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Raffaello Sanzio |
Star bene
La coda di cavallo
Finalmente oggi ho un po' di tempo libero per sedermi sulla panchina a riposare. Ne avvertivo un grande bisogno. Per quanto cerchi di organizzarmi, di liberare spazio, mi ritrovo spesso mille cose che si accumulano e invadono la mia comfort zone, come mi diverto a definirla. Oggi ho la possibilità di scavare dentro di me e di trovare un nuovo argomento di conversazione, che coinvolga i miei pensieri ed anche le mie emozioni. Vediamo un po'.
Non è affatto facile recuperare se stessi quando per tanto tempo non ci si è frequentati. Ne ho la prova in questo momento. Allora che faccio? Desisto? No, davvero!
Non è affatto facile recuperare se stessi quando per tanto tempo non ci si è frequentati. Ne ho la prova in questo momento. Allora che faccio? Desisto? No, davvero!
Riproviamo.
La finestra é schermata e il caldo è sotto controllo. La luce filtra appena appena delicata e non ferisce gli occhi. Dalle tende si sprigiona ancora un aroma d'altri tempi.
Ora dovrei riuscire a rilassarmi. Sì, dovrei arrivare a concentrarmi su me stessa e a frugare tra pensieri ed emozioni cementate in un groviglio.
Ecco, ci siamo!
Scosto con delicatezza ciò che mi impedisce di scendere nel profondo. Non riesco a vederne i dettagli. Si tratta di sagome fitte e nere come il carbone, che io però ignoro completamente. Non mi suscitano ansia né interesse... ci sono e basta. Comunque ancora non riesco a distinguere nulla.
Sto cercando di andare ancora più giù. C'è, laggiù in fondo in fondo, qualche bagliore che comincia a richiamare la mia attenzione. Scendo ancora più in fretta.
Si tratta di una miriade di piccoli ricordi che per il momento non creano emozioni di sorta. Certamente non sono colorati di nero, direi che anch'essi sembrano del tutto uguali ed emotivamente neutri.
Devo dire che la prima impressione che ho, quando scientemente cerco di esplorare questo livello della mia esistenza, è che ogni volta automaticamente supero la maggior parte della mia vita e mi arresto soltanto quando ho raggiunto la prima parte della mia esistenza, quella in cui mi sono formata, quella in cui si vive tutto al massimo dell'intensità.
Ho notato che questo mi accade tutte le volte che mi fermo a pensare a me stessa, ma del resto, a ben pensarci, questo meccanismo sembra quasi automatico anche in chi mi circonda, quando invito a ripercorrere il tempo all'indietro e a parlarne.
Anche questa volta non ho fatto eccezione. Mi guardo ancora intorno e, visto che non c'è un punto che brilla più degli altri, decido di puntare su quello che mi è più vicino, direi uno a caso.
Guarda, guarda!
Eccomi lì, sono a Roma.
Avrò una ventina d'anni. Sto percorrendo Via Condotti verso Piazza di Spagna... o è Via Frattina? Il ricordo è un po' confuso. Quello che è certo è che la scalinata di Trinità dei Monti si erge laggiù in fondo, davanti a me ed è il colore di Roma, sempre uguale nel tempo, quello che mi fa una carezza.
Non sono sola. C'è con me una collega di lavoro, un'amica, una di quelle che poi si perdono inevitabilmente lungo il corso della vita.
In questo periodo stiamo sempre insieme a scoprire cosa ci offre la vita. Insieme, infatti, abbiamo fatto anche il primo viaggio in aereo, andando a visitare Amsterdam.
Oggi invece stiamo andando da una hairstylist di grido per cercare di trovare qualcosa di nuovo per la nostra capigliatura.
E in verità io la trovai alla grande. Rimasi letteralmente a bocca aperta. Infatti fui davvero sorpresa di come quella donna riuscisse a trasformare una semplice coda - avevo i capelli lunghi in quel periodo - in un capolavoro.
Era l'epoca in cui i capelli si cotonavano, si utilizzavano ferri di sostegno e non ci si pettinava per una settimana per non scompigliare il lavoro del parrucchiere.
E questo fecero anche sulla mia testa, dando una particolarissima inclinazione alla mia coda ed utilizzando un nastro fantastico, di un materiale interessantissimo, che non sono mai riuscita ad eliminare dalla mia vita... se cerco bene penso di averlo ancora in casa.
Tanto di cappello! Ne uscii trasformata. C'era proprio creatività e stile.
Certo, però, che la riproduzione fatta da me subito dopo, risultò una coda come tante... con un fiocco.
Ho fatto proprio bene ad indagare questa piccola luce.
Sono ritornata in via Frattina e in Via Condotti in tempi recenti, non molti anni fa... e ho cercato di ritrovare il portone preciso da cui si accedeva al salone delle meraviglie. Devo dire che il momento lontano dei vent'anni mi è immediatamente risalito a livello di coscienza e ne ho rivissuto tutta la poesia profumata di gioventù.
Bene! Sono riuscita a scendere le scale del profondo anche questa volta e ho rimesso in moto pensieri ed emozioni. Sono sempre più convinta che, qualsiasi cosa ci si ritrovi, ci fa bene riordinare questo luogo.
Fatelo! Ve lo consiglio vivamente!
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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