Thinking Room
✏💥✏
Ho deciso di aprire questa nuova stanza in un post specifico, per creare uno spazio facilmente fruibile da tutti noi che vogliamo riflettere e individuare nuovi pensieri e nuove emozioni.
Qui troveremo un silenzio delizioso, una concentrazione profonda, un momento tutto nostro, in cui incontreremo il nostro IO più profondo e forse sconosciuto.
Qualche suggerimento?
Thinking Room
Rilassati, concentrati,
fissa il cerchietto qui sotto
e fai fluire i tuoi pensieri in libertà.
Scrivi per noi
il più significativo
nella casella dei commenti
in fondo al post
⊙
✏💥✏
🔴
Ancora migrazione di farfalle.
Sì, andare...
Che bello muoversi verso una meta!
Mi comunicano ottimismo, voglia di vivere, volontà di superare gli ostacoli.
Intorno alla panchina molte molte persone si aggirano caute, ascoltano, leggono. Pochissime parlano, pochissime scrivono.
Invece a me piacerebbe tanto ascoltare le vostre voci.
Su, migriamo anche noi come le farfalle!
Raggiungiamo mete "lontane"!
Sì, andare...
Andiamo insieme!
Sì, andare...
Che bello muoversi verso una meta!
Mi comunicano ottimismo, voglia di vivere, volontà di superare gli ostacoli.
Intorno alla panchina molte molte persone si aggirano caute, ascoltano, leggono. Pochissime parlano, pochissime scrivono.
Invece a me piacerebbe tanto ascoltare le vostre voci.
Su, migriamo anche noi come le farfalle!
Raggiungiamo mete "lontane"!
Sì, andare...
Andiamo insieme!
(Vanina)
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Il rombo lontano di una moto potente mi trasporta repentinamente sulla Route 66, in Arizona... strada che si perde infinita dietro e davanti a me...
Sono sola con il vento.
Libertà. Adrenalina. Aspettative.
Sono sola con il vento.
Libertà. Adrenalina. Aspettative.
(Vanina)
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Cader nella rete
Eccomi qui nella stanza in cui si “pensa”.
È questa una cosa che si dovrebbe fare regolarmente, un momento educativo importante che può aiutare a vivere meglio e in serenità.
Oggi non ho bisogno di fissare il famoso “cerchietto” per farmi venire nuove idee.
Un pensiero mi frulla nella mente già da un po’.
Mi riferisco alle tante bravate dei giovani di cui si occupa la cronaca in questi giorni e, soprattutto, agli adulti che per primi non sanno prendere per se stessi le distanze dal male che vuole irretirli.
E in queste condizioni come potrebbero essere a loro volta educatori?
Mi colpisce molto la vulnerabilità dei ragazzini... e dei ragazzi... e degli adulti, che non sanno distinguere i pericoli che li circondano, neppure quelli più macroscopici.
Prendo, ad esempio, quella specie di gioco attuato nel web, ispirato al raggiungimento di livelli sempre più alti di rischio, fino a condurre al suicidio.
Per gli adulti potrebbe fare il paio il salasso di denaro che organizzazioni “ben preparate” mettono in atto nei confronti di donne disperate, ma anche di uomini, rubando profili ed identità (e soldi!) dietro le quali si nascondono.
Questi sono i casi eclatanti che vengono via via alla ribalta, ma esistono situazioni più nebulose in cui le persone finiscono con il perdere la propria identità in modo più subdolo, quelle in cui si trovano invischiate in una rete relazionale tossica che le svaluta e le uccide piano piano.
Queste sono molto più frequenti delle situazioni eclatanti e molto meno evidenti.
Sono quelle che, attraverso la svalutazione continua della persona, conducono ad una negatività totale da rendere la vita impossibile.
Io penso, e per questo mi batto da sempre, che bisogna educarsi ed educare alla valutazione dei fatti, ad esprimere giudizi positivi o negativi, ad operare scelte di percorsi diversi, a non aver paura di essere soli in scelte importanti.
Niente dovrebbe capitare per caso.
Si dovrebbe sapere che, come per ogni essere vivente su questa terra, molti sono i pericoli che ci circondano.
Dunque è necessario imparare a vederli e a sapersene difendere, nel gioco atavico dell’adattamento e dell’istinto di sopravvivenza della specie.
