Powered by Blogger.



Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

Clicca sulla pagina desiderata.

L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Filastrocche - Rime e Nursery Rhymes 7






🎈

Pinocchio Pinocchietto,
salta giù da quel cassetto.
C’è fretta! C’è da fare!
Su, dai! È meglio andare!

Geppetto falegname,
hai proprio un bel da fare.
Il tuo grazioso burattino
è  davvero un birichino.

In verità è già rosso il suo cuore
che vuole donare come un fiore
ai suoi amici nascosti in una fiaba
come quello che si chiama Alì Baba.

Così rincorre oltre il piccolo fosso
la nipotina Cappuccetto Rosso.
Al lupo con la cuffia nel lettone
fa un buffetto sul grande pancione.

A Pollicino la strada confonde
aggiungendo bricioline rotonde,
conducendolo con i fratellini
della Fata Turchina nei giardini.

Sgambetta accanto al Gatto con gli  Stivali
trasformando in ricchezza tutti i mali.
Con il Brutto Anatroccolo fa le capriole.
Al Gatto e alla Volpe regala due viole.

Hansel e Gretel sono suoi cari amici.
Alla Sirenetta invia grasse pernici.
Con Biancaneve si ferma a giocare
e con i Sette Nani va a lavorare.

Nel castello incantato sveglia i paggetti.
La Bella Addormentata apre gli occhietti.
Si arrampica quindi sui biondi capelli
di Raperonzolo che cucina ai fornelli.

Con l’altalena dall’una all’altra fiaba,
cari bambini, conoscerete Alì Baba,
con le belle babbucce tutte d’oro
nessuno al mondo si sentirà più solo.

Pinocchio Pinocchietto,
salta giù da quel cassetto.
C’è fretta! C’è da fare!
Su, dai! È meglio andare!

I bimbi amano vivere in un bel sogno.
Per questo di fiabe hanno molto bisogno.
Su, dai, illumina mamma e papà
perché narrino loro di Alì Babà.



🎈

Dove sei signor bruchetto?
Sotto la foglia che mi fa da tetto.
Mi nascondo da quella gallina
che vuol trasformarmi in frittatina.

Dove sei signor passerotto?
cerco semini nel fresco dell’orto.
Il becco han dischiuso i miei piccolini.
Non voglion restare a lungo pulcini.

Dove sei verde lucertolina??
Sono al fresco giù in cantina.
L’umano che gira in questo cortile
vuole la mia coda per monile.

Dove sei scoiattolo dalla lunga coda?
Salto sui rami com’è la mia moda.
Oggi ho deciso di far l’altalena
in questa radura così amena.

Dove sei sparita apetta laboriosa?
Sono tra le foglie dell’acacia amorosa.
Il profumo dei suoi fiori è inebriante
e il nettare per me molto importante.

Dove sei andato Signor Pesciolino?
Son nella vasca vicino al gradino.
Voleva prendermi con il secchiello
il bimbo di casa che è un monello.

Dove sei finito Signor Cagnolino?
Rincorro una mosca sul mio nasino.
È colpa del gatto che è scappato
e tra le mosche mi ha trascinato.

Vicino a casa tua il mondo meraviglia.
A ben osservare, la fantasia ti piglia.
Non occorre avere un tappeto volante.
per sognare il tuo mondo interessante.



🎈

Perché, mamma, il sole brilla e brilla?
Per illuminare il tuo caro faccino
e far crescere bene il mio bambino.

Perché, papà, il mare è così azzurro?
Per colorare con il blu i tuoi occhietti
e renderli sempre più dolci e perfetti.

Perché, nonnina, la luna è grande e bianca?
Per far tanta luce ai tuoi sogni di notte
e ben rischiarare il buio di morte.

E le stelle, nonno? Perché lassù ci son tante stelle?
Per indicare al viandante sperduto la via
e illuminare la fiaba che ti racconta la zia.

