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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Insieme - Creiamo una storia? 12











Dopo "La fontanella", "Il pacchetto", "Giada", "Federica", "Il bucato" vi propongo di riorendere a scrivere ancora insieme una nuova storua.
C'è qualcuno che vuole collaborare?
Spero che siate curiosi di giocare insieme a noi con le parole!
Più siamo più la storia si arricchisce e sarà interessante!
Non fatevi prendere da alcun timore... e superate quello scalino che vi può portare ad esprimervi al meglio e più profondamente!

Dunque, partiamo!
Questo è l'incipit che vi propongo.





 ❤❤❤❤❤


Era una notte buia e tempestosa.
A un tratto echeggiò uno sparo!
Una porta sbatté.
La ragazza lanciò un grido…


In una nebbia fittissima, avanzavano lentamente sul ripidissimo pendio.
La strada era stretta e tortuosa, senza protezione alcuna...


❤❤❤❤❤






Sulla montagna Tarogora, Don Diego De La Vela sedeva pensieroso nell'ombra, il sigaro spento tra le labbra e nelle mani la mappa della zona ormai quasi illeggibile.
A tratti sbirciava il profilo di Samantha la quale con occhi attenti fissava la strada che, opaca e sfuggente, sembrava impedire l'avvicinarsi alla città sepolta di Guarindakara.
Questa sarebbe stata la prima tappa dell'ardito viaggio che entrambi, esperti archeologi, avevano preparato dettagliatamente nelle lunghe notti di febbrile veglia nell'umido scantinato in grande segretezza. 
La nebbia, imprevista, stava rallentando il viaggio e le condizioni della strada attentando alla loro incolumità.
Bisognava proseguire comunque, a qualunque costo e loro lo sapevano bene.
Non era previsto fallire, pena guai molto seri.
Era in gioco la loro stessa vita.



La fronte imperlata, il viso contratto, Don Diego tratteneva a stento imprecazioni oscene ad ogni sobbalzo del grosso mezzo che, ansimando, arrancava sulla stretta strada abbarbicata alla scura montagna.
La donna alla guida non mostrava segni di stanchezza né di paura.
L'animava il gusto di questa nuova avventura e la certezza della ricompensa, grandiosa e tanto desiderata, che li aspettava oltre la montagna. 
Giunsero in vetta, finalmente, e lo spettacolo che apparve ai loro occhi si rivelo' con la magica, stupefacente visione di un sogno. 
Sotto di loro la valle giaceva nel bianco strato nebbioso come addormentata e pareva immobile nel tempo da secoli immemorabili; solo alcune guglie dorate e lucenti spiccavano ardite dalla coltre bianca. 
Il maestoso paesaggio si mostrava intatto nella sua maestosa immensità.
Samantha si asciugo' rapidamente la lacrima che le era nata dagli occhi e che veloce le aveva solcato la gota, senza poter nulla sul battito accelerato del cuore nel grande solenne silenzio. 
L'uomo fu preso invece da rapidi colpi di tosse, lì lì per strozzarsi con la fetida prima boccata di fumo,  che avidamente aveva aspirato dal suo sigaro umido e smozzicato.

"Via,Via!" riuscì a bofonchiare tra un ruggito di tosse e l'altro "Via da qui, non sopporto le altezze!" e barcollando rientrò goffo e pesante nel furgone, sbattendone con malagrazia lo sportello; nel silenzio il rumore secco parve spezzare l'aria in mille pezzi come cristalli infranti. 
Sami sospirò inarcando le sopracciglia.
Era abituata ai modi di quel burbero omaccione e, nel tempo, gli si era affezionata, perché sapeva che sotto la scorza nascondeva il suo essere sensibile e impressionabile. 
Volse le spalle al sogno e tornò alla guida.




I tre amici, compagni di mille avventure erano stati colti di sorpresa mentre confabulavano guardinghi nell'umido e fumoso scantinato della casa nella quale abitava Sofia, rampolla della nobile famiglia Ivanovich, scampata alla caccia spietata dei componenti la Corte dello Zar di tutte le Russie. 
Lei aveva radicata nei geni la regale ma semplice eleganza nel vestire e nelle movenze, come anche il garbato modo di esprimersi e trattare qualsiasi persona. 
Così quando i quattro ceffi con i cappucci calati sul viso avevano fatto irruzione nel luogo della riunione, lei si era rivolta loro con gentilezza pacata: "Cosa desiderate? Non vi conosco. Presentatevi, prego. 
I gaglioffi erano rimasti sbigottiti per un istante, ma tosto avevano immobilizzato Don Diego e Samanta sotto la minaccia di affilati coltelli a serramanico.
Poi con uno strattone avevano trascinato la incredula Sofia alla sedia più vicina, le avevano tappato la bocca con uno straccio sudicio e l'avevano legata stretta come un salame.
Ora erano in viaggio in quel paese lontano, su quella montagna maledetta e sul loro cuore, come un macigno, gravava la visione della loro tenera amica in balia di quei delinquenti che, era certo, erano molto ma molto aggressibi.  



Venne l'alba.
Nel chiarore del giorno appena iniziato, si erano dissolti i fantasmi della notte e la nebbia cominciava a diradarsi, imperlando di fresche gocce il cofano del camper e l'aria tutta intorno.







35 commenti:

  1. Il paesaggio era completamente cambiato.
    Avevano superato il valico già da un po' di tempo e si trovavano ormai dall'altra parte della montagna.
    La strada ora si tuffava a picco verso la valle, sempre stretta e tortuosa, e mantenere il mezzo in carreggiata era quasi più difficile di quando si inerpicavano con fatica risalendo l'altro fianco della montagna.
    Tutto intorno, però, era tutta un'altra cosa.
    Infatti una grande immensa quantità di luce stava inondando uomini e cose.
    Il sole in lontananza era già sorto e, come sempre avviene, aveva fugato ogni ombra e incertezza.
    Sotto di loro si scorgeva nitido ogni dettaglio, mentre dentro di loro era tornata la speranza, anzi la certezza, che sarebbero riusciti nel loro intento.
    Samantha si aggiustò gli occhiali da sole sul naso con determinazione.
    Avrebbero liberato Sofia dalle grinfie di quella gentaccia.
    Era certa che nulla di irreparabile fosse successo, perchè, se volevano riscuotere un riscatto, i malviventi sapevano bene che la ragazza doveva essere riconsegnata viva.
    Al pensiero, però, che avrebbero potuto seviziarla, Samantha sentì un tuffo al cuore e fece un salto sul sedile.
    Don Diego la guardò con la coda dell'occhio, poi senza nemmeno rendersene conto le dette un buffetto sulla guancia, una carezzina tenera cui entrambi non erano abituati.