Questo è il compito di ogni genitore, di ogni educatore, di ogni adulto.
Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che ognuno di noi faccia un lavoro su se stesso, un lavoro profondo di recupero di spazi di positività e sicurezze.
La trasmissione non dovrebbe essere coercitiva, ma sempre tesa a spiegare le nostre motivazioni al riguardo con rispetto per gli altri, sempre pronti a cambiare prospettiva, ad aggiustare il tiro man mano che l’esperienza di vita ci cambia.
Non è mai troppo presto né troppo tardi per iniziare.
Si comincia a trasmettere abitudini costruttive già quando il bambino emette il primo vagito.
Quindi ciò che scegliamo di fare è di vitale importanza.
Si può anche sbagliare, ma avendoci ben pensato e avendo operato una scelta in buona fede.
Indispensabile è la comunicazione di idee e sentimenti, ma non dimentichiamo di lasciare libero l’individuo, cui sono state prospettate le varie alternative motivate, di decidere in prima persona.
Questa abitudine di pensiero sarà molto utile nella vita, quando le proposte che ci verranno fatte non saranno nel nostro interesse oppure lo saranno e non ce ne accorgeremmo senza questo strumento importante che abbiamo costruito.
Oggi la Thinking Room mi ha ispirato questi pensieri e queste parole.
Io mi sono chiarita con me stessa.
Spero possa servire anche a voi che leggete.
È questa una cosa che si dovrebbe fare regolarmente, un momento educativo importante che può aiutare a vivere meglio e in serenità.
Oggi non ho bisogno di fissare il famoso “cerchietto” per farmi venire nuove idee.
Un pensiero mi frulla nella mente già da un po’.
Mi riferisco alle tante bravate dei giovani di cui si occupa la cronaca in questi giorni e, soprattutto, agli adulti che per primi non sanno prendere per se stessi le distanze dal male che vuole irretirli.
E in queste condizioni come potrebbero essere a loro volta educatori?
Mi colpisce molto la vulnerabilità dei ragazzini... e dei ragazzi... e degli adulti, che non sanno distinguere i pericoli che li circondano, neppure quelli più macroscopici.
Prendo, ad esempio, quella specie di gioco attuato nel web, ispirato al raggiungimento di livelli sempre più alti di rischio, fino a condurre al suicidio.
Per gli adulti potrebbe fare il paio il salasso di denaro che organizzazioni “ben preparate” mettono in atto nei confronti di donne disperate, ma anche di uomini, rubando profili ed identità (e soldi!) dietro le quali si nascondono.
Questi sono i casi eclatanti che vengono via via alla ribalta, ma esistono situazioni più nebulose in cui le persone finiscono con il perdere la propria identità in modo più subdolo, quelle in cui si trovano invischiate in una rete relazionale tossica che le svaluta e le uccide piano piano.
Queste sono molto più frequenti delle situazioni eclatanti e molto meno evidenti.
Sono quelle che, attraverso la svalutazione continua della persona, conducono ad una negatività totale da rendere la vita impossibile.
Io penso, e per questo mi batto da sempre, che bisogna educarsi ed educare alla valutazione dei fatti, ad esprimere giudizi positivi o negativi, ad operare scelte di percorsi diversi, a non aver paura di essere soli in scelte importanti.
Niente dovrebbe capitare per caso.
Si dovrebbe sapere che, come per ogni essere vivente su questa terra, molti sono i pericoli che ci circondano.
Dunque è necessario imparare a vederli e a sapersene difendere, nel gioco atavico dell’adattamento e dell’istinto di sopravvivenza della specie.
Questo è il compito di ogni genitore, di ogni educatore, di ogni adulto.
Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che ognuno di noi faccia un lavoro su se stesso, un lavoro profondo di recupero di spazi di positività e sicurezze.
La trasmissione non dovrebbe essere coercitiva, ma sempre tesa a spiegare le nostre motivazioni al riguardo con rispetto per gli altri, sempre pronti a cambiare prospettiva, ad aggiustare il tiro man mano che l’esperienza di vita ci cambia.
Non è mai troppo presto né troppo tardi per iniziare.
Si comincia a trasmettere abitudini costruttive già quando il bambino emette il primo vagito.
Quindi ciò che scegliamo di fare è di vitale importanza.
