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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Pets and Animals - La merla








Silenziosa e lenta, la merla salì sul bordo del nido e spiccò il volo.
Nessuno dei commensali se ne accorse.
Erano tutti presi a mangiare pietanze gustose di pesce, tentando di superare il caldo torrido di un‘estate che si annunciava con prepotenza.
Tintinnar di bicchieri, qualche risata, cozzar di posate sui piatti.
Un andare e venire di camerieri visibilmente provati dal caldo.
Profumi. Quelli sì, quelli decisi e forti nell’aria afosa del primo pomeriggio.
All’ombra della tettoia bianca di legno, sotto la vela appena appena mossa da un impercettibile zefiro, la vita si dipanava pigra e distratta.

La donna alzò gli occhi verso l’angolo del sottotetto, non molto alto in verità.
Meno di tre metri di altezza certamente e a non più di tre metri di distanza dal punto in cui era seduta.
Il nido era lì, bene in vista. Semplice e lineare.
Sembrava molto grande, visto così da vicino.

Fu allora che la donna si ricordò di averlo già osservato la settimana precedente, quando Virginia, la proprietaria del ristorante, le aveva raccontato della tenacia di quella piccola mamma, fiera e decisa nel suo ruolo.
Infatti, non sembrando opportuno lasciare lì quel nido, sopra la tavola su cui mangiavano i suoi commensali, in un momento in cui la merla non c’era, aveva provveduto a rimuovere quel magnifico cestino e a spostarlo lontano da lì.
Dispiaciuta per l’intromissione, si era preoccupata di non sciuparlo e lo aveva riposizionato nella siepe poco lontano che poteva proteggerlo in qualche modo.

Al suo ritorno la merla sconcertata, aveva cominciato a volare di qua e di là visibilmente dispiaciuta.
Non aveva voluto saperne di quell’orribile intromissione.
Come si sa, è costume degli uccelli smettere la cova se qualcuno tocca il loro nido e le uova deposte.
Per fortuna quel nido era ancora vuoto.

Dopo tanto svolazzare, la merla si era rimessa subito al lavoro per costruirne un altro… nello stesso identico luogo che aveva scelto in precedenza!
Il via vai con le pagliuzze e i piccoli sterpi nel becco era quindi ricominciato per l’instancabile mamma, che era andata avanti di gran lena finché una nuova culla non fu pronta ad accogliere i suoi nuovi piccoli pulcini.
Virginia non aveva avuto cuore ad intervenire nuovamente.
Aveva fatto finta di non vedere e l'aveva lasciata in pace, sperando che nessuno avesse da ridire di quell'ornamento naturale non adatto ad un ristorante seppure sulla spiaggia.

Un cameriere si avvicinò al tavolo, portando un vassoietto di biscottini belli e profumati di buono.
La donna ne afferrò uno e lo addentò distrattamente, ma si fermò subito.
Aveva notato proprio in quel momento che la merla, che aveva visto covare in precedenza, adesso non era nel nido.
Un dubbio atroce l'aveva colta.
Forse la stoica mamma aveva poi abbandonato il nido a se stesso?


🐥🐥🐥🐥🐥


Nel pomeriggio inoltrato, la donna si ritrovò a passare nelle vicinanze dell’ombrosa tettoia.
Fu colpita da un gruppetto di ragazze che armeggiava nell’angolo in cui l’ospite attendeva alla sua vita di uccello in piena fase riproduttiva.
Anzi due di esse erano salite su un tavolo e guardavano dentro il nido.
Evidentemente la merla non c’era,
Le due scattavano delle foto.

La donna pensò che fosse davvero bello che delle giovani ragazze fossero così attratte dall’osservazione di un evento semplice e naturale come quello.
Non sempre era facile riescire a vedere qualcosa del genere, parteciparvi quasi quasi, soprattutto se si viveva nelle grandi concitate città.
Infatti, era sempre stata convinta che i giovani dei tempi moderni si mostrassero superficiali solo per mancanza di stimoli interessanti e che avrebbero lasciato volentieri chat e stupidaggini varie se si fossero trovati ad incrociare altre occasioni da cui farsi intrigare.
Gli occhi delle tre ragazze brillavano ed il sorriso le rendeva complici.

