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Oh, eccomi qua finalmente!
Sì, sentivo forte un urgente bisogno di tornare sulla nostra quieta panchina e riprendere in mano quel famoso retino... vi ricordate? Quello che pesca parole, le parole che galleggiano innumerevoli e affascinanti intorno a noi e che troppo spesso non riusciamo a trattenere per il nostro correre meccanico e incessante.
Oggi è domenica e voglio tornare a pensare a me stessa... devo ritrovare profonde emozioni e nuovi pensieri.
Nel mondo reale nulla è cambiato in meglio rispetto al passato recente. Se mi ci metto a pensare mi viene una grande angoscia condita da tristezza e solitudine. Percepisco forte aggressività, ripetitività nei pensieri e reiterazione di comportamenti non efficaci, ma soprattutto una grande solitudine e tanta paura. Certamente non ultimi, troppi troppi problemi oggettivi difficili da risolvere.
Quindi ho bisogno come tutti di rilassarmi e ricaricare le batterie. Dunque questa mattina, finalmente, riprenderò in mano il mio retino magico. Proviamo a vedere se funziona.
Sono già seduta da qualche secondo. Mi sono accorta che involontariamente ho chiuso gli occhi. Non voglio certo allontanarmi da questa panchina perché ciò che vedo qui intorno è verde Natura lussureggiante... e questo per me è già moltissimo... è ciò che amo di più!
No, la verità è un'altra. Le parole che galleggiano intorno a me sono così tante e aggregate in catene tali che creano impercettibili vortici e correnti delicate che mi coinvolgono.
Mi avvolgono protettive come in una carezza universale.
Devo concentrarmi e mettere in azione il retino...
Badadan... dan!
Lo sapevo... devo interrompere un'altra volta... non è facile ritagliare spazi per sé, ma se si vuole si riesce ad avere momenti di relax se pur brevi. Aver avuto una verde delicata carezza di parole per un po' mi ha già fatto bene... ma adesso devo interrompere.
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È trascorso un altro giorno ed è lunedì. Oggi pioviggina.
Diligente, io mi sono di nuovo seduta sulla nostra panchina. Chiudo gli occhi.
Immediatamente mi compare l'immagine della siepe di gelsomino che ieri ho avuto davanti agli occhi per molto tempo, ma io mi perdo sulle foglie del piccolo bonsai alla mia destra che è diventato un albero, da che è stato messo in questo giardino.
C'è tanto verde intorno, vicino e odoroso, ma io non posso fare a meno di perdermi lontano, lassù in alto, dove svetta quel pino marittimo ad ombrello che mi racconta di luoghi altri nel tempo e nello spazio.
Due colpi di fucile proprio sotto di lui e due... tortore?... si levano in volo spaventate. Ancora due colpi...
Sono più spaventata delle tortore e le mie paroline che cominciavano a galleggiare amiche si sono raggrumate ad un tratto.
Tic tic tic tic... qualche goccia di pioggia scende piano intorno a me. È musica per il mio cuore che torna a perdersi in quel pezzetto di cielo che il pino lascia sgombro.
Sono pronta. Afferro di nuovo il retino e lo muovo ad occhi chiusi in ogni direzione.
Un briciolo di tempo e avverto uno sfarfallio.
Eccola! C'è una bella parolina che mi strizza l'occhio dall'interno del retino... maggiore...
Davvero un'insolita parolina quest'oggi!
Dunque....
Maggiore... la mia prima sorella maggiore, la mia seconda sorella maggiore. Non ci sono già più, ma sono belli e carezzevoli i ricordi che provengono da loro. Qualcosa si muove già nel profondo e risale in superficie. Non poteva essere diversamente... il primo collegamento che si articola nel mio cuore sono i tanti nipotini che le due mi hanno regalato. L'emozione prende vita piena di serenità e il sorriso è automatico sulle mie labbra.
Maggiore... il Lago Maggiore... pensieri ed emozioni speciali che hanno poche occasioni per riemergere, perché non ci sono le persone a richiamarli come nel caso dei nipotini.
Il Lago Maggiore... Tenero... Locarno... Che paesaggio incantevole quello del lago! Lo recupero con gli occhi freschi di ragazza solo pochi mesi prima di sposarmi.
Un bell'aprile, quasi maggio, caldo e luminoso. Una stazioncina svizzera di arrivo quella del mio primo impatto con questo luogo. Una bella ed elegante ragazza ad attendermi, la mia cognatina, venuta da lontano, che faceva gli onori di casa. Un primo impatto con un mondo di lavoro in cui prevalente era la professionalità e il senso del dovere.
E poi un appartamento modernissimo studiato da un architetto di interni, noi intorno ad un tavolo rotondo a desinare.
Ci sono stata altre volte in quel luogo sul Lago Maggiore... le strade di Locarno, l'acquisto di una splendida bambola vestita in costume della Valle Verzasca con stoffe antiche e originali del luogo, l'acquisto di un anellino con un minibrillantino di moda in quel periodo... e poi la prima immagine ecografica di mia figlia, mia figlia a quattro mesi che prende la pertosse da un bimba incontrata in cortile... ed ancora passeggiate ed acquisti a Luino dalla parte italiana...
Era tantissimo che non avevo tempo di ripensare a quei momenti... questa è la magia della nostra panchina, apre delle porte che sembrano chiuse invece sono soltanto accostate.
E poi ti senti bene, sei completamente rilassata e di nuovo piena di energia per ricominciare a vivere l'interminabile corsa che la vita odierna continua a riproporci.
Un'ultima riflessione per oggi, poi devo andare.
I ricordi possono anche riempire la vita, ma è indispensabile creare fin da sempre momenti belli da poter ricordare! Anche questo dipende da noi, da come viviamo il nostro presente.
Cara panchina, per oggi ti devo lasciare.
Spero di poter ritornare presto a sedermi nella magia di questo luogo ad allenare i muscoli della mente e del cuore insieme a tutti gli amici de "La Panchina".