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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Racconto - Nell'inferno di ghiaccio

 






📚

Mai avrei pensato di trovarmi in una tale assurda situazione! All'incidente aereo, si sa, tutti ci arrivano, soprattutto quando all'aeroporto l'aereo si stacca dalla pista e si proietta con forza verso il cielo, schiacciandoti con prepotenza sullo schienale e tu non ti senti proprio nel tuo elemento. Ma certo, quel giorno, sul volo Parigi-Anchorage-Moscow delle 12:24, mai avrei potuto immaginare quello che avrei vissuto di lì a poco. 
Finalmente eravamo nel cielo azzurro e il volo procedeva a ritmo regolare. Non sembrava neppure di sfrecciare a così grande velocità. 
Uno snack, uno champagnino, un cioccolatino. L'assistente di volo ci accudiva con gentilezza e professionalità, in buon francese e grandi sorrisi. Il mio vicino mi lanciava degli occhiatine peccaminose e tentava approcci spiritosi. 
Lo avevo appena gelato con uno sguardo al vetriolo, quando l'azzurro del cielo scomparve. Un sussulto, un boato, un pandemonio... e milioni di schegge di cristallo impazzite schizzarono in ogni dove. Brrr.... Che freddo! 



📚

Mi ero sentita proiettata in avanti con violenza, come una bambola di pezza, priva di scheletro e di volontà. Era come se dentro di me ogni organo avesse cambiato di posto.
Per un attimo rimasi imbambolata: ero uscita fuori dal mio corpo, senza più capacità alcuna di pensiero e anche di emozioni. 
Dovevano essere passati alcuni secondi - o forse qualche minuto? - quando ogni cosa tornò ad avere un senso. Non riuscivo a valutare il tempo trascorso, ma adesso non mi sembrava questo il fatto più importante. 
Realizzai immediatamente che anche tutti gli altri passeggeri avevano subito quel contraccolpo tremendo, anche perché avevano assunto posizioni anomale, le più svariate.
Fu subito dopo che il terrore cominciò a serpeggiare violentemente nell'aereo.
Gli sportelli dei bagagli si erano aperti e molte sacche, borse, beautycase, erano caduti nel corridoio sottostante. Qualche oggetto aveva colpito un passeggero qua e là, ma nel complesso le persone non sembravano aver riportato danni rilevanti. 
Forse era per lo shock del colpo improvviso, ma non riuscivamo a vedere oggettivamente la realtà in cui ci stavamo trovando. 
Le luci si erano spente per un attimo. Poi si erano, però, subito riaccese. Che strano! C'era ovunque un bagliore quasi accecante che andava oltre ogni possibile immaginazione.
In effetti dagli oblò dell'aereo si vedeva quello che i giornali avrebbero definito "l'inferno di cristallo". 
Sì, adesso mi era chiaro. L'aereo si era conficcato in un enorme blocco di ghiaccio. Sembrava di essere capitati in mezzo a cristalli di neve ingranditi all'ennesima potenza. Colonne, ghirigori, templi di ghiaccio, ci stringevano in una morsa gelata. 
Qualcuno cominciò a piangere, qualcun altro a lamentarsi, altri ancora cominciarono sommessamente a pregare e in fondo all'aereo si sentiva recitare il rosario. 
Io non riuscivo più a staccarmi da quello spettacolo meraviglioso che ci circondava all'esterno... non riuscivo neppure a sentirmi preoccupata. 
Mi sembrava di essere entrata in una fiaba, in uno di quei luoghi fantastici in cui, ogni tanto, mi piaceva rifugiarmi per stare bene. 
Sì, in fondo sono stata sempre fatalista e non ho mai lottato contro ciò che non dipendesse dalla mia volontà e dalle mie capacità, per cui se quello era l'ultimo mio momento di vita era inutile stare lì a disperarmi. Non avrei potuto fare niente assolutamente. 
Naturalmente il personale di bordo cominciò ad impartire ordini: "Attenzione! L'impatto è stato violento, ma apparentemente tutto è a posto. Il Comandante vi prega di rimanere seduti e di non agitarvi, perché è importante che l'aereo stia fermo. Ogni vibrazione potrebbe risultare amplificata e peggiorare la situazione già precaria. Adesso il Comandante cercherà di riaccendere i motori. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di tenere, comunque, i cellulari rigorosamente spenti.. Grazie!".



