Salve, anime belle intorno alla panchina!
Un altro giorno nuovo nuovo ci fa l'occhiolino. Ammicca allettante.
Quale migliore occasione per riflettere ancora insieme?
Spesso ci meravigliamo di tutto ciò che di negativo sembrano fare gli altri, siano essi molto vicini a noi, siano essi lontani lontanissimi nel mondo.
Forse ci mettiamo anche in cattedra puntando il dito oppure arricciamo il naso disgustati, più spesso ci allontaniamo pensando di essere la verità assoluta.
Potrebbe essere che questo sia dovuto alla nostra insicurezza, alla nostra paura di non saper affrontare le mille scelte che la vita ci mette davanti ogni minuto, allo smarrimento che ci coglie quando le cose sono tanto più grandi di noi e delle nostre esperienze?
Io credo, anzi ne sono convinta, che questo modo di vivere le cose non sia giusto in assoluto, per noi in prima istanza perché non ne ricaviamo alcun sollievo, ma anche per gli altri e la società tutta.
Infatti, sono giunta alla conclusione che il bene ed il male sia un unicum dentro di noi, un unicum in continua evoluzione, in cui l'istinto aggressivo che lotta per la sopravvivenza deve continuamente scendere a patti con le scelte di civiltà che ci siamo dati nel corso di questo lungo tempo dell'uomo sulla Terra.
Ne consegue che, forse, dovremmo atteggiarci maggiormente alla comprensione, alla dialettica costruttiva, alla promozione di lenti ma importanti cambiamenti nel modo di pensare, utilizzando le parole come strumenti importantissimi che possono più delle armi.
Voi cosa ne pensate? Mi piacerebbe molto conoscere le vostre opinioni.
Intanto, come al solito, vi rimando ad un modo alternativo di sintetizzare queste complesse considerazioni, quello del linguaggio poetico che, oltre a liberare le emozioni, utilizza una capacità di sintesi altrimenti impossibile.
Sempre se vi va andate alla pagina "Poesia - Come al lunapark".
Ciao!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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