Oh, che pioggia!
Intorno alla panchina è tutto uno scrosciare, un alternarsi di elementi che sembrano voler fagocitare la terra.
In un buio quasi irreale, la pioggia scroscia impetuosa sui tetti di cotto della città, dilava i muri annosi che riacquistano spessore, inargenta le stradine e le piazze, disegna una musica complessa che supera di gran lunga quella che compositori magistrali hanno a lungo tentato di riprodurre. Ecco il brontolio del tuono...
Intorno cade copiosa la pioggia, ma non bagna la nostra panchina.
Qui c'è luce vaporosa, batuffoli di giallo e di rosa che si compenetrano.
In un attimo il pensiero corre sui libri di scuola.
È quasi inevitabile accogliere le "tamerici salmastre ed arse" che la memoria di D'Annunzio ci rimanda, con tutto il fascino che viene dal tempo lontano, con la nostalgia di ciò che si è vissuto, con un'armonia che forse allora non avevamo colto.
Semplicemente... la pioggia è ora scomparsa, più non scende con impeto inquietante.
Questa luce è adesso sempre più intensa, protettiva e rasserenante, sempre più calda al cuore.
Ecco, solo entrare nella poesia per un collegamento fortuito, ha completamente cambiato l'atmosfera intorno a noi.
Il mondo delle parole è stato in grado di spalancare una magica porta, di introdurci in un altrove sicuro dove i pensieri diventano limpidi, puri, si guardano allo specchio e gioiscono nel coagularsi in immagini.
Basta davvero poco a ristrutturare una realta negativa che ci opprime, in un'altra più gestibile e gradevole. In questo caso, perdersi nei versi di un testo poetico in cui ci siamo imbattuti nella nostra vita.
Imparare a farlo, ci offre un utile strumento per superare l'ansia che a volte ci opprime.
Per approfondire, vi segnalo "Ricordi - Spunti educativi psico-relazionali e pedagogico-didattici 13 - Interdisciplinarità", parte finale.
Anche la pioggia può avere il suo fascino.
Vi aspetto!
Tornate ancora qui, sulla panchina!
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Per allenare i muscoli della mente e del cuore
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