Si può anche sbagliare, ma avendoci ben pensato e avendo operato una scelta in buona fede.
Indispensabile è la comunicazione di idee e sentimenti, ma non dimentichiamo di lasciare libero l’individuo, cui sono state prospettate le varie alternative motivate, di decidere in prima persona.
Questa abitudine di pensiero sarà molto utile nella vita, quando le proposte che ci verranno fatte non saranno nel nostro interesse oppure lo saranno e non ce ne accorgeremmo senza questo strumento importante che abbiamo costruito.
Oggi la Thinking Room mi ha ispirato questi pensieri e queste parole.
Io mi sono chiarita con me stessa.
Spero possa servire anche a voi che leggete.
(Vanina)
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Accelerazione
Eccomi. Sono di nuovo
qui.
Oggi è domenica, l'ultima domenica di un giugno particolare oltre che caldo...
Alle 9.41, in città siamo ancora tra pochi intimi. Qualche voce lontana, tubar di piccioni, cinguettii di uccellini nei nidi nascosti sui tetti. L'atmosfera è perfetta per pensare.
Fisserò questo magico cerchietto... cosa si nasconderà laggiù?
C'è qualcosa che ruota su se stesso laggiù... sì, è la pala di un ventilatore in accelerazione. Per fortuna è protetta dà una griglia e non è pericolosa. Posso usufruire della brezza che produce e che risale verso di me, senza incorrere in alcun pericolo.
Ecco le prime immagini che prendono forma. Inevitabilmente come in un sogno, hanno a che fare con ciò che è accaduto da poco nella realtà.
Un gruppo di bambine di scuola materna sta eseguendo un delizioso balletto. Dev'essere il saggio di fine anno scolastico.
Ce n'è una su cui ho fissato l'attenzione. Sì muove con grazia e ritmo, ma più spesso segue un tempo personale. Comunque si riprende e cerca di riallinearsi agli altri.
Questa bimba forse non ha una musicalità perfetta, ma senza dubbio è protagonista di se stessa, tiene conto del mondo e decide cosa sia meglio fare.
La pala di un ventilatore e la griglia che la protegge.
È questa una splendida metafora, non trovate?
Per chi fa esperienza in giovanissima età e non solo, un filtro, una protezione, una specie di salvagente, è cosa auspicabile, direi indispensabile.
È bene che in qualche modo venga costruita. Ne parlavo già in precedenza.
È necessario riflettere e comparare le esperienze con qualcosa che si conosce, qualcosa che si può eventualmente modificare in modo personale, ma che faccia da specchio per valutare ciò che facciamo.
La pala del ventilatore ha accelerato ancora di più.
Adesso sta rimestando In un vortice di pandemia.
Sta mettendo in moto un'enorme quantità di emozioni e di notizie.
Schizzerebbero da tutte le parti se a bloccarle non ci fosse una fitta griglia.
Laddove la griglia c'è, la vita riassume comunque un equilibrio accettabile che consente di vivere anche in questa ridda di informazioni parziali e contraddittorie.
Quando invece non è stata costruita nel tempo una rete protettiva, ecco insorgere inizialmente cattivo umore, poi ansia generalizzata insostenibile, malessere di vivere, depressioni più o meno gravi.
Riflettendo nella tranquillità della nostra "Thinking Room" forse possiamo migliorare la nostra capacità di resilienza come tutti in questo periodo amano dire.
Oggi è domenica, l'ultima domenica di un giugno particolare oltre che caldo...
Alle 9.41, in città siamo ancora tra pochi intimi. Qualche voce lontana, tubar di piccioni, cinguettii di uccellini nei nidi nascosti sui tetti. L'atmosfera è perfetta per pensare.
Fisserò questo magico cerchietto... cosa si nasconderà laggiù?
C'è qualcosa che ruota su se stesso laggiù... sì, è la pala di un ventilatore in accelerazione. Per fortuna è protetta dà una griglia e non è pericolosa. Posso usufruire della brezza che produce e che risale verso di me, senza incorrere in alcun pericolo.
Ecco le prime immagini che prendono forma. Inevitabilmente come in un sogno, hanno a che fare con ciò che è accaduto da poco nella realtà.
Un gruppo di bambine di scuola materna sta eseguendo un delizioso balletto. Dev'essere il saggio di fine anno scolastico.