Si fermò quindi a scambiare due parole con loro, perché era curiosa di sapere se la merla avesse abbandonato il nido.
Con grande emozione le ragazze le mostrarono le foto che avevano appena fatto.
Tre bellissime uova sfumate di celeste facevano bella mostra di sé tra le pagliuzze dorate!
Alla sua età piuttosto avanzata, la donna provò ancora un moto di grande emozione.
Vedere la Natura in azione era per lei sempre un tuffo al cuore, un palpitare di profonde sensazioni che affondavano le loro radici in qualcosa di grande, di primordiale.
A volte non sapeva del tutto spiegarsele, ma le amava per la grande bellezza che le lasciavano dentro.

Due giorni dopo la donna si trovò ancora una volta seduta al tavolo a ridosso dell’angolo magico.
Mentre sorseggiava il caffè, levò nuovamente gli occhi verso il nido.
Questa volta il capino della merla spuntava dal bordo.
Lei era lì a covare le sue piccole uova azzurre nell’afa pomeridiana.
Guardava dritta davanti a sé come se niente potesse distrarla.
La donna fu colpita dal fatto che sembrava molto stanca e accaldata.
Teneva e manteneva il becco completamente aperto come se nel caldo torrido non ce la facesse a respirare.

Pensò che tenendo il becco aperto probabilmente la sua temperatura corporea riuscisse semplicemente a riequilibrarsi.
Che bello potere osservare, comodamente seduti, uno spettacolo così semplice eppure così  insolito!
Da bambina, nella grande città, aveva potuto solo ammirare lontani voli di rondini al tramonto, farfalle e piccioni nei cortili, lucertole e poco altro.

Tuttavia, non da molto aveva vissuto un’esperienza analoga, ma molto breve.
Durante una gita turistica, era rimasta incantata ad ammirare le rondini di S. Stefano di Sessanio.
Sotto il vecchio arco delle case vetuste, una teoria di nidi facevano bella mostra di sé.
Erano lì alla portata di sguardi e a portata di mano.
Sì, non era neppure necessario alzarsi in punta di piedi per osservare con calma mamme e rondinotti come mai avrebbe creduto possibile!
L’esperienza era stata emozionante.
Proprio come questa che ora veniva messa in scena nel nido di merli lì davanti a lei.


🐥🐥🐥🐥🐥


Appena dopo qualche giorno, la donna si ritrovò a gustare un caffè ghiacciato nella calura pomeridiana.
In alto la merla osservava intorno e si muoveva piano, ma con sicurezza.
Strani movimenti oggi in quel nido.
Sì, due pulcini avevano già rotto il guscio!

Ne ebbe poco dopo la conferma, quando la proprietaria del ristorante le mostrò una foto che aveva preso la mattina, in un momento in cui la merla aveva lasciato il nido in cerca di cibo.
Due piccolini implumi e piuttosto bruttini facevano bella mostra di sé,  accanto ad un uovo azzurrino appena picchiettato di marrone che non si era ancora dischiuso.

Intanto la merla attendeva ai suoi doveri di madre, incurante del viver degli uomini, del tutto presa ad imboccare la prole.
Cosa gli dava da mangiare a quei piccolini appena venuti al mondo?
Forse un semino piccolissimo e quasi invisibile, pensò la donna.

La conversazione al tavolo degli umani era ripresa animata, così nessuno si era accorto che la merla non era più all’interno del nido.
Fu una sorpresa per tutti, quando la videro a terra sul vialetto di legno, con un bruchino in bocca, ferma e seria a scrutare l’ambiente.

Per la prima volta sembrò sfidare gli uomini.
Infatti, dopo aver aspettato un lungo tempo in una situazione per lei forse pericolosa, sicuramente inopportuna, spiccò un volo radente e mirato.
Si infilò sotto un archetto tra i commensali che erano in piedi per lasciare il ristorante.
Lo spazio era veramente ristretto e quasi li sfiorò con le ali, ma puntò decisamente verso i suoi piccoli senza ulteriori ripensamenti.

Nel nido cominciò tosto ad imbeccarli senza più badare a niente e a nessuno.


🐥🐥🐥🐥🐥


Dopo qualche giorno la donna, di ritorno da un breve viaggio, notò sulla colonna, appena sotto il vivacissimo nido, tre fiocchetti di raso bel allineati.
Due erano celesti e uno rosa.

Si era schiuso anche il terzo uovo, dunque!
E quelle romantiche delle solite ragazzine, che stavano vivendo come tutti quell’avventura, avevano dedotto - chissà come – che il sesso di quei piccoli era così determinato.
Sperò ancora una volta che la merla non fosse stata disturbata dal loro gentile intervento.

Ma papà merlo che fine aveva fatto?
Non lo aveva mai visto.
Possibile che i merli lasciassero tutto quel lavoro solo alla mamma?

