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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Racconto - Giulia

 








Il taglio dei capelli, il trucco, l'abito... Tutto perfetto.
Intorno al tavolo ben apparecchiato, l'atmosfera era idilliaca. La tovaglia di lino di fiandra ben stirata, i piatti di famiglia Ginori vecchia manifattura, cristalleria e argenteria. Tutto come doveva essere, una realizzazione da cui farsi ispirare. 
Sul terrazzo, fuori dalla porta-finestra, le bunganvillee in rosa creavano una bellezza d'altri tempi.
Gabriella apprezzò grandemente quell'ambiente ricco e gradevole. 
Pensò immediatamente che era stata una buona idea avere accompagnato gli sposini in visita all'antica vicina di casa, avere avuto lei stessa l'occasione di rivedere Giulia dopo quasi trent'anni. 
Un afflato emotivo rendeva quell'incontro prezioso. Qualcosa, però, interferiva a momenti con quello scenario che era stato così egregiamente organizzato. Non riusciva a scacciare dalla sua testa un dialogo che percepiva a tratti confuso, proveniente da un tempo lontano. Lo aveva sentito ripetere mille e mille volte fin da quando era bambina. Pensava di averlo dimenticato.  Invece...


"Rosa, devo andare al mare... Pensa, mi ha invitato! Ci sono riuscitaaa!". 
"E allora? Non sei contenta?" 
"Contenta? Sono felicissima, ma... ma come faccio? Non ho il costume...". 
"Non hai il costume? E le tue sorelle? Non mi dire che in quattro non avete un costume!".
"Rosina, ma chi c'è mai andato al mare? Io sì o no l'ho visto una volta il mare...". 
"E allora come ci vai?" 
"Ci devi andare in tutti i modi. Non posso perdere certo questa occasione! Come faccio? Aiutami tu! Tu non hai un costume da prestarmi?". 
"Mi dispiace, Giulia, ma anche noi non abbiamo costumi e abbiamo poca dimestichezza anche con il mare." 
"Aiuto... come faccio? Mi devi assolutamente aiutare! Povera me! È un'occasione unica. Lui è un avvocato... è bello, ricco... È la mia occasione.". 
"Ma come posso aiutarti? Come ti ho detto, io non ho certo un costume da prestarti...". "Invece no... qualcosa hai! Mi è venuta un'idea. Sì, potrebbe andare... Tu hai quelle mutande... quelle che ti ha fatto tua madre... Sai? Quelle culotte con il merlettino che sembrano pantaloncini... Sììi! Andrebbero benissimo! Me le presti?". 
"Giulia, ma puoi andare al mare in mutande? Sei impazzita? E poi mia madre mi ucciderebbe... le mutande non si possono prestare!!! Chiedimi tutto, ma le mutande...".
Rosa aveva appena aperto la porta.  Giulia era lì davanti a lei tutta agitata. Non le aveva dato neppure il tempo di aprirla del tutto che aveva cominciato a travolgerla con un fiume di parole. 
Si dimenava come una pazza sul pianerottolo andando avanti e indietro e non la smetteva più. Rideva, piangeva, pregava, supplicava.


È inutile dire che alla fine, di nascosto, Giulia era riuscita a farsele prestare quelle famose culotte cucite a mano dalla madre di Rosa ed era andata al mare in mutande con quel giovanotto.
Giulia aveva soltanto la bellezza e la gioventù. Non aveva proprio altro. La povertà e l'arte di arrangiarsi erano tutto quello da cui poter partire nella famiglia in cui era nata. Senza entrare nei mille dettagli della sua vita - non basterebbe un grosso libro per scriverne - la voglia di sopravvivere e la tenacia l'avevano portata fin lì, in un'altra città, in un'altra regione. 
Chissà se quel delizioso quadretto davanti ai suoi occhi corrispondeva ad una reale delizia!
Quanta acqua è passata sotto i ponti da allora! 
Gabriella addenta una tartina mentre il lambrusco che qualcuno versa nel suo bicchiere riempie l'aria di un profumino delizioso.



🐘






1 commenti:

  1. Giulia non aveva soltanto la bellezza e la gioventù. Aveva la sicurezza di sé, la disinvoltura per indossare quelle mutande come fosse un costume di grido. Sapeva quello che voleva per andare avanti nella vita. Aveva molto secondo me.

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