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  2. Quell'omone dimostrava a volte con piccoli rapidi gesti l'affetto che provava per lei, le era stata affidata dal padre,il suo più grande amico per il quale avrebbe se necessario dato la vita.Silvio per lui significava il suo mondo, la saggezza e l'ardire in mille avventure e ora che non c'era piu conservava stretto ogni ricordo e intatta la loro amicizia. Diego ora doveva proteggerne la figlia e accompagnarla, docile e paziente anche in capo al mondo.
    Qualcosa luccicava laggiù illuminata ora dai rosei raggi dell'alba, uno sfavillio dorato che ricopriva le piccole rotonde colline della valle.Guido', avvicinandosi, più rapida e
    sicura, attratta da quella visione insolita. Don Diego spalanco' occhi e bocca quando si fermarono e, aperti gli sportelli del furgone, una folata di aria incandescente li avvolse.
    Ovunque una strato spesso di sabbia lucente mandava bagliori accecandoli.
    Coprendosi gli occhi si chinarono e presa una manciata di quella grossolana sabbia videro: silice e oro ....oro fino e silice. Un senso si stordimento li prese , per il caldo soffocante e per la sensazione insolita di quei granelli che passando tra le dita rifrangevano i raggi del sole colorandole di uno strato scaglioni e lucente. Diego apri il portabagagli ed estrase uno zaino verde logoro e alquanto vissuto e da questo due grosse sacche di canapa, lise e scolorite;prese a riempirle affannosamente fin quando inizio a girargli tutto intorno e si affloscio' lentamente a terra. Samantha corse lesta e ritorno' con una coperta di materiale isolante che, insieme a una grossa borraccia e a diversi fazzolettoni, faceva parte dell'equipaggiamento sopravvivenza (che portava sempre con se'). Rianimo' l'amico che ancora frastornato inizio' mille scuse e giustificazioni perché era stato sopraffatto da quella istintiva e poco nobile voracità di possesso che spinge l'uomo alla vista di ogni cosa preziosa. Le due sacche vennero svuotate e ripiegate per ben più utili scopi e i due, vicini e con circospezione si incamminarono nei
    piccoli sentieri silenziosi della città deserta.Bisognava proseguire nella ricerca del vero tesoro in essa custodito: il GRIFONE D'ORO.

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  3. Parte n° 7.
    Dal loro arrivo non avevano ancora scambiato una parola, tanto la meraviglia e lo stupore avevano seccato le loro gole...o forse quell'aria così strana, calda ma che faceva a tratti rabbrividire fino al midollo e... ..quell'odore..acre, sgradevole che ammorbava e avvolgeva insinuandosi ovunque quasi sibilando....
    - qui c'è qualcosa che non va- disse Samantha, rivolta a Diego con il viso pallido e sudato.
    Con questa prima frase pronunciata con un senso tangibile di timore e quasi con voce tremante iniziarono a cadere alcune grosse gocce di una pioggia strana che toccando il suolo sabbioso alzavano fumi con sfrigolio sinistro.
    - corri- grido' Diego-CORRI!! E la pioggia aumento' subitanea con grande terrificante frastuono.
    La coperta metallica che spiegarono con fretta furiosa sulla testa iniziava a riportare piccoli buchi che si allargavano sempre più.
    Salirono correndo l'enorme lunghissima scala che conduceva ad una alta torre gugliata, una di quelle che dalla montagna avevano visto bucare le nubi di nebbia,spinsero faticosamente il pesante portone dorato che cigolo' sui cardini secchi ed entrarono richiudendolo prontamente dietro di loro.
    In un attimo capirono il perché la città non fosse stata saccheggiata e perché li' non vi fosse creatura animale o vegetale viva... guardando da una piccola apertura nella parete della scala a spirale che saliva stretta e ripida nella torre, videro un fiume di magma dorato, duttile, lucente che scorreva rapido coprendo i sentieri e le piccole basse anguste case della città.
    Si abbracciarono con il cuore in tumulto... sotto di loro Guarindakara stava scomparendo.

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  4. Intanto, a piu di mille miglia di distanza, nello scantinato umido della fumosa Lodonn , Sofia iniziava a sentire tutto il disagio della scomoda posizione ed il freddo le penetrava le ossa delicate .
    Non sentendo alcun rumore provenire dalla stanza attigua ,ne' dal pavimento di legno del suo sovrastante appartamento dedusse di essere stata lasciata li' , sola ...tanto la sua fragile persona fosse considerata inerte e incapace di reazioe alcuna.
    Ma si sbagliavano, era invece dotata di una forza e di una caparbieta' insospettabili : non era avvezza ad arrendersi, mai.
    In lei scorreva sangue guerriero, : Ivan Boris Vassili , solo per ricordare alcuni nomi dei temibili temerari e indomiti Zar della sua lontana amata patria.

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  5. Sofia soffriva di claustrofobia e legata in quel modo non poteva resistere a lungo.
    Un modo di dire le martello la mente: nel pericolo sempre difendersi , con le unghie e coi denti!.
    Si, esatto , giusto....un idea le baleno' fulminea: con le unghie!!!!
    Lei curava molto il suo aspetto fisico e quello spirituale, si intende , amava abbinare con eleganza i toni dei suoi vestiti e con gli accessori , spesso rossi corallo, dava un tocco di vivacità all'insieme. Le sue mani erano bianche e morbide, levigate e curatissime ( usava ammorbidirle con una crema fantastica che aveva scoperto in una botteguccia italiana, si chiamava glicemille!? ) mani che accompagnavano con gesti raffinati la voce melodica e amabile con la quale trattava i più svariati argomenti con parole pacate che dal cuore affioravano alla piccola bocca rossa -a cuoricino- e donavano armonia e serenita a chi aveva la fortuna di ascoltarla. Mani che avevano ammaliato spasimanti e catturato l'animo nobile di gentiluomini e stimolato le malvagie mire di furfanti perché impreziosite da anelli di fattura squisita con perle nere e color pesca, coralli e pietre rare, venute dal mare meraviglioso della Malesia sulle veloci imbarcazioni dei terribili pirati che assalivano e raziavano ogni natante che vi si avventurasse.
    CON LE UNGHIE- Sofia- USA lE UNGHIE !!!! Si , aveva unghie lunghe e affilate che rinforzava ogni giorno con uno smalto alla polvere di diamante ( ma questa é un'altra storia.....)
    Iniziò a limare con precisione da chirurgo la vecchia corda sfilacciata tagliando man mano i fili arrotolati finché questa non scivolo', come un serpente , docile, senza più vita, sul pavimento e lei , la fragile magra indifesa donnina allontanandola con ribrezzo e cercando di non respirarne l'aroma stantio, fu libera.
    Le gambe lunghe il corpo agile, prese a salire quattro a quattro le assi sbilenche della vecchia scala, apri guardinga il portoncino verde pallido vi si infilò e poi con furia guadagno' il grande androne , spalanco' la porta d'ingresso e precipitò nella strada affollata, SALVA.. finalmente!!!

