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Consigli per la lettura delle pagine
: 8

Il blog parte con i post periodici con cui
lanciamo spunti e ci teniamo in contatto.

Sotto seguono una serie di pagine
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L'elenco è lungo, la voglia di scrivere è tanta,
lasciatevi coinvolgere per allenare i muscoli
della mente e del cuore

Buona lettura



Racconto - Il gomitolo

 




Il  gomitolo


Il tempo era passato in fretta. La bimba era ormai abbastanza avanti nel suo percorso alle scuole elementari. Si sentiva già grande e piena di voglia di fare qualcosa, di sperimentare azioni da adulti, magari di aiutare in qualche modo la sua mamma.

Celestina, la sua bambola. Era da tempo che non la degnava di uno sguardo. A pensarci bene non ci aveva mai giocato. Era una bambola bellissima, grande e ben vestita. La boccuccia a cuore e le gote dipinte con un rosa garbato. Le aveva fatto piacere averla avuto in dono, ma dopo averla guardata per un po', averla cullata con delicatezza, essersi emozionata davanti alla sua bellezza, osservato l'abitino di seta a fiorellini,  l'aveva messa seduta in fondo al suo letto e non l'aveva più toccata.

Le faceva tanto piacere averla, ma non sapeva cosa farci realmente. Giocare l'annoiava. Voleva vivere la vita vera, quella che facevano tutti gli adulti, ed erano tanti, che ruotavano intorno a lei.

Quel pomeriggio cominciò a gironzolare senza meta per la grande cucina. Era già inverno e faceva freddo. La grande stufa a legna, però, andava al massimo, mentre il sugo di carne cuoceva nel grande tegame di coccio.

I compiti li aveva già fatti. Le sorelle erano fuori. Lei era sola con la madre e non sapeva cosa fare di interessante. Senza farsi vedere, aveva guardato per un po', con grande cupidigia e il gusto del proibito, l'album di sua sorella maggiore. Ovviamente non aveva il permesso di frugare in quella particolare anta del mobile, ma ogni tanto lei ci andava, cercando di non farsi prendere.  Le era piaciuto tantissimo quell'album di figurine che collezionava a colori tutti i fiori del mondo. E che figurine erano quelle! Avevano il bordo dentellato come quello dei francobolli, erano quadrate e circondate da una cornice disegnata che dava loro molta enfasi.

Sua madre la guardava spostarsi pensierosa dal grammofono alla stufa, dalla finestra al tavolo quadrato.

“Prendi le forbicine nel cassetto della credenza, scuci le varie parti e disfa questo. Devo recuperare la lana per riutilizzarla. Pensi di saperlo fare?”. Così dicendo, la mamma le mise in mano un maglione che non veniva più usato da tempo.

La ragazzina immediatamente si illuminò. Certo che sapeva come fare! Lo aveva visto mettere in atto tante di quelle volte, seduta sulla bassa seggiolina ai piedi della mamma.  

Si procurò le forbicine e in quattro e quattro otto liberò le varie parti che componevano il capo da recuperare. Eccola pronta per procedere. Afferrò il  davanti del vecchio maglione rosso e, con non poca difficoltà questa volta, riuscì a trovare il filo nel punto in cui era stato fermato. Ne tagliò un pezzettino e lo sfilò da dove era fissato. Cominciò a disfare alacremente il pezzo di lana. Veniva bene. Purtroppo non aveva un arcolaio.

Allora la bimba si avvicinò al tavolo e trascinò con grande fatica due sedie vicino a lei. Le mise ad una distanza di una decina di centimetri affiancandole per il dorso.

Poi prese il filo e lo annodò sulla spalliera. E qui cominciò il balletto. Con una mano sfilava il pezzo del maglione, intanto girava intorno alle sedie arrotolando la lana alle due spalliere. Ci volle un bel po' di tempo,  ma alla fine fu ripagata da una grossa  matassa di filo rosso tutto arricciato. La legò per bene perché rimanesse tale.

Certo così com'era non avrebbe potuto usare la lana di quella matassa.

Maria preparò una piccola bagnarola, vi versò un bel quantitativo di aceto e lo diluì con dell'acqua. Vi tuffò senza indugio la matassa rossa tutta arruffata. Magicamente la lana si distese ed acquisì una bella vivacità nel colore. Ben sciacquata, la matassa si trovò appesa ad un filo a distendersi grazie al peso dell'acqua e ad asciugarsi.

Il giorno dopo Maria era raggiante. Rimise la matassa sulle spalliere delle due sedie e cominciò a srotolarla, mentre arrotolava un bel gomitolo di lana che sembrava quasi nuova.

Che soddisfazione! Era grande davvero, ormai. Ci era riuscita!

Un pomeriggio, alcuni giorni dopo, trovò sua madre, seduta davanti alla finestra, con il bel gomitolo in mano e due ferri. Lavorava velocemente il filo di lana.

Il dietro di un nuovo golfino era già quasi finito.

 








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