Eccomi. Sono tornata in città.
Il mare ormai lontano, sono ripiombata nel caos ricorrente che è la vita, quella della corsa spasmodica che si avvita intorno a se stessa, anche quando si connota come divertimento.
No, non mi piace, non mi piace affatto.
Ieri nei vicoli non si riusciva a transitare, una quantità di persone perse nei propri pensieri, di quelle che non si spostano di un centimetro anche quando ti ci scontri. Niente di nuovo.
C'è un palese disinteresse per gli altri, quando non si intercetta uno sguardo che scorre su di te dall'alto in basso come un graffio, qualcosa che non ti vede come un'opportunità, ma come un'entità da criticare, da poter manipolare a piacimento, sempre con il dentino avvelenato della negatività.
No, non voglio essere una formica. Non voglio muovermi sempre in affanno a rincorrere un mini-obiettivo provvisorio e standardizzato, senza mai girare la testa. Voglio comprendere tutto di chi mi sta vicino, di chi mi incrocia anche per la strada e, se la strada è sommersa da formiche diverse, spesso aggressive e rivali, io mi fermo e osservo.
Forse è per questo che ho particolarmente apprezzato il libro di Maria Pia Pieri "Piccolo sillabario dei pensieri inutili", edito da "TRALERIGHE Libri".
Ieri, infatti stavo andando proprio alla presentazione di questo libro, in Via Sant'Andrea 33, nella Sala "Maria Eletta Martini", quando sono stata fagocitata dalla folla inconsapevole di me.
Ho già letto quasi tutto il piccolo sillabario. Devo dire che quasi subito, senza rendermene conto, sono scivolata in una involontaria identificazione con l'autrice. Il suo personale modo di captare la realtà, di percepire le persone che vivono nel suo microcosmo, strizza l'occhio al mio, in particolare ci unisce la capacità quasi inconscia di cogliere piccoli inusitati particolari e colorarli di ironia.
Finalmente il carosello si è fermato. Nelle vie della città si distinguono di nuovo piccoli capannelli di persone che si salutano e scambiano chiacchiere interessate.
Sui gradini della bella vetrina sotto il tunnel di casa mia gli studenti, che mangiano la focaccia, hanno lasciato il posto ai due fidanzatini che ora si sbaciucchiano.
Alla finestra del primo piano la signora li osserva attentamente, con cipiglio. Ha appena lasciato quella sulla corte dall'altra parte dove alcuni condomini vanno e vengono.
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
0 commenti:
Posta un commento