Ce n'è una su cui ho fissato l'attenzione. Sì muove con grazia e ritmo, ma più spesso segue un tempo personale. Comunque si riprende e cerca di riallinearsi agli altri.
Questa bimba forse non ha una musicalità perfetta, ma senza dubbio è protagonista di se stessa, tiene conto del mondo e decide cosa sia meglio fare.
La pala di un ventilatore e la griglia che la protegge.
È questa una splendida metafora, non trovate?
Per chi fa esperienza in giovanissima età e non solo, un filtro, una protezione, una specie di salvagente, è cosa auspicabile, direi indispensabile.
È bene che in qualche modo venga costruita. Ne parlavo già in precedenza.
È necessario riflettere e comparare le esperienze con qualcosa che si conosce, qualcosa che si può eventualmente modificare in modo personale, ma che faccia da specchio per valutare ciò che facciamo.
La pala del ventilatore ha accelerato ancora di più.
Adesso sta rimestando In un vortice di pandemia.
Sta mettendo in moto un'enorme quantità di emozioni e di notizie.
Schizzerebbero da tutte le parti se a bloccarle non ci fosse una fitta griglia.
Laddove la griglia c'è, la vita riassume comunque un equilibrio accettabile che consente di vivere anche in questa ridda di informazioni parziali e contraddittorie.
Quando invece non è stata costruita nel tempo una rete protettiva, ecco insorgere inizialmente cattivo umore, poi ansia generalizzata insostenibile, malessere di vivere, depressioni più o meno gravi.
Riflettendo nella tranquillità della nostra "Thinking Room" forse possiamo migliorare la nostra capacità di resilienza come tutti in questo periodo amano dire.
Che ne dite?
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Ero nel nido di un pettirosso
Buongiorno!
Oggi sono qui ad aspettarvi già da un po'.
Forse ho voglio di riflettere con voi nella calma e nella serenità di questo luogo, virtuale sì, ma sempre pieno di incanto.
Vi vedo arrivare alla spicciolata.
Avvicinatevi pure!
Nel mondo reale il caldo è rovente e ha il sapore dell'Africa.
Qui si sta benissimo e la luce tenue e fresca è deliziosa.
Ci siamo!
Siete in tanti e leggo sui vostri volti la voglia di vivere questo spazio.
Dunque… oggi torno a parlare del Tempo.
Spero di non ripetermi.
E voi… intervenite pure quando vi va!
Il Tempo, questo sconosciuto, prima di essere, fluisce e se ne va.
A volte è paurosamente lento e pensante, più spesso sparisce prima di essere avvertito, in un'inutile rincorsa.
Immateriale, invisibile, costruito.
Insomma semplicemente immaginato.
Non vorrei continuare a parlare di lui, ma sembra quasi impossibile fuggirne.
I gelsomini sono già tornati a profumare il mio davanzale.
Bellissimi, vivi, ricchi di parole inespresse.
Eppure solo ieri il ciclamino era ancora in fiore.
Impossibile far finta di niente.
La vita si dà un tempo.
Essa scorre tra un ciclamino e l'altro.
Lo fa in fretta, senza darlo a vedere.
A braccetto con il Tempo, danza la sua personalissima musica.
Sorniona, ti confonde e ti distrae.
È timida, riservata, ma sa bene quello che fa.
E tu, bambina a scoprire il mondo con i pettirossi di primavera, fai appena in tempo a gustare le ciliegie di maggio.
Sono belle. Sono allegre e rosse, mentre si affacciano alla tua finestra.
Un abito a maniche corte, una seta color delle pesche.
E l'uva, pesante sui rami, è già stata raccolta.
Già le castagne scoppiettano sul fuoco.
Il Tempo corre lontano, se ne va.
Corre via da solo. Non si volta mai indietro.
È così.
Lui deve seguire l'imperativo categorico di andare, andare e andare ancora. Tra poco il ghiaccio imprigionerà ogni cosa.
Tu, bambina nel cuore, inciampi sull'assito sconnesso.
Osservi con gli occhi che sanno la vita acerba che ti saltella intorno.
Sorridi. Nessuno ti chiede perché.
Tu sai che è impossibile trattenere il Tempo tra le dita.
Ogni affanno è di troppo.
