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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
(link) divise per argomento.

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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Insieme - Creiamo una storia? 2







❤❤❤❤❤


Eccoci qui per la seconda volta!

Il primo racconto, "La fontanella", si è appena concluso.
Siamo quindi pronti ad iniziarne uno nuovo.
Spero che ci abbiate preso gusto e che accediate in molti!
Più  siamo più  la storia si arricchisce e sarà interessante!

Dunque, partiamo!

"Avanti il prossimo! Serviamo il numero novantasei.".
Il ragazzo si alzò prontamente da dove era seduto e raggiunse lo sportello in cui finalmente avrebbe potuto far partire il suo pacchettino.

L'Ufficio Postale era davvero gremito quel giorno.
Era stato più  volte sul punto di lasciar perdere e di andarsene.

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❤❤❤❤❤



16 commenti:

  1. però non poteva proprio rimandare... Dall'arrivo a destinazione di quel pacchettino dipendeva tutto il suo futuro...
    Durante il breve tragitto che lo separava dallo sportello, non poté fare a mento di pensare a quanto avesse faticato per preparare quella spedizione e per essere pronto per quel giorno... Realizzò, poi, di essere proprio il numero novantasei: era certamente un altro segno del destino...
    Così, trepidante e stordito da tutti quei pensieri, salutò l'impiegato e posò il pacchetto.

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  2. "Ordinario... raccomandato... per posta prioritaria... assicurato..." cominciò a snocciolare l'impiegato con una certa supponenza.
    Il ragazzo tornò bruscamente alla realtà.
    Aprì la boccai per rispondere, ma sembrava ancora incerto.
    Intanto una signora, che aveva il numero novantasette, si era avvicinata e sbuffava impaziente, alzando gli occhi al cielo.
    "Certamente raccomandato e celere... Deve arrivare con certezza e nel più breve tempo possibile!" borbottò un po' meno confuso il ragazzo, recuperando un cedolino che aveva precedentemente riempito.

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  3. "Eh celere!" ridacchiò l'impiegato "Benvenuto nell'universo delle poste, qui tutto è relativo e niente è sicuro."
    Sicuramente l'impiegato lo prendeva un po' in giro.
    Ma questo non impedì al ragazzo di preoccuparsi.
    Cosa sarebbe accaduto se il pacco non fosse arrivato a destinazione.... non voleva nemmeno pensarci!
    Avesse potuto avrebbe consegnato il pacchetto personalmente, ma non era possibile e già questo lo sconfortava.

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  4. In qualche modo tirò fuori dalle tasche il denaro per pagare e lo consegnò all'impiegato.
    Afferrò con una certa ansia la ricevuta e, si accingeva a fare dietrofront, quando la signora con il numero novantasette prese il suo posto davanti all'impiegato, un po' troppo frettolosamente, urtandolo in malo modo.
    Ohi! La ricevuta gli cadde inevitabilmente di mano!
    Leggera com'era, svolazzò un bel po' su se stessa prima di atterrare poco lontano.
    Il ragazzo rimase impietrito, gli occhi sbarrati, come fosse scoppiato un incendio.
    Automaticamente si affrettò a raccogliere da terra il prezioso foglietto.
    Lo lisciò con cura e ne soffiò via la polvere che aveva raccolto.
    Poi si voltò e lanciò un'occhiataccia alla donna rea di cotanto affronto.
    Scuotendo la testa con veemenza, si allontanò finalmente dall'ufficio postale.
    Quest'ultima non si era neppure accorta di quanto era successo.

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  5. Uscito dall'Ufficio Postale, il ragazzo cominciò a camminare lentamente per le vie della città... Non aveva una meta precisa, ma non voleva tornare a casa: si sentiva agitato e nervoso...
    Quel pacchetto era troppo importante e separarsene non era stato facile, ma... Oramai era andato!
    "Il dado è tratto!" Pensò con aria grave, recuperando nella memoria quella frase tanto famosa!