Perché, zia, cade la neve sul prato?
Per pulire l’aria dolce che sfiora il tuo viso
e disegnare sui tuoi labbruzzi il sorriso.

Perché, zietto, esiste la vita?
Perché si compia quel processo grandioso
che popola il mondo meraviglioso.

Perché, mamma, allora esiste la morte?
Perché esiste un altro luogo bellissimo
e per entrarvi deve aprirne le porte.

Non temere nulla, mio bimbetto dolcissimo,
C’è qui la tua mamma che ti stringe forte,
che  ti proteggerà sempre da tutto e da tutti,
e canterà mille storie nel prepararti le torte.

Dormi adesso, mio caro figliolo!
Lascia i perché e resta da solo
con i tuoi sogni di bimbo incantato
nel più bel mondo che la notte ha creato.



🎈

C’era una volta una vecchia giraffa
che beveva solo latte in caraffa
e allungava con garbo il collo
quando cantava per Lillo,  il pollo.

C’era una volta una lupa d’Abruzzo
che amava giocare con uno struzzo
e quando allattava i suoi lupacchiotti
offriva allo struzzo dolci biscotti.

C’era una volta un serpente a sonagli
che si sventolava con due ventagli
e mangiava con gusto la marmellata
con una barretta di cioccolata.

C’era una volta un orso bianco.
che si sentiva sempre stanco
e il suo piumone portava in giro,
russando forte come un ghiro.

C’era una volta un pesce pagliaccio
che custodiva un paguro in braccio
e tra le attinie aveva un lettino
dove sognare fino al mattino.

C’era una volta un bambino paffuto
che attento ascoltava il nonno barbuto
e lo guardava con gli occhi brillanti
mentre sognava quei luoghi distanti.

C’era una volta o forse non c’era
una storiella che forse era vera
e che poteva dare un po’ di gioia
a chi voleva sconfigger la noia.



🎈

Che baraonda di numeri abbiamo!
Numeri facili se li studiamo,
numeri belli e incantatori,
specialissimi per i sognatori.
Dai, dunque, ripeti con me
la filastrocca dell’uno-due-tre.

Zero è il nulla più assoluto
che nessuno ha mai veduto.
L’uno invece eccolo qua.
La filastrocca è partita già.

Una bambola di cartapesta.
Una palla di stoffa in una cesta.

Due limoni nel piatto sbeccato.
Due pulcini sullo steccato.

Tre grandi ruote per la carriola.
Tre gomitoli di lana viola.

Quattro pannocchie da sgranare.
Quattro polpette da gustare.

Cinque cucchiai di bianca farina.
Cinque biscotti per la bambina.

Sei olive secche con il pane nero.
Sei pomodori per un sugo vero.

Sette tegole sul tetto bagnato.
Sette gattini che han miagolato.

Otto bachi nei bozzolo chiusi.
Otto fili di lana arrotolati sui fusi.

Nove castagne ad arrostire.
Nove bambini che devono dormire.

Dieci rosse melette poco succose.
Dieci nocelle per le torte gustose.

Che baraonda di numeri abbiamo!
Numeri facili se li studiamo,
numeri belli e incantatori,
specialissimi per i sognatori.
Dai, dunque, ripeti con me
la filastrocca dell’uno-due-tre.



🎈

Deciso aveva il topolino
di sbirciare e fare capolino
in quella casina laccata di bianco
anche perché si sentiva stanco.

Si era da casa allontanato
e attraverso il piccolo prato
aveva raggiunto il muretto,
saltando sul piccolo tetto.

Infilò in una fessura il capino,
curioso come un bambino,
gli occhietti vispi e lucenti
scintillanti e intelligenti.

Uh, che bello quel che vedeva!
Un costume morbido dal gacio pendeva
e un cuffia di trine sul mobiletto
brillava di un azzurro perfetto.

Una sedia per farci l’altalena,
Qualcosa che sembrava una balena.
Forse un grande telo per il sole.
In un piattino delle ciliegie corniole.

