È di nuovo domenica intorno alla nostra panchina.
L'atmosfera pigra, ovattata, tinta d'azzurro, invita a perdersi nei pensieri, nelle fantasie, nell’immaginazione, che non vuole essere contenuta.
Come accade nei sogni, il pensiero riparte sempre da piccole cose avvenute nel tempo vicino; coglie semplicemente lo spunto per navigare poi a vista verso lidi sconosciuti.
L'oro dei velluti e dei broccati riluce sulle ricche vesti del Duca e della Duchessa.
Siamo nei territori più estremi del Montefeltro.
Il Duca è oggi in questo ultimo castello posto a baluardo di eventuali attacchi che possano arrivare dai territori confinanti.
È venuto per cacciare selvaggina nei ricchi boschi del monte che protegge il castello.
Il bottino è stato vario e abbondante.
Questa sera la selvaggina sarà già cotta a puntino.
Verrà gustata nel corso della cena che il Duca, insieme alla sua corte, consumerà a palazzo.
Intanto procede con il controllo del Castello.
Giunge al Rivellino, che ha ordinato a Francesco di Giorgio Martini da Siena e che è stato appena terminato.
Il lavoro sembra fatto a regola d'arte. Del resto ha chiamato il miglior ingegnere sulla piazza.
Eccoci a palazzo.
L’ampio salone va pian piano riempiendosi.
Sotto la volta alta e imponente, la ricca tavola è stata imbandita.
Il Duca e la Duchessa incedono nei loro abiti sontuosi seguiti dalla Corte.
Prendono posto alla tavola nella parte rialzata.
Ai tavoli più in basso siedono tutti gli altri nell'ordine che il loro rango rigidamente impone.
Il banchetto ha inizio.
Le torce illuminano il buio.
Guizzano ombre sui muri.
Sulla tavola i fagioli non mancano, le erbe aromatiche profumano le uova strapazzate, la selvaggina è arrostita e fa bella mostra di sé tra le mele appassite, che hanno catturato la dolcezza giusta per esaltarne le carni.
E poi maialini interi e pagnotte ben cotte ripiene di zuppa gustosa con legumi e cereali.
C'è allegria a palazzo.
È sempre così quando il Duca è presente.
Per un attimo ho vissuto la vita del Duca di Urbino.
Ho ascoltato discorsi diversi a tavoli diversi.
Ho visto gente sbracciarsi sulle panche e ridere sguaiatamente, cani gironzolare in attesa di cibo, qualche moina della Duchessa con le dame che le sono vicine.
Eccoci di nuovo qui sulla panchina intorno alla quale adesso la quiete regna sovrana.
Anche dentro di me la quiete è assoluta.
Spaziare e perdersi in visioni oniriche fa davvero bene all'anima e persino al corpo. Dilata il tempo, lo ripulisce dalle ansie e dai turbamenti, accelera in qualche modo anche la vita.
Anche dentro di me la quiete è assoluta.
Spaziare e perdersi in visioni oniriche fa davvero bene all'anima e persino al corpo. Dilata il tempo, lo ripulisce dalle ansie e dai turbamenti, accelera in qualche modo anche la vita.
E voi? Avete vissuto la stessa avventura? Spero proprio di sì!
Restate ancora con noi ad allenare i muscoli della mente e del cuore!