Trascorse ancora un giorno.
Quel pomeriggio, seduta sul divanetto non lontano dal teatro dell’evento, la donna vide ancora una volta la merla andare e venire con molto impegno.
Pensò che i piccoli, già molto affamati il primo giorno, avessero adesso bisogno di una grande quantità di cibo.

Aveva letto come dopo dodici-quattordici giorni di solito venissero trasferiti in un nido più in basso.
Voleva forse dire che erano quasi pronti per quel momento?
Certo era che la mamma andava e veniva in continuazione per cibarli come si conviene.
E il padre?

Fu proprio in quel momento che percepì un collegamento della merla con qualcosa che ne catturava l’attenzione.
La donna si alzò repentinamente, raggiungendo un punto in cui la tettoia lasciava spazio libero al cielo.
E lo vide finalmente.

Più  grande e più nero della merla, attendeva su una grondaia non lontana con un grosso bruco nel becco.
I due si guardavano sapendo bene cosa stessero facendo e cosa avrebbero dovuto fare.
Lui controllava il territorio intorno con serietà e metodo.
Immobile, guardava anche gli umani che in basso andavano e venivano.
Al loro andirivieni pareva abituato.
Infatti sembrava dare un’occhiatina così, per sicurezza.

Dopo aver finito di imbeccare i tre golosoni insaziabili,  la merla ripartì dal nido e raggiunse il compagno sulla grondaia.
Un attimo… afferrò il bruco e, tenendolo penzoloni nel becco, si diresse nuovamente verso il nido.
Il merlo cambiò punto di osservazione.


🐥🐥🐥🐥🐥


Arrivò di nuovo una domenica
Sotto la tettoia si ritrovarono in tanti a degustare fritturine di paranza e tagliolini al nero di seppia.
Il vociare festoso era piuttosto elevato ed il vento soffiava con un impeto insolito.

In tutto questo frastuono la donna fu subito richiamata da un cinguettio vivace proveniente dal nido.
Era forte e deciso.
Pensò che non sembrava quello di un pulcino.
Anche il capino che spuntava dal bordo del nido era piuttosto grande.
Era forse la merla?
Eppure non aveva mai richiamato l’attenzione con il suo cinguettio in tutti quei lunghi giorni!
Non sarebbe stato prudente.
Perché farlo adesso?

Il trillo melodioso e perfetto si ripeté ancora per alcune volte.
Poi tutto fu chiaro.
Infatti, non passò molto tempo prima che il giovane merlo tentasse di uscire fuori dal cestino in cui era vissuto fino a quel momento.
La donna capì che il cinguettio era un richiamo.
Qualcuno disse che i suoi fratellini erano già volati via la mattina.
Il piccolo era rimasto solo.

Con determinazione, o forse con un po’ di agitazione, cominciò a svolazzare di qua e di là, ad annaspare disordinatamente indeciso sul da farsi.
Spaventato dal vuoto e dal suo primo volo, tentava invano di scalare la parete cui il nido era addossato.
Tanti occhi puntati su di lui, il vociare domenicale si tacque per un attimo.

Fu in quel momento che, con grande costernazione dei commensali i quali non erano a conoscenza ancora che lui era l’ultimo rimasto lì dentro da solo, un signore lo afferrò delicatamente e lo spinse in bilico sul suo dito.
Puf!
Ci fu un piccolo movimento della mano e il giovane merlo prese elegantemente il volo verso terra.
Tutto era così così naturale che sembrava non avesse fatto altro fino a quel momento.

Nella preoccupazione generale che la madre non avrebbe più voluto provvedere a lui avendo subito il contatto con l’uomo, si venne a conoscenza che la merla stava invece attendendolo poco lontano insieme ai suoi fratellini.
Il piccolino atterrò sul legno del pavimento vicino ad un cespuglio che faceva angolo, lo aggirò e zampettò immediatamente in direzione della madre, che lo richiamava con piccoli suoni dalla sua posizione di sicurezza.
Per il momento tutto era andato a buon fine.

Era stato bello, davvero molto bello ed emozionante, assistere in diretta al meraviglioso spettacolo della vita messo in atto dalla Natura!
La donna sorrise tra sé e sé, grata per la bella emozione che aveva sperimentato.
Sorrideva da sola, ricordando le descrizioni di questi eventi, in fondo semplici, che le erano state fatte da bambina da chi le aveva vissute prima che la vita in città fagocitasse ogni cosa tra asfalto e mattoni.

Sorseggiò con gusto il suo caffè lungo zuccherato e tornò alla conversazione generale.



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