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... gridava "Gelati". |
Buongiorno!
Eccomi con voi.
Avvicinatevi pure!
Entrate... entrate senza esitazione in questo cerchio magico!
Parole, immagini e idee fluttuano impazienti intorno a noi.
È con immenso piacere che oggi mi sono seduta qui, sulla nostra panchina.
Finalmente si sta riprendendo un andamento di vita più regolare e riesco a frequentare questo luogo con ritmi migliori, che mi appagano maggiormente.
Infatti, sono profondamente convinta che sia indispensabile, sempre, un momento di riflessione e di meditazione dopo aver vissuto qualsiasi cosa, sia essa la visione di un panorama mozzafiato, sia un bel momento di conversazione o di scambio vissuto, sia l’ascolto di un brano musicale, sia un accadimento traumatico intorno a noi.
È questo un momento di grande frastuono e di grande dolore nel mondo reale.
Così, forse, vi starete chiedendo il perché di questa immagine tanto colorata che vuol salire alla nostra attenzione.
Certamente in una contingenza che ci spaventa, che ci fa tanto male, che ci addolora e ci preoccupa, spostare l'attenzione su qualcosa di alternativo, su qualcosa che pure esiste nella stessa realtà ma ci rimanda emozioni diverse, non può che essere un bene per noi, un bene che tutto ridimensiona e che ci riporta alle nostre oggettive capacità di piccoli grandi uomini.
Caricarsi di sensi di colpa, tremare di paura, divenire aggressivi e sposare catene inutili sui social, non solo non ci fa del bene ma non riesce neanche a cambiare il mondo intorno a noi, un mondo così complesso in cui non si è mai certi di dove sia la verità.
Qui, intorno alla panchina, siamo insieme e siamo contemporaneamente da soli di fronte al nostro io.
Possiamo conoscerci meglio e capire cosa davvero possiamo fare per cambiare qualcosa.
Io, personalmente, credo che la gentilezza, l'altruismo, il prendersi cura di chi ci sta vicino, la disponibilità a conoscere e a discutere civilmente, soprattutto imparare ad individuare il perché le persone facciano e dicano certe cose, possano essere un potentissimo mezzo per cambiare il mondo e per farci ritrovare noi stessi.
Vi sto annoiando?
Questa immagine, in realtà, aveva richiamato la mia attenzione per tutt’altri motivi.
Un tempo, nella mia città, questi carrettini colorati facevano la gioia di grandi e piccini.
Con un gelatino che costava dieci lire - un po' di latte in polvere, molta acqua, un che di zucchero e qualche aroma - la gente si sentiva ricca e appagata.
Come diceva il cantante, davanti alla scuola si poteva udire il richiamo che invogliava a servirsi di quell'opportunità.
Gli schiamazzi e le risate degli studenti risuonano ancora nelle mie orecchie.
Con il trascorrere del tempo i gelatai ambulanti erano scomparsi.
Poi, pian pianino li abbiamo visti ricomparire qua e là.
Eccone uno davanti all'azzurro del mare.
Poetico, eh?
Dentro il grazioso “carrettino" i contenitori di gelato alla crema e al cioccolato non ci sono più.
Chi si avvicina chiede un ghiacciolo, al massimo un cremino industriale.
Igienicamente sono certamente più sicuri…
E la poesia?
Beh, sì.
C'è anche quella… la mente vola lontano e si colora di poesia anche con poco.
Amici carissimi de “La Panchina”, oggi abbiamo davvero divagato.
Del resto, le parole e le idee giravano intorno come fossero su una giostra.
Erano tante e vorticose.
Io le ho prese così, come sono venute… e voi?
Aspetto di conoscere il vostro punto di vista, se volete.
Alla prossima!
E non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!
Eccomi con voi.
Avvicinatevi pure!
Entrate... entrate senza esitazione in questo cerchio magico!
Parole, immagini e idee fluttuano impazienti intorno a noi.
È con immenso piacere che oggi mi sono seduta qui, sulla nostra panchina.
Finalmente si sta riprendendo un andamento di vita più regolare e riesco a frequentare questo luogo con ritmi migliori, che mi appagano maggiormente.
Infatti, sono profondamente convinta che sia indispensabile, sempre, un momento di riflessione e di meditazione dopo aver vissuto qualsiasi cosa, sia essa la visione di un panorama mozzafiato, sia un bel momento di conversazione o di scambio vissuto, sia l’ascolto di un brano musicale, sia un accadimento traumatico intorno a noi.
È questo un momento di grande frastuono e di grande dolore nel mondo reale.
Così, forse, vi starete chiedendo il perché di questa immagine tanto colorata che vuol salire alla nostra attenzione.
Certamente in una contingenza che ci spaventa, che ci fa tanto male, che ci addolora e ci preoccupa, spostare l'attenzione su qualcosa di alternativo, su qualcosa che pure esiste nella stessa realtà ma ci rimanda emozioni diverse, non può che essere un bene per noi, un bene che tutto ridimensiona e che ci riporta alle nostre oggettive capacità di piccoli grandi uomini.
Caricarsi di sensi di colpa, tremare di paura, divenire aggressivi e sposare catene inutili sui social, non solo non ci fa del bene ma non riesce neanche a cambiare il mondo intorno a noi, un mondo così complesso in cui non si è mai certi di dove sia la verità.
Qui, intorno alla panchina, siamo insieme e siamo contemporaneamente da soli di fronte al nostro io.
Possiamo conoscerci meglio e capire cosa davvero possiamo fare per cambiare qualcosa.
Io, personalmente, credo che la gentilezza, l'altruismo, il prendersi cura di chi ci sta vicino, la disponibilità a conoscere e a discutere civilmente, soprattutto imparare ad individuare il perché le persone facciano e dicano certe cose, possano essere un potentissimo mezzo per cambiare il mondo e per farci ritrovare noi stessi.
Vi sto annoiando?
Questa immagine, in realtà, aveva richiamato la mia attenzione per tutt’altri motivi.
Un tempo, nella mia città, questi carrettini colorati facevano la gioia di grandi e piccini.
Con un gelatino che costava dieci lire - un po' di latte in polvere, molta acqua, un che di zucchero e qualche aroma - la gente si sentiva ricca e appagata.
Come diceva il cantante, davanti alla scuola si poteva udire il richiamo che invogliava a servirsi di quell'opportunità.
Gli schiamazzi e le risate degli studenti risuonano ancora nelle mie orecchie.
Con il trascorrere del tempo i gelatai ambulanti erano scomparsi.
Poi, pian pianino li abbiamo visti ricomparire qua e là.
Eccone uno davanti all'azzurro del mare.
Poetico, eh?
Dentro il grazioso “carrettino" i contenitori di gelato alla crema e al cioccolato non ci sono più.
Chi si avvicina chiede un ghiacciolo, al massimo un cremino industriale.
Igienicamente sono certamente più sicuri…
E la poesia?
Beh, sì.
C'è anche quella… la mente vola lontano e si colora di poesia anche con poco.
Amici carissimi de “La Panchina”, oggi abbiamo davvero divagato.
Del resto, le parole e le idee giravano intorno come fossero su una giostra.
Erano tante e vorticose.
Io le ho prese così, come sono venute… e voi?
Aspetto di conoscere il vostro punto di vista, se volete.
Alla prossima!
E non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!
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