A i s h a
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Oggi avrei bisogno di luce. Comincio ad essere troppo sofferente per stare tanto al chiuso… e al buio... anche se in realtà non è proprio così. È solo il mio corpo che si cela. I miei occhi sono liberi di indagare, di giudicare. Seppure frammentato, il mio sguardo entra in questo mondo che mi fa prigioniera e fruga, fruga in ogni dettaglio.
Oggi, però, è un giorno in cui ho bisogno più di sempre di strapparmi di dosso questo travestimento. Mi sento soffocare.
Oggi avrei davvero bisogno di luce.
Questo burqa è pesante e mi intralcia. Lo strapperei, lo brucerei se potessi.
Chissà dove quest'uomo che ho tanto amato mi sta conducendo! È rabbioso in questi ultimi tempi…
Povera me, si è fermato... Per poco non gli vado addosso! Guai a me se lo avessi fatto… Cosa vorrà fare qui?
Questo burqa è pesante e mi intralcia. Lo strapperei, lo brucerei se potessi.
Chissà dove quest'uomo che ho tanto amato mi sta conducendo! È rabbioso in questi ultimi tempi…
Povera me, si è fermato... Per poco non gli vado addosso! Guai a me se lo avessi fatto… Cosa vorrà fare qui?
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Mi guarda perentorio, aggressivo, quasi con disprezzo.
Non lo avrei mai immaginato… E come avrei potuto farlo?
Non lo avrei mai immaginato… E come avrei potuto farlo?
Era nell'ordine normale delle cose per me sposarlo. Come mi sbagliavo! Eppure quello fu un momento di gioia. Ne ho quasi nostalgia... Del resto è stato l'unico periodo in cui ho conosciuto la speranza.
Avevo solo dodici anni… e lui... come mi sembrava bello! Era fiero, coraggioso… Era grande, tanto grande… sapeva tutto, sapeva fare tutto. Mi avrebbe protetto per tutta la vita.
L'ho sposato. Che altro avrei potuto fare? I miei genitori sorridevano. Dicevano che si doveva fare e che cosi sarei stata felice.
Io ero ancora una bambina, magra magra ma molto graziosa. Mi dicevano che avevo degli occhi bellissimi, che parlavano da soli.
Ero così piccola che negli anni successivi continuai a crescere. Parecchi centimetri addirittura. Sono diventata più alta di lui!
Io felice lo ero davvero in quel momento. Mi sarei sposata ed era mia madre che mi diceva di farlo, che mi spingeva a questo. Logico che mi sembrasse del tutto normale.
L'ho sposato. Che altro avrei potuto fare? I miei genitori sorridevano. Dicevano che si doveva fare e che cosi sarei stata felice.
Io ero ancora una bambina, magra magra ma molto graziosa. Mi dicevano che avevo degli occhi bellissimi, che parlavano da soli.
Ero così piccola che negli anni successivi continuai a crescere. Parecchi centimetri addirittura. Sono diventata più alta di lui!
Io felice lo ero davvero in quel momento. Mi sarei sposata ed era mia madre che mi diceva di farlo, che mi spingeva a questo. Logico che mi sembrasse del tutto normale.
Mi avevano educata come si conveniva. Mi dicevano come muovermi, come atteggiarmi, soprattutto mi spingevano a stare zitta e a compiacere, ma questo l'ho compreso solo dopo.
Finita la cerimonia… tutto cambiò. Delusione, dolore, prevaricazione, bambini… nient'altro.
Finita la cerimonia… tutto cambiò. Delusione, dolore, prevaricazione, bambini… nient'altro.
E poi la vita al chiuso, tra donne. Sostegno e complicità, ma anche gelosie, dispetti, ripicche.
Una costante dell'intera mia vita, alla fine dei conti, è questa barriera di stoffa che mi separa dal mondo, polveroso e patrigno. Questo burqa che mi cela agli altri, ma che almeno mi consente espressioni di disappunto e di dolore che nessuno può vedere. Nemmeno lui può farlo, lui, quest'uomo vecchio e arrogante che adesso si è fermato. Ho sempre paura di quello che pensa e che potrebbe fare.
È sparito all'interno di questa casa che non ho mai visto. Devo affrettarmi a seguirlo... e a capo chino, se no si arrabbia.
Questa è…. ed è stata tutta la mia vita.
Una costante dell'intera mia vita, alla fine dei conti, è questa barriera di stoffa che mi separa dal mondo, polveroso e patrigno. Questo burqa che mi cela agli altri, ma che almeno mi consente espressioni di disappunto e di dolore che nessuno può vedere. Nemmeno lui può farlo, lui, quest'uomo vecchio e arrogante che adesso si è fermato. Ho sempre paura di quello che pensa e che potrebbe fare.
È sparito all'interno di questa casa che non ho mai visto. Devo affrettarmi a seguirlo... e a capo chino, se no si arrabbia.
Questa è…. ed è stata tutta la mia vita.
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Per fortuna non ho avuto figlie femmine... fortuna per modo di dire.
Non vedrò figlie destinate a soffrire, ma ho figli maschilisti, che mi camminano sempre avanti e mi impongono il loro volere, mi parlano in tono perentorio e mi intimano di obbedire.
Insomma, sono contenta per loro, ma io mi sento ferita. Sono stanca di chinare la testa, di stare zitta e di continuare ad obbedire come un automa.
E credete che questo vecchio che è mio marito sia contento? Quando avevo poco piu di vent'anni e quattro figli maschi, si organizzò per prendersi una seconda moglie.
Era necessario che entrasse nel ménage una nuova donna che, visto che io non ero all'altezza, gli desse finalmente anche qualche figlia femmina. Chissà poi perché! Forse per ridurre all'obbedienza anche lei?
Fatto sta che adesso siamo in quattro mogli e una folla di figli di tutte le età. Andiamo avanti così, a volte sostenendoci l'un l'altra, più spesso tra gelosie e risentimenti.
Non basta. Adesso lui, il vecchio che mi ha portato fin qui, si è convinto che ce ne vuole una quinta di moglie, giovane naturalmente, che rallegri questo suo tempo. Siccome può pagarla bene, ne vuole una giovanissima... dodici? Quattordici anni? Chissà?
Io sono troppo vecchia ormai... quasi quasi nemmeno mi guarda più. Le altre sono più giovani, ma non hanno più dodici anni.
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Adesso, guardalo lì con quanta enfasi parla con il suo compare. Chissà mai perché avrà voluto portare anche me a questo incontro. Vuole forse umiliarmi? Chissà! Conoscendolo potrebbe essere anche così. Lui è contorto, furbo, diabolico... anzi, potrebbero esserci anche altri fini. E già... vedere me con lui, apparentemente serena, ben educata, obbediente, è un bel biglietto da visita insieme alla sue disponibilità finanziarie...
Purtroppo io sono seduta nella zona appartata delle donne e non riesco a sentire niente di quello che dice. Non importa, tanto sono diventata di pietra e niente può più scalfirmi.
Adesso proverò ad interessarmi a quello che queste donne stanno tentando di dirmi. Non ne ho molta voglia, ma non mi va nemmeno di cominciare la conoscenza con argomenti oscuri e tristi.
"Delizioso questo te, Jasmine! Hai aggiunto un po' di cannella?".
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La mia vita è questa, è stata questa e, ormai, è così che anche finirà.
Eppure dalle tv straniere riusciamo a capire che lontano da qui le cose vanno diversamente.
Ho speranza che chi verrà dopo di me possa nascere libera da questo burqa, strumento terribile di enorme ed ingiusta disciminazione.
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Che tristezza...
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