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  6. Frastornata da tutto quel movimento Sofia cercò di mimetizzarsi tra la folla. Si ricompose nei movimenti, assumendo un atteggiamento più consono al luogo, in cui si muovevano prevalentemente uomini e le donne cercavano di passare inosservate.
    Si tirò immediatamente il foulard, che come al solito portava intorno collo, sulla testa a coprire i capelli. Che fortuna ad avere quell'abitudine, altrimenti ora come avrebbe fatto?
    Quindi abbassò lo sguardo e cercò di scomparire dietro le persone che procedevano nella sua stessa direzione. Si portò anche una cocca di quel copricapo improvvisato sulla bocca, mentre cercava di capire chi ce la potesse avere tanto con lei da averle fatto questo.
    Per fortuna non erano riusciti a farle del male fisico, a parte tirarla e spintonarla come se fosse stata un pacco.
    Forse quei brutti ceffi avevano solo il compito di rapirla per consegnarla a qualcuno che non aveva fatto in tempo a conoscere, grazie al cielo!
    Chi poteva volere qualcosa da lei fino ad arrivare a tanto?
    Gli spostamenti in quella strada risultavano veramente difficili. Decise di svoltare in una stradina laterale. Questa era più stretta, ma il pigia pigia era, se possibile, peggiore di quello precedente. Cominciava a mancarle il respiro. Si sentiva prigioniera e oppressa in quel claustrofobico andare che non conduceva da nessuna parte.
    Un po' più avanti la piccola strada, fiancheggiata da muri, sembra un pochino allargarsi. Pensò di arrivare fin lì. Cercò con tutte le sue forze di non lasciarsi prendere da una crisi. Sapeva che se fosse caduta svenuta, sarebbero stati in molti pronti ad approfittare di lei, anche solo per derubarla, visto che si sarebbero accorti che lei era una straniera.

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  7. Senza sapere come, riuscì a raggiungere il punto in cui lo spazio sembrava allargarsi.
    Si accorse con sorpresa che era un effetto ottico, perché il percorso deviava soltanto di qualche centimetro sulla destra, dando però l'illusione di maggiore luce e ampiezza.
    C'è da dire che in quel punto il muro si interrompeva.
    Al suo posto, infatti, comparve davanti ai suoi occhi una cancellata in ferro battuto da cui spuntava un groviglio di rami verdi, pieni di fiori.
    Le arrivò un profumo intenso di gelsomino.
    Sorpresa, sollevò un attimo lo sguardo e si ritrovò ad incrociare quello di una giovane donna nascosta dalle sete colorate del suo abito, che le porse la mano e la tirò all'interno del giardino.
    Tutto fu così improvviso che lei non oppose resistenza alcuna. In realtà non avvertiva un pericolo, ma un senso di liberazione e di aiuto.

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  8. Sam e Diego iniziarono a scendere pian piano gli scalini ripidi della torre appena videro, guardando dalla piccola feritoia , che la pioggia acida che prima aveva sciolto la sabbia d'oro, si era arrestata ed il mantello metallico iniziava a liquefarsi ritirandosi e ritornando sabbia. Avevano capito il motivo dello scatenarsi fulmineo del temporale che, come fosse un entità viva, si alimentava del sentimento della paura unito ad un tono alto e allarmato della voce umana. Uscirono all'aperto cautamente senza parlare, camminando 'come sulle uova'.Faceva ora un caldo umido un po' più sopportabile. Si stupirono ritrovandosi per mano ma non si slacciarono perche il contatto era molto piacevole per entrambi.

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  9. Al di là della cancellata ben schermata dalla siepe, Sofia si ritrovò in un giardino da fiaba, contenuto nelle dimensioni, ma ben studiato negli spazi e nella disposizione delle piccole aiuole.
    Da qualche parte si udiva la voce dell'acqua che scorreva in fontanelle nascoste.
    Probabilmente si trovavano lungo la costruzione, dove correva un piccolo portico, molto curato nei decori tipici, che conosceva dalle immagini spesso rimirate sui libri.
    L'odore dei gelsomini in questa parte del giardino giungeva attenuato.
    Quasi subito Sofia fu fatta sedere seduta su una piccola panchina bianca ed istoriata, mentre la ragazza, ancora a viso coperto, armeggiava intorno ad un samovar dal quale si sprigionava un vapore profumato, carico di menta, che surclassò del tutto il profumo di gelsomino che l'aveva accolta.
    La ragazza, misurata nei gesti, non tradiva paura o incertezza alcuna.
    Sofia si chiese se fosse un'attrice consumata o se prima o poi l'avrebbe stupita con importanti rivelazioni.
    Chi aveva un così grande interesse a rapirla in
    quel modo e con quella violenza?
    Quale era invece l'interesse di quella donna che sembrava volerla aiutare?

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  10. Sofia si guardò le unghie che erano state la sua arma segreta.
    Ne mostravano tutti i segni!
    Si erano un pochino sciupate, ma le avevano consentito di recuperare la libertà.
    Almeno per ora.
    Si lasciò distrarre da ciò che avveniva intorno a lei.
    La donna velata la guardava con occhi vivi, ma ben schermati nei pensieri che certamente si affollavano nella sua testa.
    Intanto aveva preso il tè, in cui una bella quantità di foglie di menta avevano lasciato la loro essenza, e aveva cominciato ad arieggiarlo con maestria e gesti misurati.
    Lo aveva fatto cadere lentamente dall'alto in un nuovo recipiente, finché non ne era rimasto quasi niente.
    Poi ripeté l'operazione ancora una o due volte.
    Infine ne offrì a Sofia, che non se lo fece ripetere.
    Accettò subito.
    Afferrò la tazza quasi con impazienza e ne trangugiò il contenuto con avidità.
    Era profumato, era dolce e consolatorio. Dopo tutto quello che aveva passato, ci voleva proprio.
    La donna velata gliela riempì di nuovo.
    In quel frangente Sofia era piuttosto frastornata.
    Si sentiva fuori dal tempo, ma le piaceva e per brevi attimi ci si crogiolò.
    Poi i pensieri tornarono ad affollarsi nella sua testa.
    Era giunto il momento di sapere qulcosa di più di ciò che le stava accadendo.