📚

Una vibrazione leggera, ad andamento sussultorio, strana in verità, percorse l'aereo dalla cabina di pilotaggio fino alla coda.
Le due hostess, sedute compostamente in fondo ai lati della porta di servizio, aprirono gli occhi per una frazione di secondo e si scambiarono un breve sguardo. Fecero prima a richiuderli che ad aprirli. Non volevano evidentemente che si leggessero i loro pensieri. 
Erano ben addestrate. Si sarebbero disintegrate con il loro aereo senza battere ciglio.
Ripresero seduta stante la loro rigida posizione, due rigide statue egizie.
Mentre il cuore mi sobbalzava nel petto e l'aereo era di nuovo scosso da una seconda vibrazione scomposta – notai che era appena un pochino più forte della precedente - il mio vicino di posto si girò nuovamente verso di me.
Aveva perso completamente la sua aria baldanzosa. 
Adesso mi guardava con l'occhio tenero di una bestia diretta al macello. Mi fece molta tenerezza.
Senza pensarci, sfiorai la sua mano in un gesto di conforto. Lui sorrise. 
Che strano! Mi sentii subito meglio.
Ci fu una terza inutile vibrazione.
I passeggeri non osavano più neppure respirare. Il silenzio era adesso impressionante.
I motori non sarebbero ripartiti e l'areo non si sarebbe certo rimesso in volo. Ne erano tutti convinti ormai.
Percepii del movimento fuori dagli oblò. Mi voltai. Il paesaggio cominciava lentamente a cambiare.
Infatti, lento lento, impercettibilmente, l'aereo aveva preso a scivolare… 
Senza motori in azione dove andava? 
I viaggiatori si aggrapparono istintivamente ai braccioli, guardando allibiti quelle colonne di ghiaccio che cambiavano altezza e forme… finché ci fu un boato e schegge di cristallo in frantumi cominciarono a schizzare da tutte le parti. 
Seguì una sorta di inimmaginabile sarabanda, che gelò il sangue e la speranza di sopravvivere in tutti noi passeggeri annichiliti, prigionieri in quel giocattolo vibrante.
Dovevo uscire in qualche modo da quel luogo. Assolutamente. Dovevo farlo subito! Respirai profondamente e feci i miei soliti esercizi di rilassamento. Il mio vicino cercò di imitarmi.
Ben presto recuperai una respirazione regolare. Adesso riuscivo a ragionare di nuovo.
Pensai che, in fondo, eravamo già molto fortunati che la pressione all'interno dell'aeromobile fosse rimasta quella solita, adatta alla vita. Le maschere dell'ossigeno non erano nemmeno uscite dal loro alloggiamento. Strano, però! Comunque, era evidente che, malgrado l'impatto, non c'erano state lesioni in quell’aereo che sembrava quello di un fumetto.
Fu proprio in quel momento che ci fu uno sprofondamento improvviso nel vuoto d'aria che si era aperto all'interno di un enorme caverna di ghiaccio.
Precipitammo verso il basso con una velocità inaudita, ma, come quello del fumetto, l'aeromobile non andò in mille pezzi. Invece si adagiò su una gelida superficie di ghiaccio, lucida e liscia come uno specchio, che incredibilmente riusciva a sostenere il suo enorme peso. 



