Il gomitolo
Il tempo era passato in fretta. La bimba era ormai abbastanza avanti nel suo percorso alle scuole elementari. Si sentiva già grande e piena di voglia di fare qualcosa, di sperimentare azioni da adulti, magari di aiutare in qualche modo la sua mamma.
Celestina, la sua bambola. Era da tempo che non la degnava di uno sguardo. A pensarci bene non ci aveva mai giocato. Era una bambola bellissima, grande e ben vestita. La boccuccia a cuore e le gote dipinte con un rosa garbato. Le aveva fatto piacere averla avuto in dono, ma dopo averla guardata per un po', averla cullata con delicatezza, essersi emozionata davanti alla sua bellezza, osservato l'abitino di seta a fiorellini, l'aveva messa seduta in fondo al suo letto e non l'aveva più toccata.
Le
faceva tanto piacere averla, ma non sapeva cosa farci realmente. Giocare
l'annoiava. Voleva vivere la vita vera, quella che facevano tutti gli adulti,
ed erano tanti, che ruotavano intorno a lei.
Quel
pomeriggio cominciò a gironzolare senza meta per la grande cucina. Era già
inverno e faceva freddo. La grande stufa a legna, però, andava al massimo,
mentre il sugo di carne cuoceva nel grande tegame di coccio.
I
compiti li aveva già fatti. Le sorelle erano fuori. Lei era sola con la madre e
non sapeva cosa fare di interessante. Senza farsi vedere, aveva guardato per un
po', con grande cupidigia e il gusto del proibito, l'album di sua sorella
maggiore. Ovviamente non aveva il permesso di frugare in quella particolare
anta del mobile, ma ogni tanto lei ci andava, cercando di non farsi prendere. Le era piaciuto tantissimo quell'album di
figurine che collezionava a colori tutti i fiori del mondo. E che figurine
erano quelle! Avevano il bordo dentellato come quello dei francobolli, erano
quadrate e circondate da una cornice disegnata che dava loro molta enfasi.
Sua
madre la guardava spostarsi pensierosa dal grammofono alla stufa, dalla
finestra al tavolo quadrato.
“Prendi
le forbicine nel cassetto della credenza, scuci le varie parti e disfa questo.
Devo recuperare la lana per riutilizzarla. Pensi di saperlo fare?”. Così
dicendo, la mamma le mise in mano un maglione che non veniva più usato da tempo.
La
ragazzina immediatamente si illuminò. Certo che sapeva come fare! Lo aveva
visto mettere in atto tante di quelle volte, seduta sulla bassa seggiolina ai
piedi della mamma.
Si
procurò le forbicine e in quattro e quattro otto liberò le varie parti che
componevano il capo da recuperare. Eccola pronta per procedere. Afferrò il davanti del vecchio maglione rosso e, con non
poca difficoltà questa volta, riuscì a trovare il filo nel punto in cui era stato fermato. Ne
tagliò un pezzettino e lo sfilò da dove era fissato. Cominciò a disfare alacremente
il pezzo di lana. Veniva bene. Purtroppo non aveva un arcolaio.
Allora
la bimba si avvicinò al tavolo e trascinò con grande fatica due sedie vicino a
lei. Le mise ad una distanza di una decina di centimetri affiancandole per il
dorso.
Poi
prese il filo e lo annodò sulla spalliera. E qui cominciò il balletto. Con una
mano sfilava il pezzo del maglione, intanto girava intorno alle sedie arrotolando
la lana alle due spalliere. Ci volle un bel po' di tempo, ma alla fine fu ripagata da una grossa matassa di filo rosso tutto arricciato. La
legò per bene perché rimanesse tale.
Certo
così com'era non avrebbe potuto usare la lana di quella matassa.
Maria
preparò una piccola bagnarola, vi versò un bel quantitativo di aceto e lo diluì
con dell'acqua. Vi tuffò senza indugio la matassa rossa tutta arruffata.
Magicamente la lana si distese ed acquisì una bella vivacità nel colore. Ben
sciacquata, la matassa si trovò appesa ad un filo a distendersi grazie al peso
dell'acqua e ad asciugarsi.
Il
giorno dopo Maria era raggiante. Rimise la matassa sulle spalliere delle due
sedie e cominciò a srotolarla, mentre arrotolava un bel gomitolo di lana che
sembrava quasi nuova.
Che
soddisfazione! Era grande davvero, ormai. Ci era riuscita!
Un pomeriggio,
alcuni giorni dopo, trovò sua madre, seduta davanti alla finestra, con il bel
gomitolo in mano e due ferri. Lavorava velocemente il filo di lana.
Il
dietro di un nuovo golfino era già quasi finito.
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