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Buona lettura



Racconto - Mario












"Mario"



Mario era sempre più nervoso. 
Si era steso sul divano di vimini in veranda e cercava da ore di trovare una soluzione. La tensione era ormai al parossismo nella calura pomeridiana di agosto. Che ci faceva lì? Avrebbe desiderato tanto un'escursione in montagna o un tuffo in mare alle Due Sorelle. Chi lo tratteneva? In fondo avrebbe anche potuto lasciare tutto e andarci subito. 
Eppure si sentiva prigioniero di una situazione irreale. Quel malessere che sentiva occupare sempre più ogni infinitesimo pezzettino del suo corpo era un potentissima rete di contenimento, in cui non poteva neppure muovere il mignolo. Faceva fatica a respirare. 

Fu in quel momento che dalla imponente magnolia in fondo al giardino si levò il verso di un uccellino. Il suono era argentino, doveva trattarsi di un esserino minuscolo. 
Fu abbastanza per distrarlo un attimo dai suoi problemi. Si concentrò su quel canto come se fosse la sua ultima spiaggia. 
Per un tempo che non seppe definire, si perse tra le foglie carnose della magnolia a cercare la fonte di quella voce piena di energia che si imponeva nell'afa che aveva fermato ogni attività intorno. 

Proprio allora che accadde qualcosa di straordinario. Le note si trasformarono in parole… e il messaggio - possibile? - sembrava rivolto decisamente a lui. “Dentro di te! Dentro di te!” cinguettava chissà dove l'uccellino irrequieto, che si spostava da un punto all'altro di quell'enorme rifugio ombroso. “Dentro di te! Dentro di te!”.
Modulava la voce in mille registri, l'uccellino, ora in tono di comando, ora di persuasione per convincerlo, ora con stanchezza e delusione per non essere ascoltato. 

Mario dimenticò la sua angoscia e cominciò senza accorgersene a scrollarsi di dosso quella rete che lo teneva prigioniero. La rete comunque rimaneva ben salda al suo posto. “Dentro di te! Dentro di te!” cinguettava l'uccellino… ma cosa intendeva dirgli? Cosa doveva cercare? Era evidente che non doveva rimanersene lì bloccato e senza volontà. Sì, doveva agire. E almeno quello lo aveva capito. 
Dentro di sé. Sì, che marasma c'era in quel momento dentro di sé! Era indispensabile mettere assolutamente un po' d'ordine. Stava male e questo era un fatto. Qualcosa l'aveva turbato così tanto da togliergli ogni voglia di reagire. 
Da dove si poteva cominciare? 

“Dentro di te! Dentro dite!”. 
Il canto si è spostato adesso in vetta alla magnolia. Gli sembra di scorgerlo proprio lassù in cima, ma è così piccino che non ne è affatto sicuro. Ha ragione. Dentro di sé ci deve essere la chiave di tutto. 
Il lavoro? Può darsi. La famiglia? Forse. Lei? È probabile. 

Mario sente la rete stringerlo meno intensamente. Riesce a respirare molto meglio adesso. Deve essere sulla strada giusta, lì dentro di sé. Non resta che dipanare quel groviglio. 
La famiglia comincia ad andargli stretta. I controlli, i “si deve”, gli orari. È evidente che non può più sopportarli. Sarebbe tempo di andarsene via. Deve trovare il coraggio di dileguarsi con eleganza. Il lavoro gli sta offrendo una nuova possibilità in un'altra città e lui non trova di meglio che farsi imprigionare in quella rete angosciante! Già, c'è lei, la zavorra. Rinunciare per lei… Ne varrebbe la pena? Se fosse amore vero, starebbe dalla sua parte. L'ha definita zavorra. Non ci aveva mai riflettuto, ma questa e già una risposta! Deve uscire da questa prigione dell'anima, subito, adesso, nella calura eccessiva di questo pomeriggio estivo. 

“Vola libero! Vola libero!” cinguetta l'uccellino, mentre spicca il volo verso l'azzurro e si allontana. 
Mario si alza con grinta dal divano di vimini, mentre compone un numero sul suo cellulare. 
Libero. È libero!  



📚







       

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