📚
Fu in quel momento che cominciammo a percepire degli strani incredibili suoni.
Provenivano non si sa da dove e riempirono rapidamente l'aereo, mentre… sopra le nostre teste passava una ventata gelida e misteriosa, un soffio paralizzante… che ci fece accapponare la pelle.
Strano… sembrava quasi una musica, ma certo, se lo era, non sembrava affatto terrena. 
Immediatamente pensammo ad altri mondi, a realtà aliene.
Del resto quell'intera situazione sfiorava tutte le leggi della scienza che mi potessero venire in mente in quel frangente.
Intanto l'aereo subiva un’altra forte vibrazione.
I passeggeri, muti, in preda al panico, si guardavano l'un l'altro interrogativamente con gli occhi sbarrati.
Poi tutto mi fu chiaro. Ebbi come un’illuminazione. Quella forse non era una vera musica… Infatti, no, non lo era affatto.
Non so come né perché, compresi che quei suoni erano parole, parole di una lingua sconosciuta in una conversazione tra migliaia e migliaia di emittenti.
Tutto andava ad un ritmo accelerato... acceleratissimo, incredibile. Le parole si accavallavano, si sovrapponevano, sfumavano prima di essersi palesate del tutto.  Non c'era tempo di coglierle o di poter riflettere su un loro eventuale significato.
Il mio vicino, rimasto paralizzato fino a quel momento, mi afferrò la mano in una morsa mortale e cominciò a guardarmi con occhi terrorizzati.
Anche gli altri passeggeri si guardavano l'un l'altro angosciati da quella incredibile situazione che stavamo vivendo.
La paura era dentro di noi mortale, anche se non si comprendeva perché fossimo così angosciati. In fondo eravamo vivi, l'aereo era intonso e in equilibrio, noi tutti allacciati con le cinture di sicurezza ai nostri sedili in perfetto ordine. Eppure c'era un'aria i tragedia. Certo non dimenticavamo che l'aereo era finito chissà dove e che arrivare a destinazione fosse ormai quasi un'utopia.
Trascorse forse solo una manciata di secondi, ma a tutti noi sembrò un tempo lunghissimo, finché ci fu un ulteriore sviluppo.
In qualche modo, tutto insieme, si materializzarono ai nostri piedi, provenienti chissà da dove, una miriade di esseri piccolissimi trasparenti e quasi invisibili. Ci rotolavano addosso apparentemente alla rinfusa insieme alle loro parole, ma incredibilmente non ne sentivamo il peso. Probabilmente erano immateriali ed era evidente che non seguivano le leggi della fisica.
Strano... io mi rilassai immediatamente. Pensai immediatamente che fossero idee o semplici concetti che si stavano organizzando in strutture più complesse. Mi sfuggì un sorriso e fui inondata di gioia e di felicità. 
Finalmente era come se riuscissi a vedere quel mondo della mente che da sempre cercavo.
A guardarli meglio i piccoli esseri erano tutti diversi l'uno dall'altro. Avevano le forme più strane e inimmaginabili per un’umana come me.
Pur non emettendo suoni a me comprensibili e tutti fossero visibilmente agitati, io compresi, non so come, che quell'avventura sarebbe stata a lieto fine.
E infatti, come erano venuti, gli esserini gradualmente scomparvero, o meglio, ridiventarono invisibili.
Per un po' tutti noi rimanemmo sospesi in un limbo.
Poi... dlin don...
Il Comandante, che doveva essere rimasto per qualche tempo fermo, muto e disorientato, riprese a far fronte a quella insolita situazione.
“Qui è il comandante che vi parla. Stiamo tentando la ripartenza da questo luogo certamente non adatto… ma l'aereo è incredibilmente in perfette condizioni. Adesso cercherò di riattivare i motori. Vi prego di rimanere seduti e di mantenere allacciate le cinture di sicurezza.”.
La vibrazione questa volta fu quasi impercettibile. 
Ci sentimmo schiacciati sullo schienale come mai prima, mente l'aereo puntava il muso con decisione verso l'alto.
Ancora cristallo che schizzava in schegge da tutte le parti nella luce che si intensificava a vista d'occhio nel brillio del diamante.
Ancora un secondo e fummo fuori nel libero azzurro!
Poi l'aereo riprese la sua posizione orizzontale e la velocità di crociera prevista.

Il mio vicino è ora il mio compagno ed io... ed io... ripenso ancora a quell'avventura di cristallo ed ho qualche ragionevole dubbio su cosa sia realmente accaduto.
Una cosa è certa. Mi piacerebbe tanto avere una seconda possibilità di entrare ancora una volta in quel mondo alieno pieno di idee perennemente in mivimento.
 



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