Benvenuti, amici de “La Panchina”!
Sono molto lieta di incontrarvi ancora.
Che dire?
Soffia forte il vento nel mondo reale, anche se il sole illumina ogni più piccolo anfratto.
Soffia fortissimo, troppo forte.
Una tromba d’aria ha divelto ombrelloni su una spiaggia.
Un repentino mulinello di ombrelloni... una ragazza ferita al fianco nel sole di agosto.
Meglio sostare un poco qui sulla panchina, dove lo zefiro appena respira e un profumo di fiori scende dalle narici direttamente al cuore.
Le parole mi hanno raggiunto e corrono già festose intorno alla panchina.
Desiderose di essere riordinate, ammiccano allettanti.
Attendono di essere catturate e intessute in frasi e pensieri.
Accetto la sfida.
Tic tic tic toc... un lontano orologio scandisce lo scorrere del tempo.
Una goccia d’acqua trasparente scava pazientemente la roccia.
Intanto costruisce magnifiche cattedrali che forse nessuno vedrà mai.
Toc toc toc tac...
Il ciabattino spinge i piccolissimi chiodi nel cuoio con l’obbediente martello.
Ha appena infilato il sandalo nella forma di ferro che lo tiene ben fermo.
Batte l’ultimo chiodino che ha tenuto tra le labbra fino a questo momento.
Il sandalo di lucertola verde è quasi finito.
La signorina che glielo ha commissionato verrà presto a ritirarlo.
L’uomo ci tiene a rifinirlo per bene.
Lo accarezza.
Ne lucida il minuscolo tacco con cera nera.
Poi liscia le piccole squame con l’orgoglio di chi crea oggetti dal nulla.
Lo ripone soddisfatto.
Toc toc toc...
Il picchiotto richiama attenzione.
Pende dalle fauci di un leone di bronzo e si accanisce sull’apposita sporgenza.
Qualcuno verrà ad aprire la porta.
L’uomo manovra ancora il picchiotto con lena maggiore.
All’interno si sente un leggero trambusto.
Un passo strascicato si avvicina.
L’accompagna il toc toc toc di un bastone.
La porta lentamente si apre.
L’uomo entra e raggiunge la vecchia donna vicino alla finestra.
Il toc toc del bastone è cessato.
La madre ora sorride.
È tanto che attende suo figlio davanti alla finestra.
Potere delle parole!
Ne ho prese solo tre tra quelle che giravano intorno alla panchina... tic tac toc.
Ne sono bastate così poche per costruire dentro di me tre bellissimi quadri che mi hanno portato lontano, in atmosfere incantate e romantiche.
Uno di essi l’ho vissuto realmente in una vita lontana.
Gli altri sono nati davvero dal nulla.
Insieme, però, hanno costruito nella mia mente, uno straordinario momento di vero relax.
Pensare, riordinare i pensieri, annotarli è davvero un potente mezzo per ritemprarci, un modo altro ed ecologico per ritrovare se stessi e recuperare energie.
Non importa su cosa voleranno i nostri pensieri, quali argomenti tireremo fuori dal cilindro.
Fondamentale è non far atrofizzare i nostri pensieri nella noia usuale di frasi già fatte che non dicono nulla di nuovo.
Grazie per essere stati con me ad allenare i muscoli della mente e del cuore.
Tornate ancora qui, con me su “La Panchina”!
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
0 commenti:
Posta un commento