Chiesa di San Cristoforo - Lucca
Metti di entrare
un pomeriggio in chiesa
Una, due, tre...
Tre lapidi. Quella centrale è davvero magnifica. Nella penombra per poco non mi accorgevo della loro presenza...
Quante di queste lapidi troviamo nel nostro abituale cammino! Ve ne siete mai accorti? Non so perché a me hanno da sempre molto affascinato.
Nelle nostre chiese - e come si sa di chiese ce ne sono sempre almeno cento in ogni città - trovi tantissime lapidi come questa, così tante che a volte appunto nemmeno ci si fa caso. Se invece ci prestate attenzione, le vedrete spuntare in ogni dove, su tutti i muri e a tutte le altezze.
Queste, poi, sono sul pavimento, così che, nella semioscurità della chiesa in cui le ho fotografate, finisci per calpestarle senza neppure accorgertene, ma se per caso vi capita di abbassare lo sguardo ne verrete irrimediabilmente catturati.
Non so se avete notato. Il nome di chi vi è sepolto molto spesso sfugge all'attenzione, il più delle volte è ignoto al visitatore, mentre questi si perde senza riserve nel grande lavoro decorativo di chi ha scolpito mille ghirigori su una pietra che sarebbe stata altrimenti muta. Non so se questa è stata la vostra esperienza, molto spesso è la mia.
Queste lapidi mi affascinano, mi prendono in profondità come se volessero raccontarmi qualcosa di più di quello che vedo. Catalizzano la mia riflessione su qualcosa di più intimo e profondo.
Non dico che mi ritrovo nell'atmosfera di "Spoon River", ma quasi.
Un questo caso, non sono i defunti che vi sono celati che si vogliono presentare a me. Sono io stessa che desidererei comprendere quell'energia che è rimasta lì intorno e che io in qualche modo vorrei percepire.
Accade che il più delle volte sia impossibile qualsiasi riflessione immediata. C'è sempre qualcuno che interferisce con te, che si muove e fa rumore, che ti induce alla fretta e a consumare anche quello che potrebbe essere un bel momento intimo e solo tuo.
Per questo ho fotografato queste lapidi qualche tempo fa, per farne una riflessione quando avessi voluto e potuto. Infatti, eccomi qui.
Per questo ho fotografato queste lapidi qualche tempo fa, per farne una riflessione quando avessi voluto e potuto. Infatti, eccomi qui.
Vediamo. La prima cosa che mi colpisce è l'estetica, la bellezza del manufatto, che a me salta direttamente al cuore, ma non è la sola. Ancora di più mi intrigano l'armonia e l'atmosfera che si colgono in questi luoghi quando sei lì, sul posto.
Lì sotto ci saranno ancora delle ossa o forse no, comunque nessuna forma dell'uomo è conservata così com'era nella vita reale. Questo è certo, ma non mi interessa più di tanto.
Lì sotto ci saranno ancora delle ossa o forse no, comunque nessuna forma dell'uomo è conservata così com'era nella vita reale. Questo è certo, ma non mi interessa più di tanto.
In realtà, quello che sempre mi chiedo è dove siano andati a finire i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue convinzioni e le sue conoscenze. Insomma, lì dentro c'è ancora qualcosa del suo Io?
Ecco. È arrivata la gazza sul mio davanzale.
La gazza che vive davanti alla
mia finestra vuole intervenire.
Con il suo verso deciso e un po' sgraziato, sembra rispondere anche lei alla mia domanda. Non
mi è chiarissimo cosa intenda dire, ma devo ammettere che sembra molto convinta di quello che va affermando. A me sembra che la sua risposta sia più un no che un
sì.
Chi ha una profonda fede religiosa sa già dove collocare tutto questo e questo è un bene.
Per chi invece questa fede non ce l’ha, la domanda rischia
di restare senza risposta.
Cosa ne penso io?
A me piacerebbe tanto credere che una sorta di energia, qualcosa di noi, rimanga là sotto, pur nella libertà di spaziare ovunque voglia andare.
Ne ho avuto una bella e coinvolgente
esperienza durante la riesumazione della salma di una persona a me cara.
Infatti, nel momento in cui la benna ha tirato su ciò che restava di quel corpo, in particolare il capo con i lunghi capelli in movimento, stranamente divenuti rossi, io ho avvertito una chiara e forte energia che lo accompagnava, una specie di vento concentrato in quel punto, un vento sonoro che voleva dire qualcosa e lo stava dicendo.
Infatti, nel momento in cui la benna ha tirato su ciò che restava di quel corpo, in particolare il capo con i lunghi capelli in movimento, stranamente divenuti rossi, io ho avvertito una chiara e forte energia che lo accompagnava, una specie di vento concentrato in quel punto, un vento sonoro che voleva dire qualcosa e lo stava dicendo.
Così, davanti a queste lapidi, io non sono mai indifferente. Anzi! Mi ci tuffo con tutta me stessa.
Eh, sì! Mi piace sempre pormi in ascolto, aperta a vivere
una nuova bella avventura, anche se so che è probabilmente costruita tutta nella mia mente e nel mio cuore.
Comunque, che ricchezza questa Italia che ci provoca con le sue infinite bellezze! Sono talmente tante che te le ritrovi sotto casa a portata di mano e non puoi fare a meno di fartene coinvolgere.
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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