Eccomi finalmente qui.
Finalmente posso sedermi sulla nostra magnifica panchina.
Virtualissima, si sa, ma mai così reale.
Siamo tutti in attesa dell'acquazzone che lavi l’afa africana dal mondo reale che ci circonda e quella che staziona anche nel nostro cuore.
Intanto, è qui che voglio stare a ritrovare serenità e refrigerio.
Incredibile!
In questo luogo di emozioni, di idee, di parole, tutto sembra semplice e facile.
Un minuto e ritrovo immediatamente, tutte insieme, le esperienze che qui abbiamo vissuto e che ritroviamo nascoste nei tanti post del blog.
Sono una folla. Una festa intorno a me.
Colgo subito, mentre si avvicina, la voce sommessa dei pini di Roma.
È sostenuta da quella dell'acqua delle mille fontane della città.
Zampillano, scrosciano, gocciolano, gorgogliano, in un gioco di ritmi che si fa musica.
Il flusso del Tevere è lento.
Scorre all'unisono con le foglie dei platani mosse dal ponentino.
Un canottiere si muove sotto il ponte. Chissà cosa penserà!
Sul marciapiede la nonnina è già seduta da un po'.
Ha disposto i suoi lavori all'uncinetto, mentre continua ad intrecciare presine e centrini d'altri tempi.
La signora con il cappello di paglia si è fermata. Ora si china e prende un centrino, lasciando cadere qualche moneta nel cestino.
La nonnina non ha interrotto il suo lavoro.
Gli storni si levano in quantità inimmaginabili dagli alberi del Lungo Tevere.
Disegnano macchie di Rorschach nel cielo.
Il passante si perde a guardare, mentre ne interpreta il significato. Ritorna a vivere in questo secolo della fantascienza il brivido antico degli àuguri… non troppo è cambiato da allora.
È fresco ed intimo dentro la chiesa. Non molti la conoscono. Eppure non è lontana dal Corso.
C'è un pozzo accanto all'altare. L'acqua gorgoglia e vive lì sotto.
Colpisce il vassoio appoggiato sul tavolinetto lì vicino. Attrae con i suoi bicchierini ben allineati.
In questa chiesa si beve in religioso silenzio l’acqua miracolosa del pozzo.
Si è sicuri di essere ascoltati.
I fedeli sono fiduciosi.
Bevono a turno dal pozzo che miracoli ne ha già fatti tanti.
E comunque porta bene.
Che giardino magnifico ci accoglie adesso!
Vista Colosseo, negli Orti Farnesiani bisbigliano i fiori.
Non ti aspetti di trovare un tale concerto così a portata di mano.
È una delle voci nascoste di Roma che riempiono il cuore, come i sussurri sulle pietre antiche che guidano i tuoi passi lungo la Via Appia e ti conducono lontano nello spazio e, soprattutto, nel tempo.
A Roma tutto questo spazio meditativo?
Certamente.
Anche in questa città puoi fare un giro solitario per coglierne, se vuoi, l'anima nascosta che sfugge ai più.
Mentre ti saluta in sordina il fontanone di Trastevere che dipana il suo canto nella vivacità dell'acqua, ti perdi a recepire la voce dei tetti di Roma che si adagiano immoti, davanti a te, laggiù.
Ogni tetto una storia, ogni nido un garrito, evanescenti i sogni evocati, mentre il cannone del Gianicolo spara il mezzogiorno.
La magia di questa panchina virtuale sta nel fatto che ha cancellato da questa città nel cuore di tanti ogni rumore ed affanno, ogni traccia di smog, ogni litigio ed ingorgo.
Ora non sei più prigioniero della vita reale.
Siamo appena riusciti a farlo, non è vero?
Di solito ogni altra sfumatura svanisce e si annulla nel calderone delle difficoltà quotidiane.
Eppure questo quadro di Roma è vivo ed esiste.
Puoi coglierlo all'alba e al tramonto di un giorno fortunato, quando sei quasi solo, in una città fantasma di un agosto inoltrato.
Grazie per la vostra presenza intorno alla nostra panchina.
Oggi abbiamo allenato insieme i muscoli della mente e del cuore.
Per me è stato un tuffo in una dimensione che mi gratifica molto.
Spero sia stato lo stesso per voi.
Alla prossima!
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Suggestioni che il brano ha ispirato
La sommessa voce della città deserta, arsa dalla canicola d'un tratto diventa ticchettio di mille dita, grida spezzate nella ricerca di un riparo... piove a Roma e l'acqua corre vivace verso i tombini e qui gorgoglia.
Piove sui tetti di legno e di lamiera del grande mercato rionale di Ponte Milvio, rivoli vi serpeggiano e frutti e verdure si fanno lucidi e più colorati.
Ci si affretta tutti nelle spese e le voci dei contadini si fanno più roche e potenti, quasi gridi: "Comprate, signo', comprate... che poi se n'annamo tutti inzuppati a casa, che è mejo!".
Alcuni, nella foga, inciampano nelle cassette vuote, si urtano, imprecano, cercano di coprirsi il capo alla meglio e tralasciano di contare gli spiccioli del resto.
C'è comunque allegria nell'aria e un respiro nuovo, allargato e fresco... perché a Roma è sempre una festa, caotica, frenetica, ma sempre una gran festa! (Elisabetta)
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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