Che giorni strani sono questi!
Tutta presa in mille faccende che la vita al chiuso richiede, mi ritrovo ogni tanto persa dentro un libro che forse non esiste, che non ho mai letto.
Cerco di non farmi coinvolgere più di tanto. Scavalco una riga, salgo su un'altra, poi mi lascio scivolare in fondo alla pagina per entrare in un nuovo capitolo.
Mi guardo intorno. Anche qui sono più o meno sola, anche se un volto amico compare e scompare intorno a me.
Scaccio di nuovo l'immagine di quel muro, che ricorre spesso nei miei incubi estremi, quando il senso di libertà viene messo in pericolo e il senso di soffocamento prende alla gola.
Peggio. Sono certamente in un racconto o, forse, in un film.
Peggio. Sono certamente in un racconto o, forse, in un film.
Di sicuro so che ho già avuto sentore di qualcosa di simile oppure l'ho già conosciuto in una vita parallela o, magari, virtuale.
È la sensazione di vivere in un incubo, anche se la realtà non ha una veste di terrore immediato.
Sarà un caso, ma ad intervalli disordinati, mi ritrovo a pensare ad una vicenda che ho vissuto in un racconto, come sarà accaduto a molti di voi, attraverso un profondo processo empatico che ancora adesso mi procura un crampo allo stomaco, nel tornarmi alla memoria.
Eccomi a vivere ancora la terribile metamorfosi di quell'uomo che si ritrova improvvisamente nel corpo di un enorme insetto dal quale non può più riemergere, egli stesso trasformato in un insetto gigantesco, che cammina sui muri e si nasconde agli altri che tentano di aiutarlo.
Nella realtà odierna, nella realtà concreta, l'impotenza è terribile, totale. C'è poco che noi possiamo fare, solo starcene in casa al chiuso, eppure qualcuno ancora crede di poter fuggire da questo racconto di fantascienza negandone l'evidenza o forse non sa che questa crisalide va accettata, nella speranza di poterne presto uscire farfalla.
Proviamo ad esorcizzare, attraverso la magia delle parole, questo disagio che viviamo da troppi giorni.
Ci saremo riusciti?
Certamente abbiamo allenato, ancora una volta, i muscoli della mente e del cuore.
Alla prossima!
È la sensazione di vivere in un incubo, anche se la realtà non ha una veste di terrore immediato.
Sarà un caso, ma ad intervalli disordinati, mi ritrovo a pensare ad una vicenda che ho vissuto in un racconto, come sarà accaduto a molti di voi, attraverso un profondo processo empatico che ancora adesso mi procura un crampo allo stomaco, nel tornarmi alla memoria.
Eccomi a vivere ancora la terribile metamorfosi di quell'uomo che si ritrova improvvisamente nel corpo di un enorme insetto dal quale non può più riemergere, egli stesso trasformato in un insetto gigantesco, che cammina sui muri e si nasconde agli altri che tentano di aiutarlo.
Nella realtà odierna, nella realtà concreta, l'impotenza è terribile, totale. C'è poco che noi possiamo fare, solo starcene in casa al chiuso, eppure qualcuno ancora crede di poter fuggire da questo racconto di fantascienza negandone l'evidenza o forse non sa che questa crisalide va accettata, nella speranza di poterne presto uscire farfalla.
Proviamo ad esorcizzare, attraverso la magia delle parole, questo disagio che viviamo da troppi giorni.
Ci saremo riusciti?
Certamente abbiamo allenato, ancora una volta, i muscoli della mente e del cuore.
Alla prossima!
🏠🏘🏠
About La Panchina
Per allenare i muscoli della mente e del cuore
4 Haiku
RispondiEliminaCome farfalla
apriro le mie ali?
è primavera!!
Il vento soffia
corre gridando forte
il verde trema.
Resta nel nido
aspetta piccolino
verra' il sole.
Vago nel prato
a cercar le violette
son ben nascoste.
Belle! Belle e vere, anche se intuisco, cara Ely, una certa speranza sì, ma un pochino velata di tristezza.
RispondiEliminaLa solitudine si dice sia indipendenza...a me crea disagio!
RispondiEliminaNel prato in cerca di fiori campestri.Quanti?
Un fiore si nasconde tra l'erba sembra timido perche' osservato.Ugualmente bello!
Monella, c'è solitudine e solitudine.
EliminaScegliere di stare soli è bellissimo e corroborante, essere obbligati da un pericolo incombente è tutt'altra cosa. La speranza e il sorriso vengono dai fiori campestri, mentre tutto riprende colore. Non è poi stato così difficile neutralizzare la solitudine, vero? ❤
solituudine che è introspezione e ricerca,
RispondiEliminaun soffermarsi lucido,
raccolto, lento ma tagliente come una lama ben affilata,
un non permettere al tempo di trascinarti nel caos consueto. in te troverai il senso se ascolti il silenzio riscoprirai i colori piu puri, e il tuo stesso calore ti avvolgera come una coperta calda, come un abbraccio e un respiro che dura.
In questa quiete sarai mamma di te stesso in attesa di una vita nuova.
Hai scritto bellissime parole di speranza!
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