Intorno alla panchina oggi piove.
Il cielo è grigio e la luce terrosa.
La natura, però, stremata dal freddo intenso, accasciata e bruciata nella morsa del gelo, ha beneficiato della pioggia e ci restituisce brillantezza ed energia.
Qui sulla panchina l'aria è immota, rarefatta, avvolgente.
È la situazione ideale per riflettere e meditare.
Viene voglia di individuare parole, comporre pensieri, esprimerli con un ritmo che sia musica per il cuore.
In questa calma silente anche gli argomenti più seri assumerebbero leggerezza.
Si potrebbero trattare i più importanti massimi sistemi in un clima creativo e produttivo a un tempo.
Tuttavia, voi che gentilmente, cautamente, senza disturbare, vi avicinate alla nostra panchina, amate ascoltare.
Non ponete domande.
Il vostro desiderio è stare bene.
Vivere semplicemente un'esperienza virtuale di pace e serenità, un momento di vero refrigerio dal rumore e dal movimento quotidiano.
Mi piace la sfida.
È bello disquisire del niente, tornare per brevi attimi alla semplicità più disarmante.
Così è il clima di oggi, questo grigiore struggente, che mette in moto i miei pensieri.
E mi ritorna in mente una poesiola semplice semplice, pochi versi appresi in un'aula di scuola elementare lontana nel tempo, un piccolo testo in rima che aveva il pregio di ricondurre quella tristezza indotta dalla pioggia ad un contesto piacevole e consolatorio.
Soprattutto mi ritorna in mente un tempo successivo in cui io, pur sempre ragazzina, narravo e intrattenevo i miei primi nipotini cullandoli tra le braccia, calmandoli e blandendoli per farli rilassare e quindi addormentare.
A quel tempo era compito dei più giovani badare ai bambini, mentre le mamme sorbivano una caffè insieme, magari al tavolo festivo di un pranzo allestito dalla nonna.
I ricordi tornano netti e chiari.
Poiché mi capitava sovente di stare con loro, alle fiabe ripetute fino alla noia, preferivo i versi in rima, perché i bimbi ne erano ipnotizzati.
Uno di loro già non c'è più.
Io sono contenta di avergli dato almeno quei momenti di bellezza e serenità, con poche parole, pochi semplici versi come questi.
Quando piove lento lento
e fa freddo e tira vento,
nella casa sta il bambino,
nel suo nido l'uccellino.
E il ranocchio senza ombrello?
Sotto un fungo sta bel bello.
Anche oggi seduta qui sulla panchina, vedendo scendere questa pioggia appena accennata, non ho potuto fare a meno come sempre di recitarla nella mia mente e nel cuore, richiamando in vita i fantasmi gentili del passato, le emozioni che hanno fatto di me quello oggi io sono.
Grazie per essere venuti.
Tornate ancora ad allenare la vostra sensibilità, il vostro cuore, ma anche i muscoli della mente.
Io vi aspetto, sempre qui sulla panchina.
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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