Buongiorno e buon giovedì grasso!
Sento odore di frittelle…
Prima ancora di costruirmene un'immagine mentale, ne sento il gusto delizioso.
Qui intorno alla panchina i colori si formano oggi in una pioggia scomposta di sfumature.
È un'immagine bambina che torna dal passato, quando in una nuvola di coriandoli si immaginava un futuro di bellezza e di sorpresa.
Ci si accontentava davvero di poco… una bustina di coriandoli, qualche lancio e via con i sogni.
Intorno alla panchina il tempo vive come vuole, vive da vero padrone, viaggia in modo inusitato, certamente non scorre più in modo lineare.
Passato, presente e futuro si intrecciano in modo paradossale.
A volte, su uno schermo piuttosto indefinito e inafferrabile, si creano visioni improbabili.
Spesso tali visioni sono irriconoscibili, pur se affondano radici in fatti realmente accaduti.
Figuriamoci poi se si configurano come desideri inconsci, come possibili accadimenti futuri che chissà se mai si avvereranno.
Tuttavia, anche nell'euforia del carnevale, oggi sono ben ancorata alla nostra panchina.
In mezzo a tutte queste macchie di colore profumate di fritto e di zucchero, vedo spuntare qualcosa di molto concreto.
C'è del giallo che emerge.
Direi dell'oro, che brilla con chiarezza nel vortice lento dei colori rarefatti.
Sì, sono fili d'oro preziosi intrecciati in quelli di cotone e di seta che li sostengono.
Sì tratta dell'ingrandimento di un pezzetto di stoffa.
Che meraviglia!
È un damasco o comunque qualcosa di simile, un tessuto prezioso di quelli che ancora si trovavano un tempo senza interferenze sintetiche.
Con l'oro un bagno di emozioni si irradia intorno alla panchina.
Direi che ci sta bene, che ci piace, che ci delizia con la freschezza dell’animo giovane che si percepisce, dell'animo giovane disponibile al bello, ancora aperto a vivere il buono senza riserve.
Il fiore più grande si contorna spavaldo di molti fiorellini più piccoli, meno importanti certo, ma è evidente che da solo anche lui resterebbe senza movimento, banale, scontato.
I rametti si intrecciano a loro volta in un disegno senza fine di gialli, di ori, di rilievi, di pieni e di vuoti, che ipnotizzano te che lo guardi affascinata.
Ora l'abito emerge in tutta la sua interezza, in tutto il suo splendore.
Molto semplice, a pensarci bene, però di grande effetto.
Piuttosto corto sopra il ginocchio, ma senza esagerare.
Corte anche le maniche, anzi sono appena accennate a coprire un po' le spalle.
Scollatura quadrata che mette in collegamento le arricciature che segnano queste due specie di manichine.
Un paio di bottoni in stoffa la sottolineano. Non si vede bene come.
Per il resto l’abitino scivola giù aderente, allargandosi appena appena in fondo.
In questo momento una biblioteca surreale circonda la panchina.
Decine e decine di bottiglie riempiono ordinatamente gli scaffali, decine e decine di etichette eleganti che creano un’atmosfera molto sofisticata nella luce chiaramente studiata ad arte.
Un gruppo di ragazzi eleganti siede intorno ad un tavolo.
Spiccano sugli altri un abitino damascato tutto d'oro ed il volto di una ragazza, vestita di rosso, pesantemente truccato a nascondere una vecchia cicatrice.
Risate, aspettative, timori, chiacchiere educatamente contenute.
Attraverso il vetro della finestra, nel buio invernale, lo sguardo della ragazza si perde sull’ingresso d’un teatro illuminato nel buio della città annosa.
Come è stato semplice, qui sulla panchina, rivivere e recuperare uno squarcio di tempo che sembrava volato via per sempre!
Come è stato bello riassaporarne l'atmosfera incredibile che adesso sarebbe impensabile vivere per come più evoluti siamo diventati!
A margine, val la pena notare che oggi siamo come siamo anche per come abbiamo vissuto quella piccola, ma immensa esperienza, l'esperienza di una sera di carnevale, in abito mini luminoso e dorato, nella biblioteca del teatro piena di bottiglie e di aspettative!
Oggi come oggi, non può farci che del bene rivivere la positività di un'esperienza così intrigante, invece di correre senza riflettere per le strade del mondo, in preda all’ansia di fare e rifare, in mezzo al rumore assordante che ci rende estranei a noi stessi.
Grazie per essere stati qui con me intorno alla nostra panchina!
Tornate ancora ad allenare i muscoli della mente e del cuore!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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