Meglio fermarsi ogni tanto a vivere l'emozione del puro pensiero.
Sotto il ghiaccio che imprigiona ogni cosa, la vita si trasforma e vola in alto.
Dalle energie che si stemperano nel nulla apparente, già mille altri embrioni emergono a brillare.
Non importa se non possiamo comprenderlo pienamente e non riusciamo a fermare il Tempo.
In fondo noi stessi siamo Tempo, l'energia che gli dà una forma.
Che bello aver vissuto questo tempo di riflessione con voi!
Io ho rimesso in sintonia il mio cuore con il cervello.
Mi sento proprio bene.
E voi?
È stato un tempo pieno, piacevole, consolatorio e vitale, che ne dite?
🔴
Uccellini
Giovedì , 1 luglio 2021
Immersi ancora in un vento umido e caldissimo, è davvero piacevole entrare nel mondo protettivo di questa stanza dove possiamo far splendere e catalizzare le più belle emozioni.
Ecco... tutta la confusione che è nelle strade e nelle piazze è scomparsa.
Una calma rilassante ci pervade e ci nutre di benessere.
Stiamo subito bene... il cuore si è repentinamente adattato a questo nuovo piacevole ritmo di vita.
E che dire dei colori che pian piano emergono, si mescolano e si integrano in grumi di parole e di idee nuove?
Che bello catturarne subito uno!
Un uccellino di cartone riciclato come quello della foto può prendere una vita straordinaria se posto in relazione ad una base, una base in fondo capitata lì per sbaglio.
Forse, allora, è importante imparare a vedere la realtà con occhi diversi, a captare e far vivere scorci personali che possano meravigliarci, stupirci, farci star bene e aprire nuovi promettenti orizzonti.
Sì, io credo che questa sia una reale, importante verità.
Vedete come è facile far emergere le idee, quando ci disponiamo per un solo attimo a guardarci dentro? Si fa subito un passo avanti.
È così che questo uccellino senza colore e di cartone riciclato ci può portare ancora più lontano nella riflessione.
Anche nel mondo reale ci sono "uccellini" appena venuti al mondo, poco colorati o viceversa dai colori bellissimi, dal piumaggio strapazzato o dalla livrea lucida e splendente, spaventati o magari troppo spavaldi.
Pensate un po' che grande importanza potrebbe assumere avere di loro un'idea piuttosto che un'altra, porli tra le verdi foglie di un albero o nel fango di una palude, lasciarli liberi di volare verso il cielo azzurro o al chiuso di una voliera...
È bello e consolatorio vedervi così concentrati e attenti a quello che le parole vanno costruendo, ad entrare in quelle famose collane di parole che veicolano le idee più stimolanti.
Dunque vado avanti nel dipanare questa matassa colorata.
In fondo il nostro uccellino è un grazioso esserino che ci ha fatto fare un interessante ragionamento, ragionamento che è ancora più profondo di quanto si potesse inizialmente immaginare.
Infatti se in luogo del piccolo volatile pensassimo ad un bambino, potremmo immaginarci adesso quale differenza si potrebbe generare nella sua crescita e nella sua evoluzione educativa, cambiando l'ambiente in cui lo facciamo vivere.
Non è vero?
Ci vuole un po' di bello intorno a lui, la ricerca di situazioni diverse che lo faccia star bene, ci vuole un po' di cura e di attenzione nei suoi confronti.
Vedete già la bellezza che si sprigiona?
Io sì, la vedo e ne sono certa.
Che meraviglia se ogni bambino potesse avvalersene!
È bellissimo imparare a guardare il mondo con occhi meno scontati e lasciarsi contagiare dai colori dell'entusiasmo.
Lo stupore è sempre un momento produttivo per l'uomo in tutti i campi. Abbatte barriere e ci conduce avanti con occhio bambino nella nostra scoperta del mondo, nell'ampliare la nostra conoscenza in tutte le direzioni, nel cogliere particolari che altrimenti sfuggirebbero alla nostra attenzione.
Naturalmente un "uccellino" rappresenta qualcosa senza tempo... può avere anche novanta anni.
Ah, dimenticavo!
L'uccellino di cartone riciclato è adesso protagonista... ha fatto il nido nelle parole di una bellissima fiaba.
It's up to you, come dicono gli inglesi. Adesso tocca a voi.
🔴