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Buongiorno, amici de “La Panchina”!
Avvicinatevi pure con gioia.
Vi stavo attendendo.
Anche oggi c'è il sole.
Spero di cuore che questo sia un bel momento per stare insieme, un bel momento di serenità.
E un bel momento di tranquillità ci sta bene in ogni momento della giornata, in ogni giorno della settimana, sempre.
Dunque…
Le parole girano a migliaia intorno a noi.
Aspettano di essere colte per trasformarsi in pensieri.
Non facciamole attendere invano, perdendo l'occasione di allenare i nostri muscoli della mente e del cuore.
La parolina che è finita nel mio retino oggi è “rughe".
Si aggira frenetica e si dibatte. Sembra minacciosa e punitiva.
Vorrebbe spaventarci.
La colgo al volo. Voglio fermarla.
Più che immobilizzarla, vorrei tranquillizzata, toglierle quell’aura di ansia che l‘avvolge, che la rende quasi funesta.
Forse è finita nel mio retino già qualche altra volta, ma non ci farà male darle ancora un po' retta.
Nel mondo di oggi è tutta una corsa a spianare le rughe.
Meglio non sorridere per non farle imprimere nella pelle.
Comunque ci vuole una crema, un siero potente, una maschera a giorni alterni, perché no, un ritocchino e poi un altro ancora.
In questo, se manteniamo un basso profilo, non c'è forse nulla di male.
Se nutriamo il corpo, perché non nutrire anche la pelle?
Il problema nasce quando la propensione alla cura si trasforma in uno stato perenne di inadeguatezza, in un'ansia sproporzionata per Il tempo che passa, in un'incapacità di andare oltre rivalutando il vivere e il pensiero.
Il viso di un bambino, di un adolescente, ma anche di un giovane, è liscio e luminoso. Bellissimo.
Chi di voi, tuttavia non ha mai provato la sensazione che oltre quella bellezza che hanno tutti perché regalata dalla gioventù, non ci sia assolutamente altro che una ridda di possibilità non ancora espresse?
Che guaio poi se l'urgenza prorompente sia unicamente quella estetica!
Le rughe che diventano via via più profonde sciupano certamente l'incanto di quell’armonia fanciullesca, ma disegnano anche l'intero mondo che abbiamo vissuto, comunicando tutta una gamma di sentimenti che certamente intrigano molto di più dell'anonimato.
Non so se sia lo stesso per voi.
Io, se mi guardo indietro, vedo una me stessa meno completa e interessante.
Se dovessi scegliere, io non vorrei tornare a quella che sono stata nelle varie tappe della mia vita.
Al contrario mi piacerebbe tanto fermare la vita a questo momento presente, pieno di esperienze e di vissuti, pur con tutti i limiti che l'avanzare dell'età comporta.
Dunque perché mai dover ricorrere alla chirurgia continua per mirare ad un viso standardizzato, un viso che non racconta nulla del sé interiore, un viso che si fa gli sberleffi da solo, incapace di comunicare com'è?
Con questo non voglio affermare che le rughe siano la cosa più bella del mondo.
Al contrario voglio far notare che non ce ne dovremmo far coinvolgere in modo così triste, che invece andrebbero portate con la migliore eleganza possibile, lasciando che siano mitigate dalla lucentezza dello sguardo e del sorriso, insomma, dei nostri pensieri.
Spero davvero che vi siate sentiti bene tra le parole che girano a ruota libera intorno alla nostra panchina.
Grazie per essere stati qui.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore.
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