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  11. Appena rinfrancata cerco con gli occhi di scoprire maggiormente la fisionomia della donna e questa sembrò comprendere la sua curiosità perché scosto' con grazia il velo che le copriva il viso mostrando con un largo sorriso una dentatura perfetta e luminosa e una carnagione vellutata color dell'ambra. Inizio a dire:' salam, che la pace sia con te- no paura ,tu donna io donna.le prese nuovamente la mano e la porto sotto il pergolato dove grappoli zuccherini si coloravano al sole e le verdi foglie disegnavano ombre ondeggianti sui loro vestiti e sui loro visi mentre si guardavano con curiosità.A Sofia non occorse troppo tempo per capire che Jasmine, questo era il nome,era più curiosa di lei per l'accaduto e aspettava con la solita calma e gentilezza di conoscete il perché della sua corsa nei vicoli e del suo aspetto sconvolto.
    Così Sofia inizio' mimando con precisi movimenti delle mani e significative espressioni del viso a raccontarle ciò che le era successo.Jasmine ben comprese la storia e fu così solidale con lei che la invito a passare la notte nella sua bella stanza , in un letto fresco e soffice pieno di gonfi cuscini rossi e nascosto da strati e strati di bianchi veli, sul quale si rifugiò pensierosa e subito si addormento'.

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  12. Andavano i due, Sam e Don Diego, in un silenzio quasi religioso.
    Infatti, questo insolito tenersi per mano aveva risvegliato in loro emozioni che non comprendevano del tutto.
    Per un po' dimenticarono dove fossero, chi fossero e perché si trovassero in quel luogo.
    La loro missione, Guarindakara, Sofia, la pioggia acida, rimasero confinate lontano dalla loro percezione.
    Continuavano ad andare meccanicamente, cercando di raggiungere una meta di cui non avevano più coscienza alcuna.
    Intanto, dentro di loro qualcosa vibrava all'unisono e si rafforzava via via attraverso il contatto delle loro mani.
    Dopo un tempo difficile da definire, Sam sfiorò senza volere le sacche che aveva ben ripiegato in precedenza, subito dopo il malore dell'uomo. Erano ruvide al tatto.
    Fu un attimo.
    Eccolo! Lo vide, chiaro e nitido.
    Davanti a sé il grifone d'oro riluceva in tutta la sua inimmaginabile magnificenza.

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  13. Il padre di Sam aveva lavorato come capo della spedizione archeologica negli scavi per liberare dalla sabbia che lo aveva sepolto il favoloso enorme sito ove pian piano affioravano i soldati dell'esercito di terracotta del primo imperatore della Cina.Per compenso nellEsperta direzione dei lavori aveva ricevuto tra l'altro un anello all'apparenza di fattura modesta che in seguito regali alla figlia. Lei, Samantha, non lo aveva mai portato al dito ma lo ammirava spesso aprendo la piccola scatola antica e pensando teneramente al suo papà che non era più vicino a lei ma che, dal luogo misterioso in cui ora si trovava, la proteggeva con il più puro e grande amore. Prima di partire Sam aveva messo al dito il piccolo anello come a voler portare con sé, nella nuova avventura,anche suo padre.
    Fu proprio l'anello che avendo particolari poteri, fin'ora sconosciuti, struscio' sulle ruvide sacche di tela grezza e pungente e compì la magia avverando il desiderio del cuore di Sam: trovare il fantastico dragone d'oro per il riscatto della povera Sofia, lasciata imbavagliata e immobilizzata strettamente in un lurido e malsano scantinato della Kasba magrebini.

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  14. Per dissipare eventuali dubbi su draghi, dragoni e grifoni e utili qui precisare che tali animali fantastici che popolano le antiche leggende tramandate con dovizia di particolari in molteplici culture e tradizioni, hanno un valore simbolico ben preciso, ora in senso negativo, ora in positivo. Il drago delle saghe nordiche medievali: l'essere quasi invincibile, pericoloso, ,l'ostacolo da superare con forza e con coraggio per meritare onori gloria fama e benefici o liberare dolci fanciulle e poi poterle sposare, insomma,tutto per sconfiggere il male personificato e le forze brute della natura. Il drago delle culture asiatiche ( venerato e rispettato ancor oggi) considerato simbolo di forza ma anche di benevolenza, di fortuna, custode dei valori spirituali celesti e/o dei tesori terreni e material Secondo le collocazioni geografiche il drago è raffigurato con un numero diverso di artigli, da 3 a 5. Il nostro drago ne ha 4 , proviene dalla Corea ed è preposto a guardiano di tesori.....

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  15. Per quanto riguarda il grifone e l'ippogrifo , animali mitici e leggendari, pare che proprio da essi sia derivato il drago, molto più giovane come simbolo ma da caratteristiche simili. Se interessati si può attingere da innumerevoli informazioni sul web.

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  16. Sam erano ancora frastornata dalla materializzazione improvvisa del Grifone d'Oro davanti a loro. Non riusciva proprio a capire come fosse successo, anche se aveva avuto la sensazione che fosse stata proprio lei ad attivare inconsapevolmente un qualcosa che avesse portato finalmente a quel bel risultato.
    Don Diego si girò verso di lei. Era emozionato e quasi quasi non ritrovava la voce. Ora avrebbero potuto liberare Sofia da quella terribile e ingiusta prigionia. Presto! Dovevano ritornare indietro senza ulteriori indugi.
    Con molta fatica Don Diego sollevò il Grifone, mentre Sam afferrava le sacche per nasconderlo e proteggerlo lungo la corsa di ritorno.
    In questo, strofinò ancora una volta il modesto anello contro la tela. Immediatamente il grifone mandò un grande bagliore.