Non ci pensò su neppure un minuto,
si assottigliò ed entrò risoluto.
Si lanciò con impeto lungo il comodo sostegno
e atterrò piacevolmente sulle doghe di legno.

Che graziose le ciabattine con il fiocchetto!
Erano di gomma morbida, un vero sorbetto.
Il nostro topolino tosto vi si accomodò
e in quel benessere si addormentò.

Sognò montagne intere di formaggio
che scalò con grande coraggio,
Ma quando cercava di gustarne un boccone
rotolava immediatamente nel burrone.

Gli faceva tanta gola quel formaggio
mentre della sfortuna si sentiva ostaggio.
Anzi avvertiva che qualcosa non andava,
finché si accorse che un gatto lo guardava.

Aprì meglio gli occhi oltremodo impaurito,
Era tutto vero e si sentì smarrito.
Addio bel posticino in cui rosicchiare in pace!
Ora c’era quel mostro con gli occhi di brace.

Addio biscottini profumati nel borsone
Bisognava fuggire attraverso il banconeee!
Fu lì che sentì qualcosa ulular nell'intestino
e... lasciò sul mobile un lunghissimo cacchino.

Con la forza della disperazione il topo piccoletto,
poi fuggì con la leggerezza di un bimbetto.
Il grosso gattone rimase a bocca asciutta.
Non entrava dal buco anche a mettercela tutta!



🎈

Mio caro bimbetto, ti voglio parlare
di come il tempo non ci lasci andare.
Di come l'Uomo l'abbia inventato
fino a restarne imprigionato.

C'era una volta o forse non c'era
Una bella storia che sembrava vera.
Quella di Cronos, ma anche del tempo
che sembrava scorrere piuttosto lento.

La luce si spostava come fatata
mentre scorreva l'intera giornata.
L’ombra dell'asta si spostava paziente
e ti dava l'ora senza dir niente.

La meridiana in ogni piazza,
giocava di giorno come una pazza.
Si fermava attonita sotto le stelle
che al magico buio erano ancelle.

Nella clessidra mille granelli
scendevano piano senza saltelli.
Riempivano d'oro di vetro l'ampolla.
Il tempo solo una magica bolla.

Tic tac faceva l’allegra lancetta,
intanto girava tutta furbetta.
Faceva un giro intero dell’orologio
mentre del tempo costruiva l'elogio.

C'era una volta o forse non c'era
una bella storia che sembrava vera
Quella di Cronos, ma anche del tempo
che sembrava scorrere piuttosto lento.

Scattano oggi bei numerini,
alla stazione e sui telefonini,
sul forno che cuoce e sul cruscotto,
sul comodino insieme a un biscotto.

Nell'angolino del televisore,
vanno le ore senza rumore.
Oggi siam noi dei digitali
che al tempo han messo le ali.

C'era una volta o forse non c'era
una bella storia che sembrava vera.
Quella di Cronos, ma anche del tempo,
che sembrava scorrere piuttosto lento.



🎈

C'era una bambola di cartapesta,
oggi c'è Barbie nella tua cesta.
C'era una volta un bimbo esploratore
e la sua macchinina era senza motore.
C'era una volta una graziosa bambina,
che così recitava con l'allegra vocina.



🎈

Nel giardino di casa mia,
non lontano dalla pubblica via,
corrono a frotte i bimbi felici.
Solo pochissimi hanno la bici,
ma giochi semplici ne fanno tanti
e si divertono tutti quanti.

Salta la corda, lancia la palla,
il pesce rosso ritorna a galla.
La moscacieca ti chiude gli occhi,
ma è più divertente di tanti balocchi.
Che bello sarà nella campana saltare,
o il legno a punta col bastone lanciare!

Deliziosa è l'aria sulla tua faccia,
se ti nascondi e non lasci traccia,
ma anche se corri a perdifiato
per non farti prendere impreparato.
L'acchiapparella è interessante,
come il nascondino è stimolante.

