Salve, amici carissimi de “La Panchina”!
Eccomi qua.
Appena possibile sono fuggita dalla cappa che incombe su tutto, oggi, nella vita reale.
Le pietre annose trasudano il caldo dei secoli che hanno vissuto.
Bisbigliano cose lontane.
Il cielo, però, con l’umida pesante cappa indossata, le blocca sul nascere.
No, le voci sommesse non si comprendono bene.
Meriggiare pallido e assorto…
Qui intorno alla nostra panchina tutto è più leggero.
Ci si sente rinascere a nuova vita, mentre l'orizzonte si amplia e ci porta lontano.
Roma.
Quanto sei bella, Roma!
Quanto sei bella, Roma!
Scorre perpetua l'acqua di Roma nelle mille fontane.
Zampilla e canta e poi riposa.
Conforta e consola chi ha poco o anche nulla.
Crea inventiva e sollecita sorrisi.
Fa compagnia.
Ecco una nonnina grandiosa.
Si è allestita... una panchina!
Sì, una panchina, una panchina come la nostra con grande acume e fantasia.
Sì, una panchina, una panchina come la nostra con grande acume e fantasia.
Davvero eccezionale!
Non sappiamo niente della sua vita, ma è molto interessante quello che vediamo.
È seduta compostamente su uno sgabello in un punto strategico di uno dei tanti marciapiedi di Roma.
Abito semplicissimo, ma ben allacciato.
Cerchietto a fermare i capelli bianchi perché non la disturbino.
Una piccola sacca che scopiazza Fendi bene indossata, così che nessuno possa strappargliela via senza che lei se ne accorga.
Le rughe a rendere profonda la sua espressione.
Sta lavorando alacremente all'uncinetto.
Il filo si dipana dal gomitolo che rotola dentro una busta bianca e impeccabile.
Intorno una festa di colori.
Una plastica azzurra ben disposta sul pavimento, mostra un grande assortimento multicolore di presine evidentemente realizzate da lei.
Spicca al centro il bianco candido di centri e centrini più impegnativi.
E poi scatoline, camicie, ventagli… e un piccolo piattino con delle monete.
Un carrello della spesa colorato di rosa aspetta pazientemente di raccogliere tutte quelle cose al momento della chiusura.
Qualcuno potrebbe pensare che è molto povera e che si sta guadagnando la vita oppure che sia proprio una barbona, anche se in verità non è facile inserirla in questa categoria.
O forse è proprio così?
Tuttavia, se così fosse, la nonnina dimostra tutta la sua dignità.
Non si lamenta, non chiede elemosine.
Lavora, produce, vende, recupera soldi utili per vivere meglio.
E se, invece, in casa si sentisse troppo sola?
Magari ha deciso di vivere comunque con gli altri, di comunicare nel modo che le è più semplice e congeniale.
E quale mezzo migliore per passare utilmente i lunghi giorni, scambiare brevi conversazioni, guadagnare qualche utile soldino?
Intorno vanno e vengono tantissime persone.
Molte si fermano, la fotografano, acquistano una o due presine o lasciano una moneta per simpatia.
È un modo dignitoso e vero di vivere l'ultima parte della vita, piuttosto che estraniarsi su un giaciglio ad attendere l'inevitabile fine.
Sarebbe bello, bellissimo, che qualche altra persona si sedesse lì con lei per scelta e convinzione.
Sarebbe come fare rivivere le piazze, riappropriarsi degli spazi vitali senza remore e sovrastrutture… insomma dar vita a tante panchine come la nostra, ricostruendo una rete di rapporti ormai sparita.
Che ne dite, amici carissimi de “La Panchina”?
Avete sentito anche voi il profumo di Roma, lo scrosciare delle sue acque limpide da sempre fonte di benessere, il ponentino che rende ameno anche un marciapiede brutto di città?
Io me ne vado in punta di piedi… voi restate ancora un poco nella magia della città eterna.
Alla prossima!
E non dimenticate di allenare i muscoli della mente e del cuore!
Sempre!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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