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CONTE CONTE CONTE CONTE CONTE CONTE
🤗
Tintintin tontonton
Due salsicce e del fricò
da gustar con la focaccia.
Dai, non fare quella faccia.
La tua faccia ha già un sorriso
mentre butti via il riso.
Attenzione al vecchio Don
Tintintin tontonton.
Tontonton tintintin
Dai un bacio al tuo micin.
La tua nonna ha il rossetto
e del sale nel cassetto.
Nel cassetto un corno rosso.
Dai, ridiamo a più non posso.
Attenzione al vecchio Ring
Tontonton tintintin
🤗
Dammi la mano
e balla con me.
E sarai sano
Come un re.
Salta a destra.
Guarda la finestra.
Salta a sinistra.
Che bella vista!
Alza la testa
Per fare festa.
Un grande inchino
Un bicchiere di vino.
Ora lancia un bacio a me.
A contare tocca a te.
🤗
Oggi ho voglia di giocare,
una bambina tra i bambini.
Oggi ho voglia di cantare
e le parole far rimare.
Ciuccia Dino le chiavi di nonna,
Schizza sull’erba il fratellino.
Paola urla e si leva la gonna.
Che confusione in questo giardino!
Una carezza e un ammonimento,
un bacino e un’esortazione.
Tutto è frenetico un questo momento.
Regna sovrana la confusione.
Per fortuna una voce dalla panchina,
flebile e debole ma molto suadente,
si leva dell’angolo in cui la vecchina
osserva la scena con fare ridente.
C’era una volta un nanetto gobbetto,
che cantava con brio ogni mattina,
mentre saltava ritmicamente sul tetto
guardando il sole sulla collina.
Saltando e cantando senza cervello,
continuò la vecchina a narrare,
accadde che un giorno il nano bel bello
cadde dal tetto e si mise a russare.
Dormì sette giorni e ben sette notti.
Come svegliarlo nessuno sapeva.
Non sentiva nemmeno i botti più forti
finché a Valentina non venne un’idea.
Unì caffè nero e vino dolce moscato,
aggiunse del pepe e un po’ di cannella,
lo fece bere al nanetto prostrato
che lo ingoiò tutto a garganella.
Ed ecco di nuovo il nanetto gobbetto
cantare con brio ogni mattina,
saltar ritmicamente sul tetto,
guardare il sole sulla collina.
Ora Dino è fermo per ascoltare
Seduto sull’erba è il fratellino.
Paola si è rinfilata la gonna.
Non c’è più confusione in questo giardino!
Un miracolo ha fatto la nostra vecchina
mentre scalda le ossa sera e mattina.
Ancora qualcosa può raccontare
se l’uomo frenetico vuole ascoltare.
Oggi ho voglia di giocare,
una bambina tra i bambini.
Oggi ho voglia di cantare
e le parole far rimare.
Ciuccia Dino le chiavi di nonna,
Schizza sull’erba il fratellino.
Paola urla e si leva la gonna.
Che confusione in questo giardino!
Una carezza e un ammonimento,
un bacino e un’esortazione.
Tutto è frenetico un questo momento.
Regna sovrana la confusione.
Per fortuna una voce dalla panchina,
flebile e debole ma molto suadente,
si leva dell’angolo in cui la vecchina
osserva la scena con fare ridente.
C’era una volta un nanetto gobbetto,
che cantava con brio ogni mattina,
mentre saltava ritmicamente sul tetto
guardando il sole sulla collina.
Saltando e cantando senza cervello,
continuò la vecchina a narrare,
accadde che un giorno il nano bel bello
cadde dal tetto e si mise a russare.
Dormì sette giorni e ben sette notti.
Come svegliarlo nessuno sapeva.
Non sentiva nemmeno i botti più forti
finché a Valentina non venne un’idea.
Unì caffè nero e vino dolce moscato,
aggiunse del pepe e un po’ di cannella,
lo fece bere al nanetto prostrato
che lo ingoiò tutto a garganella.
Ed ecco di nuovo il nanetto gobbetto
cantare con brio ogni mattina,
saltar ritmicamente sul tetto,
guardare il sole sulla collina.
Ora Dino è fermo per ascoltare
Seduto sull’erba è il fratellino.
Paola si è rinfilata la gonna.
Non c’è più confusione in questo giardino!
Un miracolo ha fatto la nostra vecchina
mentre scalda le ossa sera e mattina.
Ancora qualcosa può raccontare
se l’uomo frenetico vuole ascoltare.
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