Eleonora
🔴
È notte. Il giardino comunale è tremendamente deserto e quasi completamente buio.
Un'ombra scivola furtiva sul vialetto, la ghiaia scricchiola sinistramente al suo passaggio.
"C'è qualcosa sotto la siepe... Oh, è un portachiavi. Che ci fa un portachiavi in un punto così... così improbabile?" si domanda la donna stranamente interessata e sorpresa. "Semplice, no?" si dice "Qualcuno lo avrà perso... Eppure non sembra affatto così. Qualcosa in quest'oggetto sorprende, attrae, inquieta. Cosa apriranno mai queste chiavi? Che faccio? Lo lascio lì oppure no? Sento che c'è un forte richiamo che non comprendo pienamente, però... Non so cosa fare... Lo prendo, non lo prendo, lo prendo, non lo prendo...".
Non sa perché sia così titubante, scomparso anche il suo senso civico che direbbe di raccoglierlo e portarlo al più vicino ufficio degli oggetti smarriti o, magari, a quello di polizia, in cui qualcuno potrebbe aver fatto una denuncia di furto.
Un attimo. Si guarda intorno. Non c'è assolutamente nessuno.
Un attimo. Si guarda intorno. Non c'è assolutamente nessuno.
Si china di scatto e in un lampo, ghermisce il portachiavi, che sparisce nella sua tasca.
🔴
Con una sicurezza che non corrisponde alla realtà, Eleonora si affretta ad uscire da quel buio che sempre la inquieta quando rientra a casa la sera.
A quell'ora la città sembra deserta, estranea, nemica... e lei ne ha timore, quasi paura. Si sente completamente fuori posto, come se vivesse in una realtà parallela.
Deglutisce con fatica per superare quel groppo alla gola che l'attanaglia costantemente e si stringe la sciarpa intorno al collo ancora una volta.
A quell'ora la città sembra deserta, estranea, nemica... e lei ne ha timore, quasi paura. Si sente completamente fuori posto, come se vivesse in una realtà parallela.
Deglutisce con fatica per superare quel groppo alla gola che l'attanaglia costantemente e si stringe la sciarpa intorno al collo ancora una volta.
Eccola al portone di casa che richiude con fretta eccessiva subito dopo essere scivolata all'interno.
E poi è alla porta del suo appartamento.
Confusa com'è sta per aprire con le chiavi di quel portachiavi che ha messo meccanicamente in tasca. Se ne accorge in tempo per fortuna. Farebbe troppo rumore e questo non sarebbe un bene.
Eccola ancora, attenta e silenziosa, percorrere il primo metro del corridoio di quello che dovrebbe essere il suo rifugio sicuro e poi arrestarsi incerta davanti alla cucina. Qui si mostra pian pianino, con grande cautela, un'incertezza che è vera e propria paura.
Anche questa sera l'uomo stravaccato sulla sedia beve vino rosso nel disordine atavico che regna in quei pochi metri quadrati e di quello dei suoi mille annebbiati pensieri che solo lui conosce.
Anche questa sera l'uomo stravaccato sulla sedia beve vino rosso nel disordine atavico che regna in quei pochi metri quadrati e di quello dei suoi mille annebbiati pensieri che solo lui conosce.
Un colpo al cuore per lei e le manca il respiro.
Eleonora fa dietrofront, brandisce come un talismano l'insolito portachiavi che ha trovato e fugge con le chiavi che nella corsa tintinnano amiche, in una melodia rassicurante.
Eleonora fa dietrofront, brandisce come un talismano l'insolito portachiavi che ha trovato e fugge con le chiavi che nella corsa tintinnano amiche, in una melodia rassicurante.
🔴
Nel viale alberato dell'elegante quartiere il palazzo reca il numero 235 sul grande portone. La donna infila la chiave più piccola nella toppa ed entra. Si guarda con sicurezza intorno nell'androne molto accogliente, in cui un'imponente vetrata lascia intravedere il grazioso giardino interno ben curato.
