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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Una fiaba per sognare - Il regno del pavone 2








(continua)



L’erbetta lucente del prato all’inglese iniziò a diradarsi… qualche sassolino, foglie secche e rametti dispersi ferivano adesso le sue piccole ginocchia non aduse ad una simile realtà.

Inoltrandosi all’interno della foresta, il sole era diminuito d’intensità, la sua luce andava spegnendosi gradatamente.
Tuttavia non era troppo buio in quel luogo, anche se il barbaglio lattiginoso di luce non aumentava ed era sempre piuttosto delicato.

La principessina cercò di mettere a fuoco ciò che le si presentava davanti, mentre il cuore pulsava ora al ritmo del campanellino, che si esprimeva in un crescendo emozionante.
Fu a questo punto che lo vide finalmente.

Il barbaglio bianco lattiginoso si mosse articolandosi in una figura imponente che occupò tutto lo spazio a disposizione.
La principessina si fermò.
Era davvero sorpresa.
Non sapeva se essere più delusa che contenta.
Non sapeva dare un nome a quell’essere che vedeva per la prima volta nella sua vita.

Davanti a lei c’era un uccello enorme, con una testa piuttosto piccola, un corpo molto lungo e una specie di coda affastellata… davvero lunghissima!
Non era poi troppo bello… tutto bianco… lattiginoso… inespressivo…

Le ginocchia indolenzite, si accorse che il campanellino dentro di sé si era arrestato dopo il frenetico crescendo che l’aveva emozionata.
Stava già pensando di ritornare indietro nel prato, quando qualcosa in quel “coso” si mosse.
La testolina si eresse davanti a lei, mettendo alla luce due occhietti vispi che sembravano fissarla.
Poi tutto quel grande corpo cominciò a  fremere… a gonfiarsi… ad ingrandirsi,  finché cominciarono ad evidenziarsi delle penne lunghissime, delle piume morbide, delle lucentezze inimmaginabili…
Intanto la coda che si era allargata a dismisura, si era lentamente alzata in verticale e, ora, aperta a raggiera, faceva bella mostra di sé…
Stupefacente!

Che spettacolo magnifico!
La regalità di quel piumaggio frastornava.
Nel bianco, a volte lucido a volte opaco, a volte frastagliato a volte liscio, emergevano dei decori, una specie di occhi blu con infinite sfumature iridescenti intorno. Nell’insieme formavano una cornice a dir poco fantastica, che in tutto quel bianco lucido abbagliava!
Infine, sulla testolina dritta e regale si materializzò una leggiadra coroncina di piume che lasciò la principessina a bocca aperta.

Dimentica di tutto e di tutti, l’esile ragazzina carponi sugli sterpi, ritrovò il suo campanellino che aveva ripreso a inondarla di suoni argentini, una melodia deliziosa, piena di promesse e di emozioni…
Guardava quello spettacolo senza comprenderlo appieno.
Lo viveva emozionalmente.
Sentiva che c’era qualcosa che la riguardava, qualcosa di bello e di buono che la deliziava.

Lo sguardo ammiccante sotto la superba coroncina non lasciava i suoi occhi neppure un istante.
Una corrente circolare correva ora tra di loro, una corrente che aveva una forza dirompente, una specie di inesorabile calamita che fatalmente li attraeva.

La principessina non aveva più  sentore della realtà, vedeva solo un bianco accecante e una danza di vivaci macchie blu.
Senza rendersene neppure conto, si alzò improvvisamente in piedi.
Incurante degli sterpi e dei sassolini, corse verso il magnifico essere che era rimasto lì, immoto e regale.
Circondò il suo collo con le braccine delicate, fece leva sui piedini adusi alle giravolte e si issò a sedere tra le magnifiche piume sul dorso di quella creature speciale.

Fu subito dopo che qualcosa accadde.
L’enorme uccello sollevò la lunga coda, dispiegò le ali con eleganza e si levò in volo all’interno della foresta.

Se la principessina avesse potuto ragionare, si sarebbe chiesta come si potesse volare in quell’intricata e selvaggia vegetazione.
Eppure si stavano allontanando dal prato di smeraldo che circondava il castello.
Non un timore, non una incertezza turbava la ragazzina, mentre uno zefiro gradevole le accarezzava le gote.

La musica argentina del campanellino riempiva ora anche lo spazio concreto in cui si muovevano.
A ben vedere anche la luminosità andava gradualmente aumentando.
Finalmente lo scenario cambiò e i due si trovarono in mezzo ad una piacevole radura, un posto magico dove si respirava un’atmosfera irreale.

L’uccello atterrò proprio al centro del prato, ricompose la magnifica ruota che aveva ammaliato la principessina e si immobilizzò come un’elegantissima statua d’autore.
La ragazzina era saltata prontamente a terra, aveva abbozzato un balletto a base di giravolte intorno a lui e lo guardava adesso dritto negli occhi, immobile
Lo sguardo dell’enorme uccello sembrava ora parlarle. Tenero, dolce, umano, l’accarezzava con affetto palese.

Poi il pennuto si mosse.
Si avvicinò alla principessina e le fece un inchino, compito ed elegante.
La principessina ancora una volta lo raggiunse, gli cinse dolcemente il collo con le esili braccia e gli stampò un bacino sulla testolina…

Un sussultò,  un tumulto,  uno sconquasso… la ragazzina si ritrovò a un metro di distanza senza rendersi conto di cosa stesse accadendo.
Prima scomparve la grande ruota, poi le penne e le piume schizzarono via scomparendo tra le foglie delle piante intricate che circondavano la radura.
Tutto il corpo si rimpiccolì, si restrinse, si sollevò verso l’alto. Il capino si ammorbidì, s’ingrandì… e di colpo un bel ragazzo, dai profondi occhi neri vellutati, fu da vanti a lei.
La coroncina era ancora al suo posto.


(continua)




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