Buona domenica, amici carissimi de “La Panchina”!
Che piacere ritrovarvi in questo ambiente di pace e di benessere.
Mai come in questo momento sento che questo luogo è magico e che dovrei tornare a costruirlo se non lo avessi già fatto.
Sentite il respiro degli alberi che ci circondano?
Da lontano mi arriva il profumo dei fiori di S. Zita.
Si sta diffondendo nell'aria.
Spero riusciate a percepirlo.
È delizioso.
Le cinciallegre sono tornate ad esibire le loro livree.
I loro azzurri e i loro gialli diluiscono ora i pensieri.
Da laggiù arriva lo scroscio gentile di una piccola cascata.
Mai come in questo momento sento che questo luogo è magico e indispensabile al nostro equilibrio.
Ho due immagini dentro di me, due immagini che si contrappongono.
Sono entrambe vere ed entrambe recenti.
La prima va ricercata con pazienza nella realtà, perché la si può trovare e perché ci fa bene.
La seconda va evitata con tutti i mezzi a nostra disposizione.
🎈
Piove sul mare e su di noi in questa ultima domenica di aprile.
Si contrappone l'immagine a quella che qualche ora fa il sole illuminava.
Eccola.
C'è molta luce.
Avidi ne gioiscono i piccoli uomini che percorrono trasognati la sabbia battuta.
Lo spazio è grande e libero e sa in qualche modo di infinito.
Niente rimanda alle spiagge caotiche di agosto quando il movimento riprende il suo tempo e si veste di mode e di orpelli.
Respira il corpo e si nutre di ossigeno.
Si distende l'animo e si colora d'azzurro.
Uomini, cani, bambini, persino cavalli, se ne vanno lenti in questo giorno di festa, mentre lo spazio grande assorbe le loro voci e la voce del mare ci parla in sottofondo.
🎈
Din… din… tic… Scusi… din… Permesso… e sei centesimi… e ottanta centesimi… solo per oggi, l'offerta è irripetibile… Lucia, vieni qui! …e un centesimo… inserire la tessera… e venticinque… dodic… diciot… tre… novantanove centesimi… lasciare la merce sul piatto… din din din… e venti centesimi... din… non lo prende… riprova.. no... come faccio? … e trentasette centesimi… gliel'ho detto! Dia ascolto a suo marito! … e un centesimo… lasci la merce sul piatto ho detto!... e tredici centesimi…
Din… din… tic… Scusi… din… Permesso… e sei centesimi… e ottanta centesimi… solo per oggi, l'offerta è irripetibile… Lucia, vieni qui! …e un centesimo… inserire la tessera… e venticinque… dodic… diciot… tre… novantanove centesimi… lasciare la merce sul piatto… din din din… e venti centesimi... din… non lo prende… riprova.. no... come faccio? … e trentasette centesimi… gliel'ho detto! Dia ascolto a suo marito! … e un centesimo… lasci la merce sul piatto ho detto!... e tredici centesimi…
Il luogo è degno di Dante.
Anzi è molto di più.
Sì, forse nemmeno lui avrebbe potuto creare un tale terribile girone dell'inferno.
È davvero troppo.
Persino per noi sarebbe impossibile immaginarlo se non fosse vero.
Siamo in un piccolissimo spazio delimitato dalla disposizione degli oggetti, in mezzo a mille altre aree attrezzate di un supermercato, tutte visivamente collegate, in cui i suoni si accavallano e si compenetrano.
Questo in cui sono io è quello in cui ci sono i lettori sui quali ognuno fa passare la propria spesa, costruisce il suo scontrino, paga da solo con le carte di credito.
In uno spazio di tre metri per quattro o giù di lì, sono organizzate almeno otto postazioni.
Ed è qui che una folla che si spintona cerca di portare a termine l'operazione.
Tutti parlano a voce alta, si chiamano tra loro, lasciano i bimbi allo sbaraglio, cercano aiuto da due addette che controllano il pertugio che conduce alla libertà.
Queste ultime dovrebbero aiutare le persone in difficoltà, ma non ne hanno alcuna voglia.
Parlano tra di loro di cose private e ti apostrofano con supponenza e impazienza, se le coinvolgi nelle difficoltà che incontri.
Ogni tanto entrano nel box per pesare con malgarbo una sacchetto che deve aver incontrato qualche problema o per leggere da una mazzetta caratteristiche e prezzo di un prodotto che il lettore si rifiuta di leggere.
In questo caos ogni lettore, dico ogni lettore, legge a voce alta in continuazione il prezzo del prodotto che sta registrando, così questi centesimi si accavallano e si ripetono, mentre creano un ritmo da martello pneumatico.
Non credo di essere riuscita a descrivere veramente la situazione kafkiana che mi sono trovata a vivere in un giorno che doveva essere di vacanza, una sensazione quasi dolorosa che non dimenticherò facilmente.
Ho pensato con nostalgia alla nostra panchina, alla bellezza del silenzio e della riflessione, alle atmosfere che qui viviamo e che ricongiungono il nostro corpo alla nostra interiorità.
Grazie di essere con noi!
La nostra panchina esulta.
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!