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  6. Sì, il dado era tratto... ma chissà se aveva osato troppo.
    Forse qualcuno avrebbe potuto giudicarlo presuntuoso oppure, peggio, banale e scontato.
    Un brivido freddo gli corse lungo la schiena, mentre un rossore diffuso gli risaliva dal collo fin sopra i capelli.
    Comunque il pacchetto era ben chiuso, l'indirizzo scritto correttamente e l'Ufficio Postale era stato ben pagato per consegnare al più presto e con tutta la cura necessaria il suo prezioso pacchettino.

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  7. Rassicurato da questo pensiero, dopo aver a lungo vagato per le vie della città, si diresse verso casa.
    Una telefonata gli avrebbe confermato l'arrivo a destinazione del pacco.
    Si sedette vicino al telefono, pronto a trascorrere lì tutto il tempo necessario.
    Mentre vagava distrattamente con lo sguardo attraverso i vetri della finestra, vide qualcosa che attirò la sua attenzione...
    Sul marciapiede, ferma, immobile, c'era una donna un po' avanti con gli anni.
    Appariva stanca e spenta, ma si indovinava una bellezza trascorsa ed una certa eleganza negli abiti, che avevano un sapore di preziose stoffe, passate di moda.
    Egli non riusciva a distogliere lo sguardo da quella persona... Chi era? Che cosa ci faceva lì?
    Continuava a fissarla, cercando di indovinare chi fosse e che cosa l'avesse portata proprio sotto la sua finestra.
    Non dava l'aria di attendere qualcuno... Anzi, appariva smarrita, con lo sguardo perduto nell'infinito.

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  8. Il ragazzo dimenticò per un attimo il suo pacchettino e si fece risucchiare in un irresistibile vortice di pensieri.
    Essi si andavano coagulando intorno a quella figura di donna che gli parlava anche senza parole.
    Si perse un attimo nella trama della gonna, dove si intrecciavano dei fiori appena delineati. Il continuo intrigo dei fili rilucenti e di quelli opachi lo ipnotizzava.
    Con la rapidità e le connessioni assurde che solo il pensiero riesce a fare, in un secondo si ritrovò a fissare il tessuto damascato del suo divano del cuore, quello di sua nonna, su cui lui aveva giocato ore e ore da bambino.
    Sul marciapiede, la donna un po'avanti negli anni, ferma, immobile, lo sguardo perso e spento, non si muoveva di un centimetro.
    Proprio in quel momento il fastidioso squillo del telefono lo ricondusse prepotentemente nella concretezza della sua casa.

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  9. Il pensiero corse fulmineo al pacchetto, ma la ragione lo richiamò prepotentemente con i piedi per terra.
    Non era possibile che fosse stato già consegnato.
    Se ci fosse voluto così poco, se fosse stato così semplice, così immediato, così vicino,
    l'avrebbe consegnato da solo.
    Alzò rapido la cornetta solo per sentire una voce femminile, gradevole ma registrata, che gli proponeva l'acquisto di un set di rossetti "cremosi e dalla tenuta da record!".
    Decisamente non gli interessava.
    Posò distrattamente la cornetta tornando ad appuntare lo sguardo sulla donna sul marciapiede.
    Inevitabilmente a questo punto l'attenzione si concentrò sulla bocca della donna un po' avanti con gli anni, sempre immobile.
    Portava un rossetto rosso ben visibile ma non vistoso e la bocca parlava più degli occhi che continuavano a fissare il vuoto.
    Lievemente imbronciata a momenti era comunque una bocca che, si vedeva, ne aveva passate un bel po'.
    Niente che avesse lasciato segni visibili ma, col tempo, si era evidentemente indurita nelle espressioni ma senza perdere del tutto la sua dolcezza ed ingenuità iniziali.
    Quella bocca aspettava qualcuno? Una persona a cui doveva comunicare qualcosa? Qualcosa di bello o di brutto? Una persona da baciare o con cui litigare?
    Quante domande e tutte le risposte, senza un perché, improvvisamente gli interessavano molto.
    Un modo forse per sfuggire al pensiero fisso del pacchetto in viaggio, sballottato tra magazzinieri che se lo sarebbero lanciati senza riguardo, e postini che magari lo avrebbero abbandonato in un canale di scolo senza consegnarlo.
    Quella donna sembrava mandata lì volutamente per tenergli compagnia nell'attesa.
    Sembrava anche lei attendere qualcosa.