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  17. Le palpebre di metallo
    scattarono rumorosamente sui suoi occhi di smeraldo grezzo che iniziarono a roteare mandando bagliori all'intorno e divenendo luminosi e trasparenti come gemme rare. Inizio' a dire con voce tonante : attenti a quel che fate, io sono il custode dei tesori più grandi, da tempo immemorabile nessuno ha osato avvicinarsi a me è quando lo ha fatto ha pagato con la morte siffatto oltraggio.Leggo nel vostro cuore e vedo che è puro e generoso il vostro intento ma ciò che state facendo può avere conseguenze nefaste per ogni creatura umana , animale e vegetale, cosi può portare alla distruzione e al disfacimento di ogni elemento sulla terra. Tocco delicatamente con la punta dell'artiglio la fronte di Sam e di Diego e questi compresero all'istante di quali tesori il grifo-dragone fosse custode e subito ,tremanti, lo rimisero sul piedistallo dal quale lo avevano levato.Questo torno' subito ad aderire perfettamente alla dura opaca pietra con dimensioni ridotte e immobile.

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  18. Sofia si svegliò di colpo.
    Sognava di essere ancora prigioniera.
    Non riusciva a muoversi perché legata e imbavagliata.
    Si guardò intorno con gli occhi sbarrati.
    Gradualmente mise a fuoco i veli protettivi che ondeggiavano appena intorno a lei.
    Anche il rosso damascato dei cuscini salì pian piano a livello di coscienza.
    Poi tutti i problemi, tutte le paure, tutte le domande si materializzarono nuovamente in quella confortevole stanza, apparentemente così lontana dal mondo, che fortunatamente l'aveva accolta.

    Doveva fare qualcosa, doveva agire senza perdere tempo.
    Chissà Samantha e Don Diego dove erano…
    Per il momento era sola e se la doveva sbrigare in qualche modo.
    Era stata brava a riuscire a fuggire e per fortuna aveva incontrato quella ragazza provvidenziale.
    Chissà perché era stata così gentile con lei, così disponibile ad aiutarla…
    Aveva fatto bene a fidarsi?
    In quel momento aveva le idee confuse, completamente confuse, e sentiva che in quel momento non sapeva discernere il bene dal male.
    Balzò giù da quel comodo sofà e corse scalza alla ricerca della ragazza che così imprevedibilmente l'aveva aiutata.

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  19. Don Diego e Samantha rimasero fermi e immobili, come paralizzati.
    Sentivano una forza misteriosa che impediva loro di attivare anche il più piccolo muscolo.
    Poi gradualmente tornarono alla vita.
    Si guardarono negli occhi increduli, perplessi, interrogandosi.
    Se avevano capito bene, avrebbero potuto avere un potere enorme, addirittura distruttivo. Una responsabilità davvero troppo grande.

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  20. si sorrisero dolcemente e si tennero con tenerezza le mani,avevano compreso per merito del grifone ciò che da un 'infinita di tempo ogni essere umano ricerca , il senso e la ragione dell'esistenza, la verità ultima e assoluta che può solo a tratti illuminare la mente e saziare l'anima. Tra di loro questo sapere serpeggio' come un fulmine, un raggio luminoso, tanto che i loro corpi ne vennero attratti e per un istante divennero uno e quest'uno un tutto con l'intero cosmo, rotante nell'infinito;non era notte ne' giorno, non vi era silenzio ne' suono, ne'essere ne non essere, ne tempo ne spazio, solo un immenso cuore lentamente palpitante che tutto conteneva e reggeva.
    Estasi pura,
    dissolvenza, energia vibrante, acqua e aria congiunte,questo avevano provato i due per qualche istante e ora avrebbero dovuto portare il messaggio, come una fiaccola nel buio, alla gente smarrita , distratta, addormentata, addolorata.

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  21. Sofia vide accanto al letto un piccolo tavolo addobbato come un altare: sulla tovaglia bianca, inamidata, con delicati ricami di gelsomini lungo i bordi,un piatto di metallo dorato con una palla lucente nel centro, un bricco dal lungo beccuccio pieno di un liquido bianco profumato e un biglietto con un'unica parola scritta:'CREDI'.
    sicuramente era stata la bella Jasmine a preparare tutto questo perché nella piccola casa bianca non si udiva alcun rumore e il tempo sembrava essersi inspiegabilmente fermato. Sofia lesse più volte il biglietto e capì che doveva fare qualcosa.Credi, credi, credi si ripete con forza a fior di labbra e per istinto prese il bricchetto e verso' il latte bianco profumato di gelsomino sulla lucente palla che, appena appena sfrigolando si apri' in cinque petali dall'interno rosa. apparve un magnifico fiore di loto.. simbolo antico di leggi cosmiche e perfette armonie.

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  22. Fu come un fulmine a ciel sereno.
    Qualcosa di incredibile, qualcosa di forte, qualcosa di inspiegabile, la colpì in un punto profondo del suo io di cui fino a quel momento non aveva avuto alcun sentore.
    Si immobilizzò di colpo come folgorata.
    Una corrente luminosa entrava in lei e contemporaneamente si irradiava intorno.
    Sbarrò gli occhi.
    E vide cose inimmaginabili, mondi sconosciuti inenarrabili, luci e colori e suoni e parole che vivevano un'energia enorme e incomprensibile. Essi si aggregavano e si dissolvevano in eterei globi rutilanti in movimento, che si attraevano, si respingevano, si scontravano, si penetravano, si formavano e si dissolvevano.
    Poi udì, o forse non udì, una voce argentina che le sussurrava all'orecchio: “Adesso sai cosa devi fare…”.
    Fu come se una brezza leggera le soffiasse sugli occhi, fu una specie di carezza che le riempì il cuore di tenerezza e di gratitudine.
    “Ishallah".
    La voce della sua salvatrice che le prendeva la mano con delicatezza la riportò alla realtà.
    Era di nuovo vicino al suo letto, davanti al piccolo tavolo.
    Jasmine la invitò a sedersi sul bordo del letto e sedette accanto a lei.
    Come in un film Sofia si rivide prigioniera in preda ad una crisi di claustrofobia, mentre si liberava grazie alle sue unghie fuori dal comune e in fuga lungo le strettissime viuzze piene di gelsomini.
    Guardò con trepidazione i fotogrammi che scorrevano veloci.
    Poi s'interruppe.
    Samantha e Don Diego... l'idea la colpì all'improvviso.

