Siede sulle scale a filar
la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno
e novellando vien...
la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno
e novellando vien...
E lì veramente ciò che nacque dilagò in me.
E quello che riuscii a vedere mi sbalordì.
Il nuovo che imparai mi trasformò.
L'incontro nel profondo mi emozionò.
E luce e azzurro si accesero d'un tratto,
consolatori.
(Runtuntun)
Per tessere (o ri-tessere) una rete di rapporti, che sostengano e appaghino l’ansia e la solitudine dell’uomo.
Palestre, piscine, pub e discoteche, teatri, biblioteche, persino università della terza età. E ancora palestre, piscine e campi di calcio. E poi palestre, pesi e tapis roulant ...
Palestre, piscine, pub e discoteche, teatri, biblioteche, persino università della terza età. E ancora palestre, piscine e campi di calcio. E poi palestre, pesi e tapis roulant ...
Allora perché tanta infelicità?
Per educarsi (o ri-educarsi) a giocare con i propri pensieri, con concetti e astrazioni, con emozioni profonde, con parole e fantasia, con modi e mondi alternativi.
Un tempo, ci si ritrovava a sedere tutti davanti casa: vecchi, giovani, bambini.
Un tempo, ci si ritrovava a sedere tutti davanti casa: vecchi, giovani, bambini.
Lì si intrecciavano cesti, si rammendava, si cuciva il vestitino per i figlioli o si sgranavano fagioli.
Intanto ci si scambiavano notizie, informazioni, pensieri, gioie o timori… e si costruiva una rete di ascolto e di supporto.
Oggi tutto questo sembra davvero lontano.
Si corre, ci si affanna, si lotta per niente, si annaspa, ognuno centrato su se stesso, apparentemente impotente davanti al fare che incombe. Dunque solo, spesso disperato, l’incomunicabilità elevata a muro concreto…
Come uscirne?
“La panchina” vuol essere, dunque, un luogo dello spirito, un luogo virtuale in cui allenare la propria mente a recuperare tutte le strade interiori, siano esse cognitive o emozionali, in cui aprire nuovi spazi di leggerezza e soddisfazione, da condividere proprio come un’allegra lezione di zumba!