Salve!
Eccomi qui felicemente sulla nostra panchina.
Dopo tanta pioggia davvero troppo arrabbiata, è bello rilassarsi un po’ in un mare di parole.
Quante parole!
Corte, lunghe, lunghissime, difficili da leggere o semplici semplici.
Mi galleggiano intorno ammiccanti.
Ora ne catturerò una.
Fisso un punto di luce. Fatto. Adesso mi appartiene.
Un calore amico mi invade, riscalda ogni più piccolo anfratto dentro e fuori di me.
Sto bene attenta a restare all’interno di questo spazio carezzevole, materno.
Al di là c’è ombra, freddo, isolamento.
È stato facile entrare, devo dire.
Solo un piccolo salto.
Un piccolo movimento volontario... ed eccomi in un mondo altro.
Tutti, se lo desiderano, possono entrare con me. E stare insieme tra le parole è anche molto più bello ed eccitante.
Le parole ben rimescolate sono amiche, spesso divertenti, a volte rilassanti, senza parere terapeutiche.
Le vedete svolazzare nell’aria ancora tiepida di settembre?
Sembrano farfalle tardive.
Leggere, leggiadre, quasi incantate, svolazzano qua e là speranzose.
Sono alla ricerca di un’immortalità, di un piccolissimo anelito di vita che le traghetti attraverso il tempo.
Giocano davanti agli occhi di chi sta lì un po’ distratto a guardarle.
Formano arabeschi, unendosi in piccole e grandi catene, in isole in movimento in cui le catene sembrano scegliersi ed intrecciarsi con soddisfazione.
Che voglia di stare al gioco!
Che grande desiderio di farmi io stessa avviluppare nel groviglio!
No, forse no. È meglio che afferro una parola, una sola.
Una semplice piccola parola da cui partire indomita e da cui costruire una matassa solo apparentemente ingarbugliata, una matassa di idee da dipanare che mi facciano sentire l’essere pensante che sono.
Dunque, vediamo!
Quella mi ispira. Né lunga né corta, modesta... potrebbe andare bene.
Forse sarà troppo semplice? Più in là c’è n’è un’altra che mi svolazza davanti da tempo.
Vuol farsi notare a tutti i costi.
Mi avvicino. L’afferro. La leggo...
“accettami”.
Uh, che parolina perentoria! Sembra quasi un ordine...
No, è solo un po’ sfrontatata...
No, non devo lasciarmi trarre in inganno.
Se ascolto con più attenzione... è quasi una preghiera... un grido sommesso di aiuto...
Amici de “La Panchina”, vi ho incuriosito abbastanza?
Se vi ho distratto almeno per un attimo, se vi ho intrigato quasi con il nulla, tornate ancora qui ad allenare i muscoli della mente e del cuore.
Riprenderemo il discorso su quella parolina-farfalla che è venuta ad infilarsi nella mia rete.
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