    Lontano da lì i due erano appena ritornati presenti a loro stessi.
    “Samantha, svelta! Abbiamo poco tempo a disposizione.” disse Don Diego concitatamente.
    Ora era importante prendere delle decisioni, anzi non solo le dovevano prendere, ma dovevano farlo in fretta.
    “D’accordo! Procediamo senza indugi.”.
    Samantha si raddrizzò su se stessa e lo guardò fisso negli occhi.

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  23. si girarono entrambi e videro adesso quel che nell'enfasi del vortice di consapevolezza non avevano notato: il grifone aveva tra le labbra una perla che mandava bagliori rosati e scintillava a tratti in raggi di luce che quasi trafiggevano gli occhi e paralizzavano i movimenti. Samantha fece uno sforzo sovrumano, riuscì a staccare i piedi dal suolo, velocemente si porto' vicino al Grifone e parve dargli un bacio appassionato, attratta da quella bocca divina; in effetti vi fu un fulmineo scambio: la magnifica perla rosa passo' scivolando nella bocca di Samantha, rimpicciolire come per magia. Lei serro' le labbra e fece appena in tempo ad afferrare il polso di Diego che si ritrovarono in aria, in un vortice che turbinav a ruggendo. Chiusero gli occhi turbinando ormai rapiti nel viaggio fuori dal tempo, gli abiti stretti come bende attorno al corpo rotante e poi in un lampo giù, nelle profondità della terra , nel nucleo di metallo fuso e all'istante di nuovo su, nell'aria tersa e chiara di un nuovo mattino, i piedi toccarono l'erba bagnata di rugiada e il cuore fu salvo, con i suoi tesori di verità e di luce. In lontananza correva verso di loro una figurina esile con le bianche braccia alzate: ohh..urlo' Diego,hum..mugulo' Samantha a bocca chiusa ( per via della perla ). Brividi di gioia e incredulità lungo la schiena, parve anche la terra sussultare dalla meraviglia....Sofia!!!! eccola Sofia....

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  24. Don diego allungò le braccia per imprigionare Sofia nell'abbraccio tanto a lungo sognato. Anche Samantha si protese verso di lei.
    Sofia corse ancora verso di loro.
    Eccola! Ora era vicinissima. Pieni di giubilo la strinsero a sé, ma Sofia passò attraverso di loro e le loro braccia rimasero vuote.
    Si voltarono increduli.
    Sofia si allontanava sempre più, una figurina esile con le bianche braccia alzate verso il cielo.

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  25. Don Diego e Samantha si guardarono increduli.
    Cosa stava accadendo? Qualcosa non tornava.
    Quello che era certo era che non erano ancora ritornati nel mondo reale, anche se il luogo in cui erano in quel momento ci somigliava molto.
    Era evidente dal fatto che Sofia... che loro tre si erano reciprocamente attraversati!
    Si erano oltrepassati come puri spiriti e questo nella realtà non era proprio possibile.
    Sofia... sembrava magra, ma era in carne ossa.
    Forse era soltanto un ologramma, forse solo un'illusione ottica... ma, in questo caso, chi l'aveva posta in atto?
    Chi l'aveva organizzata e, poi, per quale scopo?
    I due, che si guardavano ancora negli occhi, si resero conto che riuscivano a parlarsi attraverso lo sguardo.
    Fu a questo punto che Samantha ebbe un lampo improvviso e comprese.
    Quello era un messaggio che Sofia stava cercando di inviare.
    Non poteva non essere così!
    Sofia stava cercando di comunicare con loro attraverso il pensiero. Che cosa voleva comunicare?
    Dovevano solo riuscire a capire cosa volesse dire.
    Si dovevano sforzare per comprendere.
    Quella figurina che avanzava verso di loro e poi proseguiva come se non sapesse dove andare... cosa poteva significare?
    Ecco, forse Sofia si era messa in cammino per cercarli, ma non sapeva dove dirigersi.
    Don Diego seguì tutto il ragionamento di Samatha.
    Concordava pienamente con lei.
    Dovevano trovare il modo di comunicare tra loro per cogliere dei riferimenti spaziali che potessero farli riunire.
    Se non riuscivano a comprendere il messaggio ricevuto, potevano provare ad inviare loro dei messaggi.
    Sì, ma come?

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  26. Samantha apri le labbra e lascio scivolare fuori la piccola lucente perla rosa ponendolo nel centro della mano aperta, lasciandola così esposta, come ad aspettare da essa la risposta alle loro incalzanti domande. Fu allora che la sfera inizio' a ruotare su se stessa ,man mano divenendo più grande e rilucendo dei colori dell'arcobaleno fino a divenire completamente trasparente come cristallo.
    E videro attraverso il velo del tempo che si diradava una immagine che prendeva lentamente forma : una piccola esile figurina davanti ad un tavolo ,con un bricco in mano dal quale un filo di bianco latte scorreva su una sfera che all'istante si apriva e diveniva un magnifico fiore dai cinque petali...un loto? si, proprio il fiore del Loto che nascendo dal fango si eleva sulle acque stagnanti e proteso verso il cielo effonde l'antica verità.
    Si,Samantha e Diego conoscevano il Sutra del Loto, il cui mantra, NAM MYOHO RENGE KYO consacra la Legge Mistica Universale che permea l'universo e la vita di ogni persona e sviluppa la condizione di felicità indistruttibile e gioia completa, donando saggezza, compassione e forza vitale. Questo era il primo e più importante insegnamento del Buddha, sulla causa/effetto simultanei e sulle quattro nobili verità.
    Ecco, avevano tutti loro compreso simultaneamente la necessità di mettete in atto tali strategie spirituali, la prima e d essenziale era il lasciar fluire affidandosi alla Mente Cosmica che tutto regola e armonizza. Sofia tese le mani a ricevere e cosi fece Samantha e cosi Diego, con l'identica arrendevolezza e umilta'. E funziono'.
    Eccoli i tre prescelti comparire in carne ed ossa,con occhi brillanti in sorrisi radiosi e luminosi come stelle mattutine nell'aria tersa del nuovo giorno, moderni Avatar, semplici e accoglienti, sotto l'albero della Bodhi e dinanzi al mondo che chiede verità e giustizia. Pieni d'amore e compassione, le sole energie, i veri tesori da ricercare e condividere, i soli per i quali vale spendere la propria vita in bellezza, gioia e pienezza infinite.

