🌹
Questo era il mio abito.
Avevo quattordici anni e andai in vacanza da un'amica della mia mamma sul Lago d'Orta.
Per la prima volta mi misi le scarpe con i tacchi.
Non dimenticherò mai quella settimana per le gite in barca e per le persone conosciute simpatiche e cordiali.
🌹
Avevo una gonna-pantalone corta fino al ginocchio, fatta con un grande telo batik della mia nonna indonesiana.
Mi stava bene bene, soprattutto, io stessa mi ci sentivo molto bene.
Un giorno hanno rubato tutto, la mia macchina e valigie comprese, così anche questa gonna, che mi è rimasta nel cuore.
🌹
L'abito a trapezio... lo ricordate?
Ne avevo uno da bambina.
Era rosso a righe bianche.
La mia mamma, ambiziosa e amante delle novità, chiese subito alla sua sarta di confezionarmelo.
Venne così bene che fu scelto per una sfilata di moda in occasione di una delle feste dell'Unità a Bologna, nelle quali già si presentavano i lavori artigianali. Questo prima degli anni '60. Ora, queste feste sono solo sagre per alimenti.
🌹
Avevo un abito rosso che mi piaceva tanto. Aspettavo sempre qualche occasione importante per indossarlo.
Aveva la gonna molto larga e il bustino aderente che mi stava proprio bene.
Che dolci ricordi!
🌹
Avevo un vestito rosa ciclamino, con un fiocco importante alla vita dello stesso tessuto di lino, largo e un po' scollato.
L'ho indossato quando mia figlia ha compiuto quarant'anni.
C'era ancora mio marito.
È appeso anche adesso nel banco della mia camera, lo guardo spesso, mi emoziona, mi dà gioia.
🌹
Avevo sedici anni e indossavo un abito di velluto verde bottiglia; portavo sull'abito una collana d'argento lunghissima ove erano inserite ametiste rettangolari.
Avevo i capelli ondulati all'indietro e sorridevo con la mia solita espressione birichina.
Mia mamma aveva un abito blu semplicissimo su un grande pancione: aspettavamo mia sorella più piccola, Silvia.
🌹
La maglietta nera a rose bianche e gialle era bellissima.
Attillata al punto giusto per far risaltare le forme.
Non era mia. Era di mia sorella e ne era gelosissima.
Sono riuscita ad indossarla di nascosto per un appuntamento e ho fatto un figurone.
Al ritorno mia sorella mi ha aperto il cappotto e mi ha urlato contro.
Non ne ho mai trovata una uguale.
🌹
Quell'abito lontano era così elegante e romantico che mi ispira una visione poetica. Lo conservo ancora nell'armadio...
Era di seta e veniva dall'oriente.
Smeraldo il verde, l'oro quasi niente.
Grappoli i fiori, morbida la rosa,
tenere le pieghine sulla cintura rosa.
che tenerezza...come un vestito resta legato a vividi ricordi e sensazioni che ancora fanno vibrare e emozionare....siamo come il cane di Pavlov: restano reazioni condizionate...lui scodinzola di riflesso e a noi esce la lacrimuccia .
RispondiElimina... e se ci pensi ci sono ancora altri vestiti nei cassettini della nostra memoria, pronti a saltar fuori insieme a tante emozioni. 😊
Eliminainfiniti abiti, come sono gli attimi trascorsi, velati di malinconia. indossiamo oggi quello più giusto e saggio, cucito dal sarto del mattino con fili di luce e aria fresca;ci avvince l'abito a pelle,a ognuno quel che più si addice....verrà la sera e indosseremo stanchi il pigiama del riposo, quello comodo vero discreto, piu intimo e sincero, il solo che ci portera nel sogno di cio che non é e non fa mai male.
RispondiEliminaL'abito della notte, comodo e sicuro, è sicuramente l'abito della libertà e della serenità. È di notte che ogni orpello è di troppo e il bene vince sempre sul male.
EliminaTuttavia non sempre di giorno indossiamo un abito-maschera. Se guardo indietro ritrovo molti abiti veri che vivevano di emozioni sincere e molto personali.
Io ricordo ancora con grande trasporto la felicità di indossare due deliziosi abitini di seta che mi aveva confezionato la mia mamma... avevo meno di sei anni e mi ci sentivo bellissima.