca un foglio bianco.

Solo un attimo di pausa.
Alza gli occhi al cielo per ispirarsi, poi inizia a scrivere in bella scrittura: “C'era una volta una graziosa principessina, che girava per il palazzo reale con un topolino bianco nascosto nella sua borsina di velluto blu.”.

Anna adesso si sente euforica.
Non ha più paura. Si sente viva.
Ha ritrovato la voglia di scrivere e scrivere le fiabe è il suo hobby preferito.
Dalla cornice d'argento la nonna sembra sorridere a lei direttamente.



🌹 - 9

Anna ha scritto "Fine" in fondo alla sua nuova fiaba.
Si appoggia alla spalliera e sorride.
Non è vero che non ha visto nulla.

C’era ancora nebbia nel silenzio immutato del mattino.
Il rumore della benna era giunto al parossismo, tanto il lavoro procedeva con furia.
Il gruppetto tratteneva il respiro.
Desiderava che quello scempio finisse.
Subito.
Immediatamente.

Poi un colpo violentissimo e un altro lancio possente lontano.
Una tibia, un’ulna.
E un cranio, dai folti capelli arancioni al vento, un cranio così piccolo che sembrava quello di una bambina.

Un brivido profondo aveva percorso il gruppetto senza parole.
La sua forte indubitabile presenza era stata avvertita con chiarezza da tutti i presenti.
Sì, c'era. Lei era lì.
Una donna minuta, luminosa persona, nella palese folata di energia, che aveva accompagnato il volo del piccolo teschio dai folti capelli arancioni.   
La nebbia si era diradata e un magnifico raggio di sole aveva preso a splendere sulla piccola cassetta, che era stata appena sigillata.

Anna aveva compreso.
La vita poteva continuare perché lei in qualche modo era ancora lì con loro.



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