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  27. E da quel momento i tre riannodarono i fili che da sempre li legavano.
    Adesso, con le nuove conoscenze acquisite e con le energie positive emerse dentro di loro, potevano incidere pienamente sulla vita e sul mondo intorno a loro.
    Il loro viaggio insieme era ormai giunto al termine.
    Da quel momento in poi le loro strade si sarebbero divise.
    Sapevano bene che ognuno di loro era ormai destinato a portare agli altri ciò che aveva ricevuto, per aiutare quante più persone possibili a scoprire i segreti della vita e del cosmo infinito.
    Stabilirono, però, di incontrarsi regolarmente in periodi stabiliti per arricchirsi reciprocamente delle diverse esperienze incontrate.
    Rimaneva la certezza che il loro legame era ormai indissolubile e sempre avrebbero trovato il modo di ricongiungersi.
    Così i tre si abbracciarono con affetto e poi si lasciarono.
    Si misero in cammino verso opposte direzioni a disperdere bellezza, gioia e pienezza infinite.

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  28. Risposte
    1. Ci sono 4 tipi di drago orientale:

      TIAN LONG – Drago celeste -guardiano del Celo. (-MITOLOGICO-)SHEN LONG – Drago divino– (per chi se lo stesse chiedendo, si è il drago di dragon ball XDD) produce la pioggia (-LEGGENDARIO-)DI LONG – Drago della terra – Risiede sulla terra e sulle montagne (-LEGGENDARIO-)FU ZAN LONG – Drago dei tesori nascosti -guardiano (-FOLKLORISTICO-) questo Drago è simile a quello occidentale.

      in base a ciò è bene ricordare che:DRAGO MITOLOGICO-> è ESOTERICO/POSITIVO

      DRAGO LEGGENDARIO-> può essere sia ESOTERICO che ESSOTERICO

      DRAGO FOLKLORISTICO-> ESSOTERICO/NEGATIVO (ricordiamo come il drago occidentale in tutti e tre i generi)

      Bene, ora che abbiamo gettato le basi per riconoscere più o meno un drago, concentriamoci sul drago orientale (anche se sarebbe molto affascinante parlare dei draghi occidentali come la sfinge, il leviatano, i draghi grechi come tifone, ma questi sono argomenti che vanno fuori tema, io ve li ho suggeriti in modo tale che se siete appassionati della cosa, potete fare ricerche anche da soli ;)) allora tutti i draghi orientali sono associati all’elemento ACQUA.

      Vediamo perché:

      Nella società cinese, l’acqua ha una funzione importante in quanto la Cina, è una nazione con un organizzazione IDRAULICA. L’aspetto ESOTERICO del drago, sottolineato da questo tipo di governo CONTROLLA-ACQUA (stiamo parlando del Re Drago ;))pone l’attenzione su una società agromenageriale e agroburocratica. Ciò ci fa capire come il mitico imperatore Yu è ricordato sia come ingegnere idraulico sia come Drago.
      Di conseguenza l’espressione del viso (in sino-coreano an 안 顔) del re era chiamata “yong-an (용안 龍顔, «volto del drago»)”, il trono (in sino-coreano sang 상 床, asse, letto) era chiamato “yong-sang (용상 龍床, «letto del drago»)”, la mente virtuosa (in sino-coreanodeok 덕 德, virtù, potere) del re era detta “yong-deok (용덕 龍德, «virtù del drago»)”, lo stato (in sino-coreano wi 위 位, posizione ufficiale) del re era detto “yong-wi (용위 龍位), «posizione del drago»” e l’abito ufficiale (in sino-coreano po 포 袍) del re era noto come “yong-po (용포 龍袍, «vestito formale del drago»)”.

      Nella mitologia popolare il drago blu era il simbolo dei poteri esorcistici, il drago bianco o giallo rappresentava l’autorità regale, mentre si credeva che il drago-pesce possedesse il potere di far piovere

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  29. Grifone (mitologia)

    creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d'aquila



    Grifone su un sarcofago del 480-470 a.C., Clazomene, Turchia

    Rappresentazione di due Grifoni del I millennio a.C., Lorestan, Museo dell'Asia Anteriore,

    Il grifone è una creatura leggendaria con il corpo di leone e la testa d'aquila.


    Ninurta (a destra)

    La maggiore frequenza di rappresentazione di questa creatura ibrida si riscontra nell'arte minoico/micenea e greca, tuttavia si trovano alcune figure archetipe, o comunque correlabili ad essa, in diverse civiltà del Mediterraneo e dell'Asia Anteriore[1].



    Un altro possibile archetipo del grifone si potrebbe invece individuare nel terribile Anzû, personificazione del vento di tempesta e della pioggia, rappresentato o citato fin dal III millennio a.C. nei rilievi sumeri ritrovati presso Telloh[4], sebbene fosse rappresentato non con la testa di aquila, ma di leone. Un'altra creatura con una descrizione simile è Asakku, anch'esso spirito della tempesta, demone portatore delle malattie e delle infermità[5]. Presso le mitologie mesopotamiche le creature costituite dall'unione di più animali rapaci o con serpenti erano demoni o divinità dalle caratteristiche nefaste.


    Tale figura ibrida si diffuse lentamente nell'immaginario di diverse popolazioni, anche per via del sincretismo che caratterizzava le religioni dell'epoca, non senza però differenziarsi e adattarsi al contesto culturale e mitologico; ad esempio i grifoni della sala del trono di Cnosso, a Creta, si distinguono per essere privi di ali, per le piume voluminose che sovrastano il muso d'aquila e per il corpo da generico felino, più simile al leopardo che al leone. Nel complesso, erano abbastanza

    Presso i greci era legato al culto solare, rivestendo un ruolo di compagno-servo di Febo o Apollo. In uno dei miti greci i grifoni erano in eterna lotta contro il favoloso popolo settentrionale degli Arimaspi che tentano di rapire il tesoro di Apollo da essi custodito[1]. Ad Atene la figura del grifone fu resa popolare anche per via della sua adozione quale simbolo da parte della dinastia achemenide. Celebri sono i due grifoni di Ascoli Satriano 

    Trova una forma quasi definitiva nell'immaginario collettivo greco dopo il 400 a.C. con la diffusione di due opere, Le Storie(Ἰστορίαι, Historìai) di Erodoto di Alicarnasso (descritto come abitante dei monti tra gli Iperborei e gli Arimaspi, dove custodiva l'oro del Nord) e con La Storia della Persia(Περσικά) di Ctesia di Cnido.