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  10. Ben presto il ragazzo si ritrovò invischiato in uno stato d'animo che gli era abituale.

    Riconobbe immediatamente quel lavorio interiore che a volte lo prendeva a tradimento, allontanandolo di fatto dalla realtà concreta, mentre per altri versi ve lo risucchiava ben più in profondità, conducendolo in un magma pieno di movimento e di mutamenti rapidissimi quanto incomprensibili.

    In quei momenti, la sua analisi diventava addirittura frenetica, saltando di palo in frasca senza logica apparente.
    Ecco, così, che i battiti del suo cuore di colpo si intensificavano.
    Gli occhi cominciavano a fremere, mobilissimi, fissando quell'incongrua realtà virtuale.
    Un calore diffuso saliva sempre a colorargli le gote, mentre i collegamenti schizoidi divenivano sempre più vorticosi e numerosi.

    Lo sguardo sempre inespressivo e fisso, furono le labbra della donna a focalizzare la sua attenzione.
    Il rossetto passò di colpo in secondo piano, mentre dolcezza, broncio, nostalgia e ingenuità, tristezza e durezza comparvero insieme sulla sua bocca velata dal tempo che sembrava parlare.
    Intanto, damaschi, lini, sete preziose e fiori, tralci, intrecci avevano presero a girarle intorno in una caleidoscopica girandola di colori.

    Il ragazzo si portò lentamente la mano sugli occhi.
    Voleva tentare di tornare alla solidità della sua casa. Avvertiva che c'era qualcosa che doveva fare.
    Il pacchetto... sì, il pacchetto... doveva badare al suo pacchetto!
    E la donna... sì, la donna... doveva agire, doveva fare qualcosa...
    La donna ... il pacchetto...

    Quanto tempo trascorse in questo stato di trance?
    Difficile dirlo, ma eccolo finalmente tornare alla realtà!
    Aveva preso la sua decisione, una decisione cui non era possibile fare resistenza.

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  11. Scese precipitosamente giù in strada, come una furia... Temeva che ella potesse scomparire, così come era comparsa, improvvisamente, senza dargli il tempo di parlarle. Percorse in velocità un breve tratto di strada, girò dietro l'angolo e la vide, con passo leggero, allontanarsi lentamente...
    Corse per raggiungerla, ma quando le fu accanto, non riuscì a trovare le parole...
    Era come bloccato: il flusso dei pensieri, delle mille domande che aveva per lei, gli impedivano di parlare...
    Sì, le parole, proprio quelle che fino a quel momento gli avevano permesso di ottenere sempre tutto dalla vita, proprio in quell'attimo che sentiva così importante, lo tradivano!
    Incapace di pronunciare una sola sillaba, la vedeva fluttuare fra la folla indifferente...
    No, non poteva lasciarla andar via... Allungò il passo, la raggiunse e sussurrò:
    "Sono io..."

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  12. La donna si voltò di scatto come se lui avesse urlato.
    Ancora una volta resto lì, immobile, muta... ma qualcosa cominciava a muoversi nei suoi occhi.
    Dal canto suo anche il ragazzo si era impietrito.
    Incuranti del via vai che c'era intorno, nessuno dei due riusciva a superare quel metro e mezzo di spazio che li separava, quel muro invisibile, ma più concreto del marmo, apparentemente impossibile da penetrare.
    Quando tutto sembrava perduto, la donna lentamente sollevò un braccio.
    Quel tempo brevissimo, si fermò nel cuore del ragazzo, si ampliò inverosimilmente e, in una frazione di secondo, cominciò a vivere di vita propria.
    Con un salto vertiginoso il pensiero gli tornò al suo pacchetto -chissà dov'era in quel momento? - e prima di alcuna possibile riflessione vi entrò dentro a gamba tesa.

