Vi porto in viaggio con me
Sorrento
Di tutti quei meravigliosi giorni trascorsi nel bellissimo Golfo di Sorrento, questo è uno dei ricordi più belli e più significativi che
porto con me.
Mi sono trovata su questa terrazza-belvedere senza preavviso, improvvisamente, appena arrivata a Sorrento, veramente splendida località. Il ricordo mi fa ancora battere forte il cuore.
Mi sono trovata su questa terrazza-belvedere senza preavviso, improvvisamente, appena arrivata a Sorrento, veramente splendida località. Il ricordo mi fa ancora battere forte il cuore.
Infatti,
quando con un po' di titubanza mi sono affacciata oltre la balaustra, nemmeno
troppo alta in verità, il mio essere si è trovato per un attimo sospeso nel vuoto.
Che sorpresa! Quella
vista non era soltanto un fatto fisico, concreto, ma un forte stimolo
improvviso e inaspettato, che immediatamente è andato a toccare le corde più profonde delle
mie emozioni e del mio pensiero.
Quei bagnanti-pesciolini, che nuotavano nell'acqua trasparente di cristallo come fossero girini in uno stagno, hanno
richiamato in me tutte insieme mille riflessioni, un colpo fortissimo che mi ha
fatto venire i brividi.
In particolare, anche se sapevo benissimo che se mi fossi avvicinata avrebbero riacquistato le dimensioni normali, mi hanno fatto
ripensare alla piccolezza dell'uomo rispetto al creato, alla sua vulnerabilità
ma anche alla sua forza indomita nella reazione vitale nella sua lotta per la
sopravvivenza.
Il Piccolo Uomo. Il Piccolo Uomo che cavalca gli elementi e se ne appropria. Un
simbolo chiaro si stava concretizzando lì sotto i miei occhi: i bagnanti-pesciolini
non temevano di raggiungere il mare aperto aldilà della barriera protettiva. All'improvviso, infatti, trasformati in agili rane, hanno guadagnato il piccolo varco e sono scomparsi.
Questo in effetti hanno fatto subito dopo il momento immortalato dall'immagine.
È stato in questa azione che ho rivisto l'eterno desiderio di conoscere e di
dominare l'ambiente, da cui l'uomo è stato caratterizzato fin dalla nascita del tempo.
Ho provato le stesse sensazioni nei lontani pomeriggi scolastici in cui sognavo
con il mare di Ulisse, quello dell'incontro con Nausicaa, quello della lotta
con le Sirene e con i venti ostili del mare in burrasca per ritornare ad Itaca.
Avete notato? Come sono piccole le persone che prendono il sole sulla spiaggia... che non c'è! E che romantico esporsi al sole, vicini vicini, su esigue palafitte o sui massi della barriera protettiva costruita dall'uomo!
Un'immagine davvero suggestiva...
E poi è venuto il momento di scendere. Dieci, venti, quaranta, sessanta, cento scalini, cento e... ancora altri scalini. Con grandissima attenzione a non precipitare giù come corpo morto cade, sono riuscita finalmente ad arrivare laggiù, sulla riva del mare...
Com'era cambiata l'immagine!
Lo spazio si era molto ristretto e le cabine, se così vogliamo chiamarle, incombevano su di me con prepotenza, minacciose. I lettini disposti sulle palafitte erano lì accanto, davvero opprimenti per la mancanza di spazio.
E qui un'altra considerazione.
Come tutto si ammanta di bellezza quando interviene il pensiero, le emozioni, la fantasia a creare qualcosa di cui contorni e limiti non siano ancora chiari!
Con tanta tanta fatica e la richiesta di tanto impegno al mio cuore e ai miei polmoni, mi sono affrettata a ritornare in alto, lassù dove da un belvedere avevo vissuto un magico sogno.
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
0 commenti:
Posta un commento