    «C'è anche oro [in India], non rinvenibile però nei fiumi
    e slavato, come nel fiume Paktolos,
    bensì in molte grandi montagne disabitate a causa dei Grifoni.
    Questi sono uccelli a quattro zampe grandi quanto i lupi,
    le loro zampe e i loro artigli assomigliano a quelli di un leone;
    le piume del loro petto sono rosse,
    mentre quelle del resto del corpo sono nere.
    Sebbene ci sia abbondanza di oro nelle montagne,
    è difficile recuperarlo a causa di questi uccelli.»


    Il grifone, in quanto unione tra animale terrestre e animale dei cieli, è stato usato nella cristianità medievale come simbolo della doppia natura, terrestre e divina, di Gesù Cristo[7][8].

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  30. L'idea di questo racconto è nata per caso mentre con altre signore avevo cominciato a mettere insieme ricordi e fantasie, in una piccola stanza nella quale ci si riuniva con cadenza settimanale e si dava un tocco di libertà ai pensieri da tradurre in parole, con piacevole leggerezza , affinità, comunione di intenti, empatia e palese improvvisa esigenza e desiderio di esprimersi e comunicare.
    Ognuna aveva scelto un personaggio da far vivere in una storia scritta tutte insieme ed il nome con cui rappresentarsi.
    Io avevo scelto un nome a caso, il primo venutomi in mente, Samantha e Vanina il nome Sofia.
    Parallelamente a quella storia , noi due , precisamente su questo blog ,'la panchina' creato da Vanina e assiduamente frequentato, ci siamo trovate congenialmente a cimentarci in altre avventure, in un altro racconto , questo che avete letto e che spero possa farvi vivere le stesse emozioni da noi fantasticate e provate.
    Dal personaggio di Samantha ho ridotto il nome a Samy ,poi a Sam, fino a collegarlo al nome del mio cellulare ( Samsung ) dandomi anche un cognome, Sung.
    Curiosa di vedere se le due parole avessero un significato ho cercato e trovato: Sam= tre , Sung= stelle , in lingua coreana. Inventando la dinastia Sung dalla quale far discendere il mio personaggio.
    Ebbene quale meraviglia e stupore quando , volendo sapere se il mio dragone( raffigurato sul grande panno in seta rossa e gialla , divenuto da lungo tempo parte essenziale della scenografia orientaleggiante del mio ambiente) avesse un' attinenza, una qualche parvenza di veridicita' con il folclore e le credenze dell' antica Cina , ho scoperto invece che il drago immaginato , ispirato dalla suddetta immagine , era figura simbolica della Corea che ne conserva vividamente ancor oggi il culto. Poi leggo dei suoi artigli, riscontrando che il mio drago ha 4 artigli proprio come il drago coreano ed è un drago custode di tesori, come nel mio racconto.. Troppe concomitanze.....il drago del mio racconto è un guardiano e il mio personaggio va alla sua ricerca per scoprire tesori
    . Tutto sembra avere un senso , come una precognizione , io ho usato solo la fantasia e proseguito 'a braccio' come uso fare , non conoscendo o preparando in alcun modo l'evoluzione della storia, solo seguendo man mano ciò che la fantasia e le sue immagini affioravano al momento, di pari passo con l'estemporanee fantasie della mia compagna Vanina ( il nostro è un gioco che pone le pedine di ognuna sulla scacchiera del racconto che evolve man mano conseguenzialmente con spontanee fantasie e invenzioni, liberamente e semplicemente.
    Non facciamo uso di tracce , canovacci e trame ma inventiamo all'istante aprendoci alla più spontanea immaginazione , rispondendoci una con l'altra senza sapere cosa avverrà poi. Questa storia infatti è stata una vera e propria creazione, con pochi limiti, molta curiosità e voglia personale di scoprire e scoprirsi.
    Queste spiegazioni sono state aggiunte in calce al racconto per agevolare il lettore nella comprensione piu chiara e attendibile della narrazione .


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  31. Origini Diego= discende dal pittore Velasquez , scopre un antico dipinto che raffigura la fantastica città di Guarindakara nel vecchio Siam e trova una mappa del luogo, nascosta nell' intercapedine della tela.
    Origini Samantha= antica dinastia coreana dei Sung (Samantha Sung, sam= tre, sung= stelle) della stirpe del Re Drago Lavorava con suo padre archeologo e appassionato collezionista di antichita' Sil Wiu Tuh Imey, il cui amico factotum era Diego.
    Origini Sofia = discendente Ivanovic, nobile famiglia Russa alla Corte dello Zar Pietro Il Grande.
    Anello di Sam= di rame , proveniente dagli scavi dell' esercito di terracotta del primo Imperatore ....... se sulla piastra incisa, raffigurante un drago, si faceva scorrere un dito lungo il suo sinuoso corpo, fino alla coda terminante in un pennacchio, si attiivava il suo potere: il desiderio diveniva realtà. Sam lo aveva ricevuto dal padre.
    Vita normale di Sam= madre di famiglia, sempre oberata di impegni , scrittrice, fotografa, amante della natura e dell'avventura, lettrice di saggi, spirito curioso di tutto e speculativo, forza fisica e morale, strenua ricerca della bellezza , senso della giustizia , sensibile, introspettiva, che sta bene da sola ma anche in compagnia, generosa e altruista . Amica sincera, dalle storie d'amore vissute con passione ma poco fortunate.
    Vita normale di Diego= critico d'arte ,scrittore, storico , studioso ed expertise di musei storico- archeologici, geologo, gallerista, pittore, scultore, appassionato e infaticabile ricercatore e viaggiatore .
    Vita normale di Sofia Ivanovich= étoile di danza classica , creatrice di moda e desinger, scenografa, arredatrice, botanica curatrice di dimore e giardini, appassionata di romanzi d'avventura e grande sognatrice dalla fervida fantasia. Collezionista di oggetti esotici scoperti e recuperati nei mercati antiquari di tutto il mondo, vive in una grande casa - museo in Toscana e restaura , data e cataloga i reperti rinvenuti nei luoghi più remoti del mondo con i suoi fedeli amici e collaboratori Diego e Samantha .

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  32. Cara Elisabetta, fiume in piena, sono certa che tutte queste informazioni saranno utili ai lettori che si avventureranno nella lettura di questo nostro racconto, nato come tu ben dici da una sorta di botta e risposta improvvisata.
    Ci siamo divertite a dipanare questa storia un po' improbabile, comunque emozionante, a volte, complessa.
    Spero che sia fruibile e comprensibile al lettore che ci si avvicina. Grazie, per aver accettato la sfida lanciata dal blog a scrivere qualcosa di gradevole insieme.

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