Oh, che bel castello,
il girotondo è proprio bello.
Marcondirindirondello
vieni dentro il mio castello.
Una compagna puoi corteggiare
o un'amicizia consolidare.

Se tu vuoi e non ti scoccia
cinque noccioli di albicocca
puoi lanciare e riafferrare
e con il compagno gareggiare.
Prima uno, poi due e poi tre,
con cinque ti senti quasi un re.

C'è un'altra cosa divertente:
nascondere un tesoro tra la gente.
Un fiorellino e della carta stagnola,
un sassolino ed un vetro viola
che coperto di terra diventerà
il tuo tesoro segreto per l'eternità.

Balocchi di latta e di cartapesta,
Questi erano i giochi per fare festa.
Pochi e semplici ti appariranno,
Ma così si giocava  tutto l'anno
nell'aria pura e in gran libertà
con il consenso di mamma e papà.



🎈

C'era una volta sulla vecchia altalena
una vecchina che sferruzzava con lena.
Doveva finire degli strani calzini
da far indossare ai nipotini.

Faceva i calzini di ruvida lana
con un duro gomitolo sulla sottana,
srotolando un filo ruvido e grezzo
di avanzi di lana da toglier di mezzo.
Andava veloce con quei ferri corti
mentre pregava per i suoi cari morti.
Mormorava preghiere con fare sommesso,
il capo nascosto in un fazzoletto.

Si allungava la calza ormai già formata,
mentre Beatrice la guardava incantata.
“Nonna mi insegni a fare la calza?
così non dovrò andare mai scalza.”.

Il giorno dopo nonna e bambina
sedevano insieme su una panchina.
All’unisono le due sferruzzavano svelte
a gara facevano ad essere leste.

Si sorridevano a quel semplice gioco
ed eran felici anche con poco.
La vita era dura e si lavorava,
ma c’era una rosa che profumava.

E  tu bimbetto con il video-gioco,
saresti felice con così poco?
Io penso di sì perché la felicità
in fondo non è che la semplicità.

È stare insieme a papà e mamma,
e con la nonna fare la nanna,
impastare con lei una buonissima torta
e stare attento a non sbattere la porta.


🎈






0 commenti:

Posta un commento

Poetar m'è caro

Ricordi

Insieme

Ultimi Commenti

POST COMMENTATI

Blog Archive

DISCLAIMER

Ove non diversamente specificato, tutti i testi contenuti di questo blog sono di proprietà dell’autore e sono protetti da copyright. Le immagini di proprietà dell’autore sono esplicitamente indicate in quanto tali. Nessuna riproduzione, né integrale né parziale, e nessuna manipolazione sono consentite senza preventiva autorizzazione dell’autore. In particolare, sono assolutamente vietate le riproduzioni a scopo di lucro. L'Utente s'impegna a: 1.non utilizzare il Sito o il materiale in esso inserito per perseguire scopi illegali ovvero per divulgare o diffondere in qualsiasi modo materiale o contenuti preordinati alla commissione di attività illecita; 2.non utilizzare il Sito in modo da interrompere, danneggiare o rendere meno efficiente una parte o la totalità del Sito o in modo da danneggiare in qualche modo l'efficacia o la funzionalità del Sito; 3.non utilizzare il Sito per la trasmissione o il collocamento di virus o qualsiasi altro materiale diffamatorio, offensivo, osceno o minaccioso o che in qualche modo possa danneggiare o disturbare altri Utenti; 4.non utilizzare il Sito in modo da costituire una violazione dei diritti di persone fisiche o giuridiche o ditte (compresi, ad esempio, i diritti di copyright o riservatezza); 5.non utilizzare il Sito per trasmettere materiale a scopo pubblicitario e/o promozionale senza il permesso scritto di lapanchinadelcuore.it; Ogni violazione sarà segnalata agli organi di Polizia ed alle Magistrature competenti. Nel caso in cui l'Utente non accetti, in tutto o in parte, le suddette condizioni, è invitato ad uscire dal sito.