Ti racconto una storia
Teatro del Giglio
3 maggio 2024
Ieri sera teatro. Edoardo Leo e chiusura della stagione di prosa.
Un titolo semplice: "Vi racconto una storia".
Ah, già! Raccontare... Quanto importante è stato questo per me nella mia lunga vita educativa! Ho raccontato molto e, ancora meglio, ho insegnato con passione a raccontare.
Che goduria! Finalmente sono entrata in un mondo fatto realmente solo di parole, uno spazio-tempo fatto di racconti alla portata di tutti, di narrazione, di recupero di aneddoti pescati nella memoria, che non è solo un cassetto statico ma qualcosa di molto più interessante, che è legato alla nostra interiorità e che si modifica anche nel corso del tempo.
Mi sono trovata a concordare su tutto, dalle idee di fondo che sottendono lo spettacolo, alle battute, come quelle, per esempio, che mi hanno riportato direttamente a Roma, dove forse le ho già sentite, dove comunque le potrei sentire, che in ogni caso sono tipiche di tutte le persone che conosco, che a Roma ho lasciato e che periodicamente ritrovo.
Incredibile la magia delle parole ben dette, con le pause giuste, con la capacità di farle rivivere. Non solo possono intrattenere, non farti annoiare per ore, strapparti sorrisi, cucire legami empatici, ma cosa importantissima ti fanno scendere le scale all'interno di te stesso a recuperare ricordi e situazioni, che sono in grado di far rivivere suggestioni ed emozioni, sviluppare riflessioni, confronti, magari superare conflitti.
Parole, parole, parole... dunque un teatro fatto apparentemente di niente, con una coreografia d'aula scolastica, lavagne e libri e ancora parole, che mi hanno ricordato le mie performance di insegnante ad intrattenere e a veicolare contenuti attraverso un apparente semplice reiterata chiacchierata.
In sintesi, aggiungerei, qualcosa che spesso mi ritrovo a fare anche negli incontri de "La Panchina" del martedì, oltre a scriverne su questo blog.
Infatti concordo con Edoardo Leo che tutto comincia e vive con la narrazione.
Ho sempre affermato che tutto inizia già dal momento in cui il bimbo viene al mondo. Sono certa che il mio nipotino ricorderà tutte le storie e gli aneddoti che gli vado raccontando, anche le storie semplici che nascono da un biscotto che sta mangiando con la fatica del neofita e che diventano rappresentazione di qualcosa di molto più importante attraverso l'empatia e il piacere dello scambio.
Tornando allo spettacolo teatrale, molto apprezzato dal foltissimo pubblico, ha saputo catturare la mia attenzione, mi ha fatto ridere di cuore in vari momenti, mi ha creato immagini surreali come nel racconto tratto da un fax in cui si descriveva l'incidente occorso ad un signore che doveva sistemare alcune tegole sul tetto.
Insomma il registro, la modulazione della voce, le pause, la mimica possono fare di un aneddoto un capolavoro!
Evviva il mondo delle parole!
Allenano egregiamente i muscoli della mente e del cuore, come diciamo noi de "La Panchina".