(continua)
La mamma di Alice si accomodò sulla poltrona e cominciò a leggere con voce suadente.
Tanto tanto tempo fa, in una zona paludosa nascosta in una verde boscaglia, viveva un grasso animale rugoso, sempre pieno di fango.
Ciò che colpiva del suo aspetto era l’enorme mole che si portava dignitosamente a spasso, in contrasto con i piccoli occhi quasi nascosti dal grasso e con il suo generoso naso a patata, senza significato.
Per comodità chiameremo il nostro amico con il nome di Rirì fin d’ora, in seguito capiremo perché.
Rirì era un animale curioso ed instancabile; caracollava da mattina a sera e cacciava il suo corpaccione dappertutto, frugando continuamente qua e là con il muso.
Un brutto giorno, però, si fermò all'improvviso, senza neppure sapere perché: era stato irrimediabilmente attratto da alcuni massi irregolari che si addossavano alla spalletta di un piccolo greppo.
Vederli e ficcarci il muso, fu tutt’uno per Rirì, ma certamente non fu una buona idea.
Infatti, come un fulmine, eccolo fare un balzo indietro e ritrarsi subito fuori!
Ahimé, l’enorme muso rugoso era ora completamente scomparso alla vista!
Al suo posto, una viscida massa informe, in continuo movimento, rosseggiava alla luce solare che filtrava tra le fronde degli alberi lì intorno.
Cosa era successo?
Forse qualcosa che avrebbe anche potuto prevedere: Rirì, il curiosone, aveva cacciato il suo naso proprio in un grosso formicaio, abitato da cento, mille, un miliardo di formichine rosse voracissime!
Allora il grasso animale rugoso si mise a correre come impazzito non sapendo come liberarsi della vischiosità di quella… colla, di quel fastidio senza fine, direi di quel terribile dolore!
Ad un certo punto, disperato, raggiunse un pantano ed entrò direttamente nell’acqua, muovendo il muso come una spatola da tutte le parti.
Niente! Solo pochi esemplari rimasero a galleggiare sull’acqua.
Non avendo ottenuto risultati apprezzabili, Rirì ritornò all’asciutto meditando preoccupato sul da farsi.
Alla fine, deciso, si diresse verso il tronco di un albero gigantesco… E toc, toc, ed ancora toc, con meticolosa perizia, schiacciò il muso deturpato dalle fameliche formiche contro la dura corteccia.
Queste ultime, vista la mal parata, se non rimasero schiacciate, abbandonarono in gran fretta la scomoda posizione, nascondendosi come poterono, lontano dalla portata di Rirì.
Del resto la loro missione era compiuta!
Si accinsero, dunque, a tornare in fretta dalla loro regina, con soddisfazione, certo, ma anche con un po' di rabbia, perchè per soddisfare i desideri di magia della loro comandante suprema, avevano lasciato molte sorelle miseramente schiacciate sul campo!
Intanto, quando il grosso animale imbizzarrito ritornò in possesso del suo muso rugoso ed in particolare del grazioso naso a patata, si sentì alquanto stanco ed indolenzito.
Così se ne andò lesto lesto a dormire accovacciato in un basso acquitrino.
Sorse di nuovo il sole sulla boscaglia e Rirì si svegliò sbadigliando rumorosamente. Poi si sollevò pigramente dondolandosi per un po’ sulle zampe, quindi mosse qualche passo intorno.
Sentiva un gran peso sul muso che gli faceva quasi perdere l’equilibrio: non capiva bene che cosa gli stesse accadendo, ma si sentiva strano, molto strano.
Si chinò sul bordo di un rigagnolo e quello che vide non gli piacque affatto: uno strano animale, con un grosso corno ricurvo al posto del naso, lo guardava perplesso dall’acqua.
Si girò di scatto e ruotò su stesso alla ricerca dello sconosciuto: nessuno! In quella radura era proprio solo!
Si chinò nuovamente sull’acqua tremula del ruscello e, ohibò, ecco di nuovo che quello strano animale nasuto era lì ad osservarlo!
Cominciava già a tremare di paura per quella brutta situazione, quando - etchi! - un grosso sternuto lo scosse senza riguardo.
Ed ecco che anche il grosso muso fornito di corno sternutì all’unisono!
Oh, Rirì fu folgorato dalla verità!
Ecco perché lo strano animale aveva un che di familiare!
Quello che vedeva riflesso nel rigagnolo era proprio lui stesso: il suo grazioso ma stonato nasetto era scomparso!
Al suo posto un grosso e fiero corno si ergeva impudico, anzi con orgoglio!
Rirì pianse allora il suo nasetto perduto e niente pareva più consolarlo.
Ben presto, però, si accorse che con il suo nuovo naso incuteva soggezione e rispetto in tutti gli animali che vivevano lì intorno.
Molti cominciarono a temerlo perché nei combattimenti riusciva adesso ad essere il vincitore, grazie alla forza di quella nuova arma.
Rirì finì così per essere molto felice del cambiamento, tanto che stabilì una tregua con le piccole, voraci, formiche rosse: anzi divennero quasi amici! Si salutavano negli incontri casuali e Rirì cercava di non calpestarle, con i grossi zoccoli.
Era nato così un nuovo animale.
Era nato appunto il rinoceronte.
La mamma alzò gli occhi dal libro e guardò con tenerezza la piccola Alice che si era addormentata con il capo sulle sue ginocchia.
Sorrise, pensando che la scuola fosse un bell'impegno per una bimba di quell'età.
Chiuse senza far rumore il libro.
Poi la coprì con la sua copertina milleusi e la lasciò dormire in tranquillità.
(continua)
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