Senza por tempo in mezzo punta con decisione verso la scalinata di marmo protetta da un corrimano
e da una balconata in plexiglass trasparente. Non degna neppure di uno sguardo
l'ascensore che pure è lì, libero, in attesa. Sale agilmente fino al primo
piano e svolta nel corridoio di sinistra.
🔴
La
foga, l'entusiasmo, in fondo in fondo l'impellente necessità di arrivare, la
incalzano talmente tanto che quasi non riesce a godere di questa serena
bellezza con cui il magico androne l'ha accolta. Il bianco e la luce che vi
regnano hanno appena appena rallentato i battiti del suo cuore e nient'altro.
La porta dell'appartamento ora si è richiusa alle sue spalle senza un cigolio, senza un piccolo rumore. Che pace e che silenzio amico c'è qui!
La porta dell'appartamento ora si è richiusa alle sue spalle senza un cigolio, senza un piccolo rumore. Che pace e che silenzio amico c'è qui!
Che belle
queste note di pianoforte! Sì, è Debussy… La Mer… Oh, mio dio, quanti ricordi! Era il tempo
delle mele direbbe qualcuno ed io ero una studentessa di liceo. Al concerto mi ero
seduta vicino a… a… a… vicino a lui. È vero, a quel tempo ero un po'
rotondetta. Mi illudevo di essere burrosa e morbida, ma a lui non piacevo di
certo… in ogni caso almeno non mi bullizzava come gli altri compagni di classe, anzi era
molto gentile con me. Io lo sapevo che gli piaceva Jasmine, ma il fatto di
sedergli vicino già mi rincuorava. Mi rassicurava il fatto stesso che accettava
che in teatro fossi seduta al lato opposto di Jasmine e nel suo sguardo non
c'era derisione. La Mer… voglio andare al mare... voglio perdermi tra le onde del mare che cullano e
proteggono. Voglio perdermi in queste note. Sento che sono un vero balsamo per me...
Ora sto già meglio. Avere il tempo di ascoltarle e lasciarsi andare è già un balsamo. Direi che mi sento proprio bene… Uh, sono io quella? Incredibile! Sono quasi bella così sorridente come mi vedo nello
specchio dorato che ho davanti… Del resto è da tempo che sono magra e piacevole... in molti si girano a guardarmi quando cammino nella
strada. Che voglia ho di ballare in questa luce che mi pervade come una magia! L'esser
sola non mi turba più, anzi mi dà una gioia incontenibile… Da sola riesco a ritrovarmi… In fondo io voglio solo vivere e ballare.".
Mentre i pensieri di Eleonora stanno assumendo chiarezza dentro di lei, i suoi piedi si muovono da soli in una palcoscenico da fiaba, da sogno ad occhi
aperti, appunto.
Il
buio torna improvviso.
La donna si risveglia alla realtà, accovacciata sul pavimento del suo
piccolo corridoio senza luce davanti alla cucina, con l'urlo dell'uomo e un labbro sanguinante.
Il copione era scontato, ma questa volta è tutto diverso.
Che cosa è successo? Qualcosa deve essere accaduto dentro di lei. Eleonora non ha più paura, si sente diversa. Guarda la scena intorno a lei, con occhio critico, come se fosse quella di un film.
Ora ha una certezza. Sa che in qualche modo ce la farà a ricominciare.
Avverte una tale sensazione di pace che non percepisce nemmeno più il dolore della ferita che sanguina. Sorride. Si sente al di sopra di quella scena orribile. È invulnerabile. La sua mente ora ha chiarezza e serenità. Sa cosa farà.
Avverte una tale sensazione di pace che non percepisce nemmeno più il dolore della ferita che sanguina. Sorride. Si sente al di sopra di quella scena orribile. È invulnerabile. La sua mente ora ha chiarezza e serenità. Sa cosa farà.
Eleonora si
alza lentamente in tutta la sua altezza, con calma si liscia la gonna, fa un passo deciso verso l'uomo che sembra sorpreso. Con determinazione guarda l'uomo negli occhi finché, lui non li abbassa. Non l'avrebbe mai creduto!
Sorride e se ne va per sempre, stringendo quel magico portachiavi tra
le mani.
0 commenti:
Posta un commento