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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

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lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Pets and Animals - La gatta






L’uomo, gli occhi vispi e curiosi come quelli di un topo, osservava attentamente ogni particolare del piccolo giardino.
Raggiunse deciso la gabbia dei conigli, l’aprì, la chiuse subito dopo aver guardato distrattamente all’interno.

Le due donne al di là della rete parlavano quietamente: l’aria immota nel tardo pomeriggio estivo si rinfrescava appena sotto gli enormi tigli carichi di foglie di anni.

L’uomo osservò non proprio di sottecchi le due donne.
Non dissimulava minimamente il desiderio di farsi notare, anzi si muoveva velocemente avanti e indietro per attrarre con il movimento repentino l’attenzione delle vicine.

Più in là qualcuno lavorava nel piccolo orto che sconfinava quasi inavvertitamente nel vasto giardino, abbastanza curato, in cui le due signore si erano fermate a scambiare due parole.

D’un tratto un’idea improvvisa sembrò colpire l’uomo.
Raggiunse velocemente la grossa porta di legno che introduceva ad una vecchia stalla ora adibita a cantina e scomparve per un attimo.
Quando riemerse di lì a poco stringeva tra le mani due piccoli morbidi micetti appena nati.

Imperterriti, beati per tante attenzioni, i due piccoli esseri guardavano curiosi ogni cosa.
C’era però in fondo ai loro occhi, adesso gialli, un vago lampo di timore che subito, tuttavia, venne fugato da una carezza della donna, cui seguiva un miao di compiacimento felino.
Intanto l’uomo rideva, felice di aver stabilito ancora, se pur per un attimo, un’onda di calore umano tra sé e due persone vivaci, ancora nel fiore della vita.

Infatti, da quando era andato in pensione (in pensione forzata per malattia) sentiva spesso la necessità di ristabilire contatti con gli altri, di rimettersi sulla loro  stessa lunghezza d’onda, di poter respirare ancora la certezza e l’essenza di essere vivo.

Ora i suoi neonati micetti erano riusciti a riagganciarlo per pochi minuti al carro della vita, seppure forse solo apparentemente.
Erano riusciti a riportarlo dentro il carro del movimento e dell’azione, a suscitargli nel cuore formicolii di calore al sol guardarli esistere, a svegliare ancora l’interesse degli altri per lui, degli altri che erano ormai distratti rispetto alla sua sola persona.

Così, nascosti da un vivace sorriso, sentimenti contrastanti si addensavano nella sua mente.
Con amarezza percepiva il disinteresse delle persone intorno a lui, il disinteresse dei più giovani troppo indaffarati a produrre, di quelli stessi che di lì a qualche anno, forse qualche mese, si sarebbero trovati nella sua stessa condizione di nullità.

Per questo amava di un amore intenso i suoi polli, le sue anatre e soprattutto i suoi conigli tiepidi al tatto.
Li amava perché non ne era respinto, perché attraverso di essi, con un solo ciuffo d’erba offerto come per  gioco, si sentiva scaldare il cuore grazie alla loro naturale riconoscenza.

L’amore per la sua enorme gatta, però, aveva tutt’altre radici.
L’eleganza dell’incedere, la luminosità e la quantità di  quel pelo fulvo che le ammorbidiva i lineamenti felini e che la ingentilivano rendendola unica, facevano sì che del gatto perdesse ogni aggressività, conservandone l’intelligenza e la prontezza.

No, quella gatta stupenda andava ben al di là di un pollo! Evocava in lui vibrazioni profonde che sapevano di libertà, di luoghi selvaggi inesplorati, di avventura.
Queste emozioni sapevano di vita, a volte, di soprannaturale.
Evocavano sensazioni trascendenti che duravano soltanto un attimo e che non riusciva ad isolare ed analizzare.

Aveva vagamente sentito da qualcuno che un tempo da qualche parte il gatto era stato elevato al rango di divinità.
Oh, guardando la sua gatta, come capiva quegli esseri chiunque fossero o fossero stati! C’era una luce nei suo occhi verdi che poteva da sola giustificare ogni cosa!

Come evocata dai suoi stessi pensieri, la grossa gatta pelosa comparve sul limitare dell’orto.
Comprese con un solo sguardo la situazione anomala, percependo un grave pericolo per i suoi piccoli piumini color visone.

In posizione di difesa percorse a ritroso la strada lungo tutto il muro di cinta, alla ricerca di un varco per entrare nell’altra proprietà.
Il contadino chino nel piccolo orto sollevò lo sguardo al passaggio della gatta piena di disperazione.

La giovane donna era rimasta incantata davanti alla bellezza dei due giovanissimi gatti.
Non amava particolarmente questo tipo di animale.
I gatti le parevano subdoli, freddi, comunque insignificanti.
Questi due esemplari erano però stupendi, degni di posare per fotografie di repertorio, i più belli che avesse mai visto.

Quando mamma gatta era comparsa preoccupata in lontananza, si era affrettata a restituire i due neonati all’uomo dai piccoli occhi vispi come quelli di un topo.
Quest’ultimo li aveva presi delicatamente ed era scomparso nuovamente nel buio della cantina per deporli nel loro cestino.

Le due donne ripresero a chiacchierare vicino alla rete, quando mamma gatta si avvicinò loro miagolando interrogativamente.
Non vedeva più i suoi due micetti pur avvertendone ancora l’odore!
Il panico aveva dilatato ancora di  più i suoi grandi occhi verdi.

Camminava intorno alle due donne, guardandole con immenso dolore, chiedendo con tutto il suo essere che le fossero restituiti i suoi figlioletti.
Combattuta tra l’ansia e il desiderio di attaccare, comunicava i suoi pensieri senza emettere neppure un miagolio!

La giovane donna osservava attonita quell’insolito comportamento che a lei era del tutto sconosciuto.
Poi, parlandole dolcemente, le indicò l’uomo al di là della rete, cercando di convincerla a tornare a casa.

La gatta non si muoveva. Appariva sempre più preoccupata.
Finalmente fissò la donna negli occhi e parve comprendere.
Il suo sguardo cristallino sembrava ora parlare, sembrava ora rispondere alla donna, pervaso da un’umanità che sconcertava.

E la donna capì.
Allora, si chinò ed afferrò quella calda matassa di lana.
Docile la gatta, come se la conoscesse da sempre, si lasciò sollevare compostamente sopra la rete, raggiungendo le mani dell’uomo che la depose a terra con delicatezza.

Libera dalle sue mani, muta, i grandi occhi splendenti, guardò ancora la giovane donna con sguardo fermo e intelligente.
Un attimo… poi corse in fretta nella buia cantina a controllare che tutto fosse in ordine.
Ricomparve dopo poco con un gattino in bocca ed uno tra i piedi, finalmente tranquilla.

La giovane donna rimase  a lungo con quello sguardo di gatta impresso nel suo.
Aveva letto in esso l’esistenza di un’anima, capace di elevarsi fino alla sua.
Aveva scoperto una meravigliosa intelligenza emotiva in grado di competere con quella di un uomo.
Aveva percepito una sensibilità ed un coraggio che invitavano a conoscerli meglio.

Un pensionato, due donne e un contadino rimasero a lungo  alquanto perplessi, ognuno perso nella girandola dei propri pensieri, messi in moto da quell’enorme gatta dall’incedere elegante.

Per molto tempo rimasero impressi nei  loro cuori  i suoi sentimenti di dolore prima, di gioia poi, che le avevano dato il coraggio di affrontare le strategie più intelligenti per ricongiungersi ai suoi piccolini in pericolo e che l’avevano elevata per qualche istante al rango di un vero essere umano.



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