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  13. Mentre faceva una affrettata capriola con il pensiero, una come tante di quelle che facevano impazzire sua nonna, si ritrovò tra le righe a pagina tredici.
    Si arrampicò pian pianino sulle parole senza senso che gli penzolavano sopra la testa fiducioso di trovare qualcosa.
    Un'orgia di lettere lo attendeva incurante di lui.
    Erano lettere gigantesche, apparentemente distratte, in movimento disordinato davanti ai suoi occhi.
    Riprese fiato e cercò di capire cosa dovesse fare.
    I mille caratteri che lo accerchiavano non sembravano ostili, così si fece coraggio e si addentrò in un gruppetto che cercava di farsi in qualche modo notare.
    Quasi subito gli fu chiaro il loro significato!
    "Coniglietto" era la parola che si sbracciava per farsi riconoscere!
    Sì, il suo coniglietto con le lunghe orecchie, il coniglietto morbido e amico, il coniglietto con una macchia sulla zampa, il coniglietto seduto sul divano damascato della nonna...
    Già, il coniglietto e la signora... la bella signora... la signora che glielo aveva regalato, quel lontano giorno ai giardinetti.

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  14. La mano della donna raggiunse finalmente il suo viso.
    Lo sfiorò con una timida, incerta carezza.

    A quel tocco leggero, il cuore del ragazzo si fermò letteralmente per un attimo, poi riprese a galoppare freneticamente come mai gli era accaduto.

    Rossi di emozione, i due si abbracciarono all'unisono, disorientati e confusi sì, ma felici, appagati.
    Avevano raggiunto un traguardo nel quale mai avevano osato sperare...
    Niente ora aveva più importanza.
    Intanto, il mondo intorno continuava la sua vita frenetica.
    Pochi si accorsero di loro.

    In quell'abbraccio sembrava che tutto si fosse ricomposto.
    Nulla più davvero contava.
    Cause, responsabilità, i mille perché di sempre non avevano più alcun senso.

    Per un breve momento, il ragazzo tornò con il pensiero al suo pacchetto prezioso.
    Entrò di nuovo nelle migliaia e migliaia di parole che conteneva.

    Sì, le parole erano amiche come sempre - pensò - ma anche i silenzi erano importanti e potevano parlare.
    No, non era possibile interrompere quel silenzio che aveva di arcano.
    Qualsiasi parola avessero detto l'avrebbe sciupato.

    Mentre muti se ne tornavano indietro, si udì insistente il trillo del telefono provenire dalla sua casa.

    Forse era la telefonata che attendeva?
    Forse era davvero la casa editrice?

    Il ragazzo sperò di sì con tutto il suo cuore, ma non si mosse neppure di un centimetro.

    Ora c'era bisogno di silenzio.
    Tutto poteva aspettare, tanto avrebbero richiamato in ogni caso, sia che la risposta fosse stata positiva o, al contrario,fosse stata negativa.

    Il ragazzo si rituffò nella concretezza della strada.
    Guardò di nuovo la donna negli occhi.
    Lei guardò ancora lui intensamente... e il mondo scomparve di nuovo intorno a loro, mentre un coniglietto dalle lunghe orecchie, morbido e amico, con una macchia sulla zampa, si rotololava, ammiccando, sul divano damascato della nonna.

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  15. ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

    Se questo racconto, "Il pacchetto", vi è piaciuto, cominciate a giocare anche voi!
    Ne troverete un altro in corso di realizzazione nella pagina "Insieme - Creiamo una storia? 3".
    Vi divertirete, ne sono sicura!
    E poi, in fondo, cosa c'è di meglio per allenare i muscoli della mente e del cuore?
    Dunque, vi aspetto con gioia qui sulla panchina!

    ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

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