Buongiorno, amici de “La Panchina”!
Eccoci qui a fare una chiacchierata rasserenante.
Nel mondo reale oggi pioviggina e induce al rilassamento.
Qualcuno potrebbe essere indotto alla tristezza.
In realtà questa pioggia lieve lieve lenisce i turbamenti e ci riporta ad uno stato di piacevole quiete.
Dopo il caldo torrido è gradevole ricominciare a pensare.
“La Panchina” di Lucca ha continuato a riunirsi sulle mura e, tra una bibita, un motto, uno scherzo, anche ieri ha vissuto momenti spensierati e di creatività.
A volte è veramente molto semplice uscire dal banale ed entrare nel mondo dei pensieri e delle emozioni.
Lo spunto, ieri, sono stati dei semi raccolti da Maddalena, un pugno di semi che hanno avviato un alacre “sferruzzare", il quale ha portato a divagare di qua e di là, in un apparente nonsense, che tuttavia ha aperto tante porte della mente e del cuore.
Forse senza quei semi molte di queste riflessioni non sarebbero sorte, che ne dite?
Un commento sul drink, uno sul tempo, uno su un ipotetico male alle ossa… e si sarebbe arrivati subito al “ciao" finale!
Un commento sul drink, uno sul tempo, uno su un ipotetico male alle ossa… e si sarebbe arrivati subito al “ciao" finale!
Invece a tutti noi fa bene percorre insieme altri lidi.
Dunque, vediamo qualche spunto di ulteriore riflessione, che scaturisce da quanto “sferruzzato” in un cerchio di amiche altamente motivate a realizzare un qualcosa di bello, nato solo lì, solo in quel momento, solo nel gruppo de “La Panchina”.
Il seme…
Il seme è un embrione in divenire (Eli), che porterà frutto (Piera) e figli (Marcella).
Siamo noi stessi la risultante di un seme (Antonietta).
Il seme porta amicizia perché unisce (Piera), ma non sempre germina (Lauretta).
Lo porta il vento (Silvana), germoglia nella terra e a volte è alato, vola (Elisa).
Deve marcire e morire per dare frutto (Piera).
I semi sono tesori (Antonietta).
Infatti è la nascita (Alba), l’essenza dello spirito, un ottimo nutriente, potente nella cucina terapeutica per alzare il tono, per dare forza (Maddalena).
Possiamo dire che il seme è il sale della vita (Marcella).
Il seme della soia è utile in primavera (Maddalena).
Il famoso navigatore Captain James Cook, che compiva lunghe traversate da occidente e oriente, era solito portare sulle sue navi piccoli sacchetti con semi di fagioli verdi 'azuki' che erano facilmente, e con poca fatica, messi a germogliare in poca acqua. Una volta germogliati, in due o tre giorni erano pronti all'uso.
Fornivano ottime quantità di proteine, minerali e vitamine per incrementare il vigore dei marinai, costretti ad estenuanti fatiche e lontani dalla terraferma così a lungo (Elisa).
In Guatemala i Maia erano grandi coltivatori di mais, le cui pannocchie riuscivano a far crescere ad altezza uomo (Maddalena).
Visto?
Che bel giro del mondo abbiamo fatto con una sola semplice parola!
Che bel giro del mondo abbiamo fatto con una sola semplice parola!
Cosa ne possiamo ancora concludere?
Il seme è evidentemente coinvolto ad ogni livello nel ciclo della vita.
Ne è l'essenza.
Interessante è il fatto che esso sia il simbolo della vita, metaforicamente anche il simbolo dell'amicizia e dell'amore, ma in tutti i casi non sempre germina.
Ad un primo approccio, questa considerazione potrebbe rattristarci, ma se ci pensiamo bene non è proprio così.
Anche i semi che non germinano, in realtà, possono consentire la vita ad altri esseri viventi, dando loro un sostegno fondamentale.
In questa ottica il seme che muore può assumere una valenza interessante e farci confrontare con la morte in modo più sereno.
In campo metaforico, possono essere il mezzo per sviluppare la vita in altri campi o con altre persone che incontreremo in futuro.
Elisabetta propone poi di utilizzare la parola “semi” col significato di mezzo, quasi, metà, altro.
Ognuno trova la sua parola: semisdraiato, seminterrato, semicupio, Seminole (parenti di Toro Seduto), semidolce, semiamaro, semifreddo, semicrudo, semicotto, Semiramide di Puccini, semincosciente, seminuda.
A volte Maddalena ha le spalle seminude.
Io - dice Alba - ho “semi-nato” il prezzemolo nell'orto con il mio papà.
Ed io - dice Marcella - i semi delle cipolle rosse di Tropea.
Ormai le signore de “La Panchina” sanno giocare molto bene con le parole!
Che bella catena ne hanno fatto in quattro e quattro otto!
Sì, ne è nata una collana molto gradevole, che ci fa spaziare in un baleno in un bellissimo mondo di ulteriori suggestioni.
Un semplice gioco linguistico apparentemente, ma invece molto molto di più.
Ormai i semi reali si sono trasformati in immagini catturate da un foglio.
I bicchieri alle sette di sera sono semivuoti.
Le signore de "La Panchina” li vuotano del tutto e, dopo abbracci e un arrivederci a presto, si incamminano ognuna verso il proprio desco, sperando di aver... ben seminato!
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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